Fumata nera venerdì 20 gennaio nella trattativa avviata da alcune sigle sindacali e dalle associazioni professionali per l’aumento dei salari in ITA. È stato l’ultimo atto di una serie di riunioni con le quali, dal mese di dicembre 2022, hanno tentato di porre rimedio alle condizioni economiche imposte da Altavilla alla nascita di ITA e sottoscritte dalle stesse organizzazioni. Ieri si è arrivati a quella che i maggiorenti delle sigle sindacali al tavolo hanno descritto come una rottura. Ciò è stato confermato dal comunicato uscito e dalla immediata procedura di raffreddamento partita contestualmente.
Siamo convinti che in realtà si tratti di una tattica delle più spudorate per ottenere qualcosa che alla fine, nella migliore delle ipotesi, assomiglierà solo lontanamente a quanto richiesto da USB e dalle altre sigle sindacali che non vollero sottoscrivere gli accordi Altavilla. Più precisamente, dai resoconti usciti, osserviamo come si lamenti il fatto che l’azienda non voglia anticipare di ben tre anni i livelli previsti dal CCNL. Infatti il contratto integrativo, in cui i trattamenti sono ancora in deroga ai tabellari normali detti Mod 1 del contratto nazionale, alle attuali condizioni dovrebbe rimanere in vigore fino a gennaio 2025, come previsto dagli accordi che le stesse sigle confederali e associazioni professionali hanno pienamente accettato un anno fa. Evidentemente queste organizzazioni non sanno bene cosa hanno firmato.
In realtà, come probabilmente vedremo a breve, si tratta della consueta rappresentazione che va in scena per poi definire una mediazione “come meglio non si poteva fare”. Nei comunicati non abbiamo letto una parola sulle 2400 persone del ramo Aviation Alitalia, di terra e di volo, ancora in attesa di lavoro in Cigs a zero ore. Non c'è la visibilità di una ricerca di normalità nella gestione del bacino, che porti alle soluzioni sui contenziosi avviati, che sono oltre 1200 e pesano su ogni trattativa. Non troviamo neanche una parola di sommessa autocritica.
USB ha chiesto ad ITA di trattare sulle questioni economiche del contratto proprio perché qualunque soluzione arrivasse a valle di accordi economici inqualificabili, solo oggi definiti i “peggiori d’Europa”, dovrebbe essere nuovamente sottoposta alla valutazione di tutti.
In ogni caso, questo è il miglior momento per chi ci segue e crede nella giustizia per scendere in piazza. Invitiamo tutti i dipendenti Alitalia, Ita, Swissport e Atitech a partecipare insieme il 24 gennaio alle ore 10 al presidio davanti al MEF. Nessuno può credere ancora alle favole, perché oggi si fanno i conti con le dure realtà causate della leggerezza con la quale si è trattata la fine di Alitalia.
USB Lavoro Privato – Trasporto Aereo