Notizie da leccarsi i baffi sui giornali di oggi, quasi tutti dedicati all’alluvione di nomine fatte dalla Meloni, per cambiare l’orientamento politico di tg e quadri dirigenti della Rai che la premier considera indispensabile non solo per aumentare l’area del suo consenso, ma anche in vista delle ormai prossime elezioni europee.
E le fa gioco, anche, che personaggi di grande rilievo come Lucia Annunziata se ne vadano sbattendo la porta così da togliere ai nuovi dirigenti il problema di come affrontare programmi non graditi al governo.
Intanto nelle redazioni e negli studi di ‘Tele Meloni’ sarà più facile, quasi una passeggiata, la sua scalata che poi somiglia parecchio a quella che, con altrettanta disinvoltura, percorse a suo tempo Berlusconi quando impadronitosi della Rai e già padrone di Mediaset, organizzò senza fatica un consenso mediatico che gli portò una scorpacciata di voti.
Ma ecco che oggi sorgono anche inquietanti interrogativi. Il primo e più urgente: è giusto che cinque reti televisive, con i rispettivi telegiornali, che raccolgono più dell’80% dello share di questo paese, siano nelle mani della destra?
E il secondo: cosa vorrà o potrà fare Berlusconi per impedire che la rampante Meloni con la Rai “scippi” a Mediaset una larga fetta di ascolti e di pubblicità?
Dilemma che il Cavaliere, che noi tutti ci auguriamo presto di nuovo in forze – dovrà sciogliere. Basterà un’annacquata correzione di Mediaset verso un sia pure moderato “centro” per salvare capra, cavoli, share e pubblicità o si propenderà per un “popolare” per tutti i gusti e i palati?
Nel frattempo molti altri invece si chiedono cosa intenda davvero fare la sinistra – quella di Lucia Annunziata e di altri – per contrastare questo mare magnum di antenne di destra.
Quanto tempo ci vorrà per avere una convincente risposta?
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