Qual’è il livello della legalità ambientale nella gestione dei boschi e delle foreste italiani?
Questa è la domanda a cui cerca, almeno in parte, di rispondere la ricerca effettuata dall’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) riguardo le violazione delle leggi per la tutela boschiva e le conseguenti sanzioni applicate.
La copertura forestale italiana.
Secondo i dati dell’Inventario forestale italiano (2023), i boschi e le foreste si estendono per 11.054.458 ettari, con un indice di boscosità del 30,2% del territorio nazionale.
Si estendono nel 31,1% dei casi in aree naturali protette, mentre nel 68,9% fuori dalle aree naturali protette.
Il 66,4% dei boschi italiani è di proprietà privata, mentre solo il 33,2% è di proprietà pubblica (demani civici compresi).
Le recenti modifiche sul vincolo paesaggistico a tutela dei boschi.
Non è un periodo particolarmente felice per i boschi del povero Bel Paese. Si avvicinano le elezioni europee e le cambiali elettorali vanno all’incasso.
Il 10 ottobre 2023 è entrata in vigore la legge 9 ottobre 2023, n. 136 “Conversione in legge del decreto-legge 10 agosto 2023, n. 104, recante disposizioni urgenti a tutela degli utenti, in materia di attività economiche e finanziarie e investimenti strategici”.
Il decreto-legge 10 agosto 2023, n. 104 riguarda norme per la tutela degli utenti dei servizi di trasporto, materie economiche e finanziarie, nonché investimenti in settori strategici.
I boschi c’entrano come i cavoli a merenda, ma si avvicinano le elezioni europee e le forze politiche di centro-destra che sostengono il Governo Meloni han voluto ingraziarsi gli imprenditori e progettisti del settore forestale, tanto per cambiare.
I boschi attualmente oggetto di tutela anche con singoli provvedimenti di individuazione ministeriale o regionale (artt. 136 e ss. del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) non vedono più gli interventi di taglio assoggettati alla necessità dell’autorizzazione paesaggistica (art. 146 del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.), ma sono gestiti come quelli tutelati con il vincolo paesaggistico discendente dalla legge (art. 142, comma 1°, lettera g, del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.): in sostanza, per “incentivare e sviluppare le potenzialità della filiera nazionale foresta – legno e … favorire il riposizionamento strategico delle aziende italiane rispetto alla concorrenza dei mercati esteri”, sono esentati dall’obbligo di preventiva autorizzazione paesaggistica tutti gli interventi di “taglio colturale, la forestazione, la riforestazione, le opere di bonifica, antincendio e di conservazione da eseguirsi nei boschi e nelle foreste … , purché previsti ed autorizzati in base alla normativa in materia” (art. 149, comma 1°, lettera c, del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.).
Ma è vero che tali disposizioni favorirebbero “le potenzialità della filiera nazionale foresta – legno e … il riposizionamento strategico delle aziende italiane rispetto alla concorrenza dei mercati esteri”?
Il settore della gestione forestale in Italia è davvero così virtuoso come, per esempio, fan pensare certe affermazioni del CONAF?
La ricerca GrIG sulla legalità nella gestione dei boschi e delle foreste italiane.
L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) ha condotto (istanza del 5 ottobre 2023) una ricerca in relazione all’irrogazione di sanzioni amministrative e emanazione di comunicazioni di notizie di reato in materia di tagli boschivi non autorizzati nel territorio nazionale o nei rispettivi territori regionali/provinciali di competenza, negli anni 2020-2022.
Sono stati coinvolti i Carabinieri Forestale, per le Regioni ordinarie, e i Corpi forestali e di vigilanza ambientale delle Regioni e Province autonome.
Sono pervenute le risposte del Comando generale dell’Arma dei Carabinieri (nota prot. n. 12/80-3 del 3 novembre 2023), della Ripartizione Servizio Forestale della Provincia autonoma di Bolzano (nota dell’11 ottobre 2023) e del Corpo Forestale della Regione Siciliana (nota prot. n. 108414 del 31 ottobre 2023). Nessuna risposta, finora, da parte dei Corpi forestali e di vigilanza ambientale della Sardegna, del Friuli – Venezia Giulia, della Valle d’Aosta e della Provincia autonoma di Trento.
Nel periodo 2020-2022 i Carabinieri Forestale hanno perseguito 1.039 reati, denunciato 707 persone, effettuato 14 arresti e 200 sequestri preventivi.
Inoltre hanno accertato ben 14.179 illeciti amministrativi, contestando violazioni per 11.354.240,00 euro a carico di 13.719 trasgressori ed effettuando 23 sequestri amministrativi.
La Ripartizione Servizio Forestale della Provincia autonoma di Bolzano, nel periodo 2020-2022, ha effettuato 30 comunicazioni notizie di reato e contestato 143 illeciti amministrativi per 264.267,00 euro.
Il Corpo Forestale della Regione Siciliana, sempre nel periodo 2020-2022, ha effettuato 2 comunicazioni notizie di reato e accertato 52 sanzioni amministrative.
I dati, purtroppo incompleti, indicano nel triennio ben 1.071 notizie di reato e 14.374 illeciti amministrativi, sintomo di un’ampia presenza di illegalità nella gestione dei boschi e foreste italiani.
Un focus sulla Provincia di Siena, ben 172.000 ettari di superficie boscata su 382.100 di superficie complessiva, il 45,01% del territorio, una percentuale fra le più elevate in Italia:
– nel periodo gennaio – ottobre 2022, i Carabinieri Forestale di Siena hanno svolto oltre 500 verifiche in materia, irrogando ben 319 sanzioni amministrative per complessivi 353 mila euro ed effettuando 19 comunicazioni di reato relative a 25 soggetti all’Autorità giudiziaria competente: oltre il 63% dei controlli effettuati ha evidenziato situazioni irregolari;
– nel periodo gennaio – ottobre 2023, i Carabinieri Forestale di Siena i Carabinieri Forestale di Siena hanno svolto oltre 1.300 verifiche in materia, irrogando ben 231 sanzioni amministrative per complessivi quasi 103 mila euro ed effettuando 12 comunicazioni di reato relative a 10 soggetti all’Autorità giudiziaria competente: quasi il 18% dei controlli effettuati ha evidenziato situazioni irregolari.
I dati evidenziano una significativa presenza di illegalità nel settore della gestione boschiva.
Qualche considerazione e qualche proposta.
L’attuale situazione di illegalità diffusa, che può render felici solo imprenditori senza scrupoli del settore del legno e nel campo della produzione di energia da biomasse legnose, disegna un quadro sensibilmente critico in una situazione di perdurante rischio idrogeologico presente in gran parte del territorio nazionale e in un momento di crisi ambientale determinata dai cambiamenti climatici. proprio quando sono sempre più ridotti nei fatti gli ordinari controlli ambientali e i tagli illeciti sono ampiamente diffusi quanto sanzionati in modo penosamente insufficiente, poche migliaia di euro per danni ambientali spesso non ripristinabili.
Il Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) auspica una seria ed efficace inversione di tendenza, comprendente un forte inasprimento delle sanzioni penali e amministrative per i tagli boschivi abusivi e un aumento dei controlli ambientali, grazie a un incremento di personale e mezzi.
Il GrIG effettuerà in merito una formale proposta al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e al Ministero della Cultura, affinchè adottino le iniziative di propria competenza e si facciano carico anche delle necessarie iniziative di proposta legislativa sull’inasprimento delle sanzioni penali e amministrative in materia.
Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)
(foto per conto GrIG, A.L.C., S.F., S.D., archivio GrIG)