Le auto elettriche sono molto più green delle auto tradizionali con motori endotermici, ma ciò non deve far dimenticare un punto importante: anche le vetture elettriche hanno un consumo di energia e risorse ad alta intensità ambientale.
Quel che serve di più in assoluto, per tagliare le emissioni di CO2 dei trasporti, è ridurre il numero complessivo delle automobili, incentivare gli spostamenti con mezzi pubblici (treni, autobus, metropolitane), in bicicletta e a piedi.
Sono alcune considerazioni riportate in un documento che analizza gli impatti ambientali dei veicoli elettrici, intitolato “What is the environmental impact of electric cars?” (link in basso), realizzato dallo European Environmental Bureau (EEB, rete di oltre 170 organizzazioni ambientali europee).
Le auto elettriche immatricolate oggi in Europa, si spiega, emettono in media 75 grammi di CO2 equivalente per km sul loro intero ciclo di vita, il 69% circa in meno rispetto ai modelli con motori diesel. Il dato si riferisce a un modello elettrico con batteria da 53 kWh rispetto a un tipico modello endotermico del segmento C, quello che comprende, ad esempio, la Volkswagen Golf.
La vettura diesel, infatti, emette fino a 250 g di CO2e/km sul ciclo di vita, che comprende la produzione del veicolo e dei suoi componenti, incluse le batterie, guida/utilizzo e smaltimento finale.
Si assume, per la vettura plug-in, di usare energia elettrica generata con un mix di fonti fossili (gas, carbone) e fonti rinnovabili, con queste ultime al 44% del totale, in base al mix elettrico medio attuale in Europa.
Se per caricare le batterie si impiegasse elettricità 100% rinnovabile, ad esempio autoprodotta con il fotovoltaico, le emissioni di CO2 associate alla guida scenderebbero a zero.
Il punto debole dei veicoli elettrici, in termini di impatti ambientali, è il consumo di energia, minerali e metalli – tra cui litio, cobalto, nickel, terre rare – per la produzione delle batterie, produzione che vale fino al 40-50% delle sue emissioni totali di gas serra sul ciclo di vita.
Per ogni kWh di capacità di una batteria, si osserva, si devono calcolare tra 40 e 350 kg di CO2 emessa in atmosfera, secondo il tipo di batteria e del suo processo produttivo.
Altro dato importante citato nel documento EEB: se anche guidassimo una vettura con una batteria prodotta in Cina e alimentata con energia elettrica al 100% da carbone, avremmo comunque una minore impronta ambientale rispetto a un veicolo con motore diesel (37% di CO2 in meno sul ciclo di vita).
Torniamo così alla considerazione iniziale: le auto elettriche, già oggi e con un mix energetico con dentro gas e carbone, sono un’alternativa molto più ecologica ai veicoli convenzionali.
Ma non deve essere una scusa per distrarre le politiche dei trasporti da quello che dovrebbe essere il loro obiettivo prioritario: diminuire il numero di vetture in circolazione. Sostituire le auto endotermiche – circa 246 milioni oggi in Europa – con altre auto elettriche, e limitarsi a questo, sarebbe una scelta fuorviante, afferma lo studio.
Secondo un recente rapporto del centro studi americano Climate and Community Project, gli Stati Uniti potrebbero ridurre tantissimo (fino al 90%) la domanda di litio per le batterie dei veicoli entro il 2050, con una serie di azioni: ampliare le infrastrutture per il trasporto pubblico, produrre auto più piccole e leggere con batterie meno potenti, puntare sul riciclo del litio.
Tutto questo aiuta a capire quanto sia determinante sviluppare un nuovo modello di mobilità: può sembrare irrealistico, soprattutto nel contesto americano, dove la libertà individuale del cittadino (e quindi la mobilità privata) è al centro di quello stile di vita.
Tornando allo studio europeo, per far diventare ancora più “verdi” le auto elettriche si dovrà puntare su: riciclo e riuso delle batterie, aumento della produzione di energia elettrica rinnovabile, minore impiego di materie prime critiche.
Ricordiamo, infatti, che il nuovo regolamento Ue sulle batterie intende aumentare i tassi di recupero e riciclo dei principali componenti (litio, cobalto e così via), al fine di ridurre la dipendenza dalle importazioni di materie prime.
Ciò significa anche aumentare la sicurezza e indipendenza energetica europea: i dispositivi di accumulo elettrico, infatti, consentiranno di sviluppare tutto il potenziale delle fonti rinnovabili (eolico, fotovoltaico) e della mobilità elettrica (auto, furgoni, scooter, biciclette).
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