Il SI Cobas esprime la piena solidarietà ai compagni e alle compagne del Polo Obrero e Partito Obrero in Argentina, vittime della repressione del Governo Milei.
In una fase internazionale di crisi, economia di guerra e repressione sempre più aspra contro la classe operaia e contro gli oppositori dei governi capitalisti e imperialisti nel mondo, è essenziale ricompattare su larga scala il movimento dei lavoratori e delle lavoratrici di tutto il mondo.
Anche il S.I. Cobas, colpito dalla repressione in Italia con denunce e condanne contro i propri militanti per aver difeso i diritti sul lavoro e di sciopero, è al centro di un attacco repressivo da parte del Governo italiano con la discussione di un pacchetto sicurezza che prevede l’aumento delle pene per manifestazioni non autorizzate e reintroduce il reato di blocco stradale oltre ad attaccare tutte le opposizioni sociali e le lotte come le rivolte nelle carceri e quelle contro la costruzione di grandi opere inutili come la Tav.
Già vediamo accrescere uno stato di polizia che reprime (non ancora a livello della borghesia e governo come avviene da voi) prima con la forza i lavoratori in sciopero, e poi con le denunce e le montature giudiziarie da parte della magistratura per intimidire, diffamare ed arrestare i membri della nostra organizzazione.
Non è un caso che l’escalation di manganellate e denunce arrivi all’indomani della costruzione delle grandi mobilitazioni internazionaliste contro la guerra in ucraina e contro il genocidio e il colonialismo in Palestina, che ci hanno visto in prima fila insieme al a voi promuovere scioperi nazionali contro la guerra, contro le spese militari e la corsa al riarmo.
Nella prossima stagione di lotta, servirà a maggior ragione continuare a mobilitare il proletariato su scala internazionale, il solo soggetto capace di respingere le derive autoritarie, fasciste e repressive dei governi e di opporsi alle guerre inter imperialiste.
Per il SI Cobas nazionale
Aldo Milani
(per contatti: aldomilani999@gmail.com)
Qui di seguito riportiamo il testo integrale dell’appello:
Contro la repressione di Javier Milei in Argentina
Il presidente argentino Javier Milei e il suo ministro della Sicurezza Patricia Bullrich hanno lanciato fin dal primo minuto del loro mandato una feroce campagna contro la protesta sociale che mette in pericolo le libertà democratiche in Argentina.
La situazione sta degenerando nella persecuzione degli oppositori. Prima di tutto contro gli attivisti popolari, in particolare contro il movimento piquetero – l’organizzazione dei disoccupati e dei lavoratori precari dei quartieri più poveri.
Un chiaro esempio è l’accusa di “sedizione” e “terrorismo” contro coloro che hanno protestato contro la “Ley Bases”, che consegna il Paese al grande capitale finanziario. Ci sono ancora compagni in stato di arresto e il governo è arrivato a dichiarare lo stato di assedio durante le manifestazioni del Congresso.
Un rapporto del Centro de Estudios Legales y Sociales (CELS) ha rivelato che, negli ultimi sei mesi sono state ferite 665 persone, 80 hanno subito arresti arbitrari e 47 operatori della stampa sono stati feriti solo a Buenos Aires, Córdoba e Rosario. Questo si aggiunge ai rapporti di Amnesty International che denunciano il deterioramento della democrazia e delle libertà nel Paese.
Le forze di sicurezza nazionali hanno fatto irruzione in mense e centri popolari nella città di Buenos Aires, e ora anche nella provincia di Buenos Aires e a Neuquén. Colpendo organizzazioni come il Polo Obrero, l’MTR Histórico, Barrios de Pie e molte altre. Si tratta di decine di compagni le cui case sono state perquisite, arrestati e incriminati.
La repressione raggiunge anche il movimento operaio. La polizia è entrata negli stabilimenti per interrompere le assemblee e reprimere le proteste dei lavoratori dei pneumatici-Sutna, dei lavoratori statali, tra gli altri.
Il movimento di solidarietà con la causa palestinese è stato attaccato, con attivisti perseguiti per i loro commenti sui social network. Tra questi, la deputata Vanina Biasi.
Al centro dell’attacco c’è il Polo Obrero, i cui membri rischiano il carcere per essersi organizzati nei loro quartieri. Milei e altri esponenti dell’estrema destra hanno minacciato di morte leader come Eduardo “Chiquito” Belliboni.
Una delle azioni più gravi fu l’irruzione nella sede del Partido Obrero (del Frente de Izquierda). Questo ha portato alla denuncia alla Corte interamericana dei diritti umani, con l’appoggio di tutti i blocchi dell’opposizione.
Le menzogne mediatiche, gli attacchi informatici e le manovre giudiziarie sono copiate dall’ultradestra europea e americana. Milei cerca di incolpare della crisi i più poveri e vulnerabili.
Ma la realtà è l’opposto. Sono gli sforzi dei lavoratori e delle loro organizzazioni a sostenere la sussistenza di fronte a un governo che ignora le conseguenze sociali delle sue politiche di austerità.
L’altra faccia della repressione del governo è la sua corruzione. Sono stati scoperti scandali di rivendita di alimenti destinati ai più bisognosi e di accaparramento di tonnellate di cibo mentre il popolo argentino soffre la fame.
Se non fermiamo questa situazione, Milei raggiungerà il suo obiettivo di imporre ulteriori tagli e porre fine alle libertà politiche.
Libertà a tutti i prigionieri politici e chiusura dei casi di persecuzione da parte di Milei e del sistema giudiziario di Bullrich! Abbasso la persecuzione del movimento piquetero, dei sindacati e del movimento popolare!
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