USB tornerà in piazza a Roma il 16 febbraio per i dipendenti di Alitalia non ancora assunti da Ita, Swissport e Atitech. Luogo ed orario saranno comunicati al termine delle trattative con la Questura.
Occorre iniziare con l’azzerare gli accordi Ita del 2 dicembre 2021, ma cominciare ad assumere con criteri trasparenti ed oggettivi ed alzare i salari applicati al personale navigante e di terra di ITA sono due facce della stessa medaglia, sono entrambe battaglie assolutamente sacrosante. Per ciò che riguarda gli stipendi stiamo parlando di vergognose retribuzioni inferiori persino alle peggiori low cost, come ammesso dalle stesse sigle che hanno sottoscritto senza battere ciglio quei contratti, stabilendone la validità fino al 2025.
Ma questa rivendicazione oggi non è sufficiente, assume contorni immorali se si dimenticano migliaia di lavoratori e lavoratrici espulsi dal ciclo produttivo, anche per le modalità non trasparenti e discriminatorie con cui si svolge il reclutamento del personale. Questo aspetto, unitamente al dato desolante che ITA applica il “jobs act” anche a persone che lavorano da 30 anni con le stesse mansioni, riassume i punti che vanno rimossi.
Se si decide di cambiare gli accordi ITA del 2 dicembre 2021, come è giusto ed etico fare, si deve cambiare tutto il corpo delle intese e non solo la parte che riguarda i livelli salariali, alla faccia delle migliaia di lavoratori sospesi in cigs a zero ore.
Questo è un fatto ineluttabile, anche alla luce dell’imponente contenzioso che vede più di 1300 ricorsi depositati in vari tribunali italiani, mentre una recentissima sentenza del Consiglio di Stato impone a ITA, in qualità di azienda posseduta al 100% dal Governo, la trasparenza e la pubblicità dei criteri di assunzione del personale, cosa del tutto ignorata finora dal management della compagnia.
USB, insieme alle sigle che finora si sono battute contro questi accordi scellerati, da settimane sta sollecitando il governo Meloni ad assumere l’iniziativa per superare il contenzioso in atto. Altro punto su cui da mesi ci stiamo battendo riguarda la cancellazione della deroga che porterebbe al 60% l’integrazione salariale del reddito per chi è restato fuori dalle aziende che hanno rilevato i tre rami di Alitalia. Non possiamo dimenticare che a suo tempo questo provvedimento fu richiesto da Altavilla al governo Draghi per obbligare i lavoratori ad accettare i bassi salari di ITA.
Dopo aver presidiato e aver avviato tavoli con tutti i ministeri coinvolti sui vari temi, preannunciamo che i contenuti della manifestazione del 16 sono indirizzati direttamente alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, per sollecitare l’avvio concreto delle soluzioni a questi temi mentre è in atto il processo di vendita a Lufthansa.
Siamo determinati a chiedere che il futuro di ITA e del trasporto aereo nazionale non sia scollegato dal superamento di accordi iniqui, ingiusti e illegittimi e che per una volta, dopo i disastrosi episodi di Etihad e Qatar, venga tutelato l’interesse sociale ed economico del Paese e dei suoi lavoratori e non quello dei suoi depredatori.
USB Lavoro Privato – Trasporto Aereo