L’Assassinio di Karen Silkwood e la Criminalità di “chi fa impresa” | RNAnews

2 years ago 357

Di Massimo Greco

Il caso Silkwood divenne realmente noto a livello internazionale nel 1979, anno in cui il padre di Karen portò in tribunale l’azienda in cui la figlia aveva lavorato, 5 anni dopo la sua morte.

Karen Silkwood nacque a Longview, in Texas. Specializzatasi come tecnico chimico si trasferì in Oklahoma dopo una separazione matrimoniale. Già giovane madre di 3 figli, a Crescent fu assunta dalla compagnia Kerr-McGee che produce barre di plutonio per reattori nucleari e dove divenne attivista sindacale nota per aver sollevato preoccupazioni sulle pratiche aziendali relative alla salute e alla sicurezza in una struttura nucleare.


Sin da subito Karen si accorse che le cose all’interno dell’impianto Kerr-McGee Cimarron Fuel Fabrication Site non funzionavano come l’azienda dava ad intendere. Infatti fra le ‘pratiche di impresa’ ed efficientamento vigevano prassi come quelle legate allo “smaltimento” dove un camion contaminato che venne ridotto in piccoli pezzi, messi all’interno di sacchi che venivano poi seppelliti nell’area circostante, contaminando così il terreno. Karen decise quindi di entrare a far parte del comitato sindacale della fabbrica, l’OCAW (Oil, Chemical and Atomic Workers Union), già impegnato in un referendum indetto dalla Kerr-McGee, in cui si chiedeva ai lavoratori di decidere se continuare ad avere un sindacato interno o meno.

KMG, Kerr-McGee, Cimarron Fuel Fabrication nuclear facility.

 Karen si assunse la responsabilità, oltre che della contrattazione con la Kerr-McGee dei nuovi contratti di lavoro, anche di indagare sulle presunte irregolarità nelle norme a protezione della salute dei lavoratori. Come già sospettava, lavorando all’interno dell’ impianto, Karen si rese conto che l’esposizione prolungata  ( i turni potevano durare anche 12 ore) al plutonio era la causa principale del cancro e che non esistevano “livelli minimi accettabili”: si è comunque a rischio. Inoltre la scarsa conoscenza con cui i dipendenti della Kerr-McGee operavano con i materiali radioattivi e i sistemi di respirazione difettosi di cui il personale era dotato, aumentavano i rischi di contaminazione. 


Durante il suo incarico, Karen sollevò anche la questione dell’inadeguatezza del processo di decontaminazione a cui venivano frequentemente sottoposti i dipendenti trovati contaminati dal controllo di routine a cui tutti dovevano sottoporrsi a fine turno. Il trattamento prevedeva un doccia calda ed un raschiamento con una spazzola dura su tutto il corpo per togliere la radioattività.  Pratica piuttosto dolorosa, umiliante ed inutile se non accompagnata da un tampone nasale che possa evidenziare la contaminazione degli organi interni come riproposto anche nel famoso film del 1983 diretto da Mike Nichols, con Meryl Streep, Kurt Russell e Cher, tratto dalla storia vera e suffragato anche dalle vicende processuali. 

Nel 1974 Karen si recò a Washington per una riunione del comitato sindacale nazionale con l’AEC (Commissione per l’energia atomica) dove denunciò l’alterazione delle radiografie delle barre di plutonio, in modo da poter essere commerciate anche se non a norma. L’AEC chiese a Karen di procurarsi la documentazione. Da qui iniziò il suo conto alla rovescia verso una morte preannunciata. I rapporti fra la sindacalista e la Kerr-McGee erano già difficili, Karen infatti venne accusata di aver contaminato lo stabilimento per un giorno, causandone la chiusura, solo per avere un permesso per andare a trovare i figli in Texas. Convinzione che si diffuse poi fra i suoi stessi colleghi operai che iniziarono a non vedere di buon grado le indagini di Karen, nella paura costante di perdere il lavoro, in un’area in cui la Kerr-McGee rappresentava l’unica opportunità d’impiego e dove regnava quel solito clima di omertà e complicità che caratterizza la sudditanza di chi lavora nel settore privato.



