Si annuncia un 2023 di crescita per gli investimenti nelle tecnologie a basse emissioni, in particolare per le fonti rinnovabili come eolico e fotovoltaico.
Si parla di 60 miliardi di $ in più in confronto al 2022 su scala globale (+10%), per un totale che supererà 600 miliardi di dollari, di cui oltre un terzo nel settore FV.
Il dato arriva dalla società di consulenza Rystad Energy, che però sottolinea che la crescita sarà inferiore – a causa soprattutto della pressione inflazionistica – rispetto agli anni precedenti, quando in media gli investimenti in tecnologie low carbon aumentavano del 20% ogni anno.
Nel 2022 gli investimenti nelle energie pulite erano aumentati del 21% sul 2021, superando per la prima volta la spesa globale in gas e petrolio.
Complessivamente, nel 2023 si dovrebbero investire circa 620 miliardi di $ (vs 560 miliardi di $ nel 2022) nei vari settori considerati dagli analisti: eolico a terra e offshore, fotovoltaico, idroelettrico, geotermia, nucleare, idrogeno e cattura della CO2 (CCUS: Carbon Capture, Use and Storage).
Le stime includono attrezzature e materiali di progetto, ingegneria e costruzione, pozzi, operazioni e manutenzione, logistica e navi.
Ricordiamo che secondo il nuovo rapporto della Iea Energy Technology Perspectives, gli investimenti mondiali in energia pulita invece hanno raggiunto 1.400 miliardi di dollari nel 2022, in aumento del 10% rispetto al 2021.
Va precisato che la Iea per i suoi calcoli include una differente base di tecnologie rispetto a Rystad: ad esempio, include gli investimenti in batterie e pompe di calore, ma ne esclude altri, come quelli nel nucleare.
Tornando a Rystad, saranno idrogeno e CCUS a segnare gli incrementi maggiori sul 2022, in termini percentuali, rispettivamente +149% e +136%, con oltre 7 miliardi di $ investiti in ciascuno di questi settori.
Ma la cifra più consistente in assoluto sarà quella indirizzata al fotovoltaico: 250 miliardi di $ (+6%).
Peraltro, spiegano gli analisti, la crescita della potenza installata sarà ancora più alta, in termini percentuali, perché si prevede una riduzione dei costi del silicio e di conseguenza delle celle solari. La potenza installata, infatti, dovrebbe aumentare del 25% circa, arrivando così a 1.250 GW cumulativi.
Per il settore eolico, le stime sono le seguenti:
- 230 miliardi di $ investiti per impianti sulla terraferma (+12% sul 2022)
- 48 miliardi di $ investiti per progetti offshore (+20%).
Prevista poi una crescita rilevante (+45%) per gli investimenti nella geotermia, anche se le cifre assolute rimarranno relativamente basse, pochi miliardi di dollari in totale.
Mentre si attende un calo degli investimenti idroelettrici (-3%) e un appiattimento delle spese per nuove centrali nucleari.
Più in dettaglio, osservando i singoli segmenti delle filiere delle tecnologie considerate, le attività O&M (Operations and Maintenance) vedranno una crescita degli investimenti del 16% sul 2022.
Per le società di logistica e navigazione, si stima un +15%, mentre i diversi segmenti che coinvolgono attrezzature, materiali, ingegneria e costruzioni, dovrebbero segnare un +9%.
A livello geografico, la crescita più elevata degli investimenti dovrebbe interessare il continente africano: +26% grazie soprattutto ai progetti eolici in Egitto.
Si stima poi un +23% di investimenti in Australia, un +12% in Asia e un +9% negli Stati Uniti con il traino del maxi piano di sostegno alle rinnovabili (Inflation Reduction Act).
Più bassa, invece, la crescita prevista in Europa, dove i nuovi investimenti in tecnologie low carbon dovrebbero aumentare solo del 7%, molto meno di quanto richiesto per centrare gli obiettivi 2030 sulle rinnovabili con il piano REPowerEU, considerando anche il fatto che questi prossimi saranno determinati per il processo di decarbonizzazione del vecchio continente (La gigantesca sfida dell’Europa per le filiere chiave dell’energia pulita).