L’aria che tira sui giornali. Per la Meloni giornata importante ma ci ha pensato l’arcigna Lagarde a rovinarle la festa

1 year ago 69

Primo mattino e Palazzo Chigi inonda le agenzie stampa con l’annuncio sia del varo della riforma fiscale che del progetto -questa volta si farà sul serio – del ponte sullo stretto di Messina, ma non si fa a tempo a metterle in pagina che tuona sui mercati l’annuncio di Cristine Lagarde, l’arcigna presidente della Bce, dell’aumento dei tassi di interesse, nuova tegola per il caro vita. E via, nei titoli, a barcamenarsi su quale allora fosse la notizia a cui dare maggiore risalto. Con l’aggiunta del malaugurato incidente accaduto a via Fani dove tra le corone che ricordavano il giorno dell’eccidio della scorta di Aldo Moro mancava solo quella del governo che arriverà, quasi a cose fatte, su un furgoncino preceduto da una volante.

Però non si poteva oggi non dare ingombro al “paso doble” che la Meloni ha deciso di fare per dare lustro, smalto e vigore – da qui alla fine della legislatura – al suo governo. A partire dalla svolta fiscale che, per entità, ricorda quella di Ezio Vanoni: tre aliquote ben soppesate che dovrebbero eliminare l’iniquità di norme che oggi non solo salassano più i poveri dei ricchi ma non dispongono di strumenti che possano combattere concretamente l’evasione fiscale. Ma, trattandosi di un decreto delega che avrà un lungo percorso in Parlamento, c’è da pensare che sarà travagliato il suo percorso che vede già sulle barricate sinistra e sindacati.

Ma il governo intende fare sul serio anche sul ponte dello stretto, una specie via Crucis poi finita in farsa su cui hanno lasciato le penne una quantità di governi. E non ha tutti i torti il prode Salvini, oggi gongolante per il nuovo avvio della ciclopica impresa, a sostenere che ormai esistono tecniche che consentono di superare gli ostacoli – correnti sotterranee e altro- che mandarono a picco il vecchio progetto anche se non è ancora chiaro quale potrà essere il costo e quanto esso potrà essere compatibile con le esangui casse dello Stato. Allora – ma è ormai tanto tempo fa – si spese per il progetto un mare di soldi ingoiati da uffici dove si passava il tempo solo a temperare le matite, ma vorrà pure dire qualcosa il fatto che oggi ponti del genere si riescono a fare in tutto il mondo? E quindi auguri a chi di nuovo ci vuol provare, anche se sul risultato tutti gli osservatori incrociano le dita.

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