 Il 5 Novembre 1974 Karen subì un trattamento di decontaminazione, risultando positiva alle radiazioni, circostanza piuttosto strana visto che i guanti, usati durante il turno, non presentavano perforazioni o danneggiamenti, la contaminazione doveva essere quindi avvenuta per altre cause. Il trattamento fu ripetuto per altri 2 giorni, quando si scoprì che l’intera casa di Karen risultò essere contaminata. Il giorno stesso fu smantellata insieme al suo contenuto, ricordi compresi. 

 L’azienda pretese da Karen di assumersi la responsabilità di quanto accaduto e di ammettere che lei stessa si era “auto-contaminata” allo scopo di accusare la compagnia di illeciti nel rispetto delle norme di sicurezza dei lavoratori.

Nonostante le vessazioni e il mobbing, Karen raccolse il materiale chiestole dell’AEC e entrò in contatto con un giornalista del New York Times disposto a pubblicare le sue indagini.  Ma Karen non arrivò mai all’appuntamento. Morì il 13 Novembre 1974 sulla strada per Oklahoma City “uscendo di strada”. 

 I rapporti camorrati delle autorità  puntarono il dito sul “colpo di sonno dovuto all’uso di sedativi e alcool”. Nessuna documentazione fu ritrovata all’interno della macchina, sul cui parafango posteriore grazie ad ulteriori indagini furono però riscontrate ammaccature da tamponamento come se qualcuno avesse spinto Karen fuori strada.




Nel marzo 1979 iniziò la lunga battaglia legale della famiglia Silkwood contro la Kerr-McGee che accusava Karen di essersi contaminata da sola... con il plutonio per mettere in cattiva luce l’azienda. La Kerr-McGee perse TUTTI e tre i gradi di giudizio e fu costretta a risarcire 10.505.000 dollari alla famiglia. 

 Con l’autopsia sul corpo di Karen fu infatti dimostrato che la contaminazione fu dovuta alla continuata esposizione al plutonio durante i turni di lavoro, in particolare per inalazione come dimostreranno i polmoni di Karen ormai definitivamente compromessi , e non per un suo volere. 

 La Kerr-McGee chiuse i battenti già nel 1975, ad un anno dalla morte di Karen anche se ci son voluti ben 25 anni per decontaminare i campi di Cimarron dove sorgeva l’impianto. Ma la Kerr-McGee non è giunta alle cronache solo per l’omicidio di Karen Silkwood e per la contaminazione da plutonio di Cimarron. Dopo un processo durato 34 giorni, il 13 dicembre 2013, il tribunale fallimentare degli Stati Uniti ha scoperto che l'unità Kerr-McGee di Anadarko Petroleum ha commesso un trasporto fraudolento nel tentativo di separare le attività di petrolio e gas di Kerr-McGee dalle sue passività precedenti ed era responsabile per danni sostanziali attribuiti a questa frode ". 

 Per 85 anni, Kerr-McGee ha gestito numerose attività pericolose tramite aziende che hanno causato danni significativi all'ambiente e alle comunità esposte alla contaminazione. Numerose sono state le inchieste finite davanti alla Corte Suprema degli USA assieme alle condanne per risarcimento dovute anche alle attività di trattamento e smaltimento di Torio radioattivo per scopi militari: infatti nell’Aprile 2014 La Kerr-McGee Corporation e alcune delle sue affiliate fra cui la sua società madre Anadarko Petroleum Corporation, sono state condannate a pagare un risarcimento di 5,15 miliardi di dollari per la contaminazione ambientale direttamente conducibile alle proprie attività “produttive”. 

Dati di fatto e cronache giudiziarie perennemente ignorate ed aggirate da quell’energumenato di criminali ed assassini stragisti che sul web diffondono cretinate sul nucleare al torio come soluzione “verde” e pacifista......


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