L’inquinamento nel poligono di Teulada va a giudizio.

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Capo Teulada

Il G.I.P. del Tribunale di Cagliari, a conclusione dell’udienza preliminare del 16 giugno 2023, ha deciso il rinvio a giudizio delle persone indagate davanti al Tribunale di Cagliari (II Collegio) all’udienza del prossimo 25 gennaio 2024 riguardo l’inquinamento ambientale riscontrato nel poligono militare di Capo Teulada,

In precedenza, all’udienza del 10 giugno 2022, aveva accolto l’istanza di costituzione di parte civile, del Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) rappresentato e difeso dall’avv. Carlo Augusto Melis Costa, del Foro di Cagliari.

Alle udienze del 23 settembre 2022 il pubblico ministero aveva chiesto il proscioglimento degli indagati, richiesta a cui s’era associata l’Avvocatura dello Stato (udienza dell’11 novembre 2023) con l’opposizione delle parti civili (21 novembre 2022).

Una vicenda processuale lunga, complessa e tormentata che cercherà di far luce sul contestato disastro ambientale in sede dibattimentale.

Sardegna sud-occidentale, Teulada, costa

Nell’agosto 2021 il G.I.P. aveva respinto la richiesta di archiviazione formulata dalla Procura della Repubblica, ordinando l’imputazione coatta per disastro ambientale, mentre venne decisa la prosecuzione delle indagini in relazione alle ipotesi di omicidio colposo.

Infatti, secondo la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari, pur accertando il pesante inquinamento (nella “zona bersaglio” della penisoletta Delta vi sono 4 chilometri quadrati pressoché irrecuperabili), non sarebbe riscontrabile alcun nesso di causalità fra inquinamento e malattie come neoplasie e linfoma di Hodgkin né sarebbe possibile non è possibile individuare i responsabili per “errori nell’interpretazione delle prescrizioni sulle bonifiche” da eseguire, per la necessità di procedere agli addestramenti e per la “buona fede” di chi dava gli ordini.

Nel poligono militare, realizzato a partire dal 1956 mediante dopo acquisti e, in parte, esproprio dei terreni, vengono svolte esercitazioni militari da decenni.  E l’uso del poligono viene ritenuto irrinunciabile per le esigenze addestrative militari, ora più che mai.

Sul piano ambientale per troppo tempo le cose han lasciato a desiderare: dopo l’istanza (2014) dell’associazione ecologista GrIG  e del Comitato Lecce Bene Comune, sono state avviate e proseguono le procedure di valutazione di incidenza ambientale (V.INC.A.) dei programmi di attività addestrative nei poligoni militari di Torre Veneri, in Comune di Lecce, e di Capo Teulada.[1]

Blindo Centauro in esercitazione

Attualmente, finalmente, è in corso la procedura di V.Inc.A. davanti all’Assessorato regionale della Difesa dell’Ambiente (Recupero dei residuati di esercitazione della penisola ‘delta’ del poligono permanente di Capo Teulada. Comune: Teulada. Proponente: Comando Militare Esercito Sardegna. Valutazione appropriata – Livello II della V.Inc.A. -, ai sensi dell’art. 5 del D.P.R. n. 357/97 e s.m.i. e delle Direttive regionali per la V.Inc.A. (D.G.R. n. 30/54 del 30 settembre 2022).

Tuttavia, il quadro era chiaro fin dalla audizione presso la Commissione parlamentare di inchiesta sugli effetti dell’utilizzo dell’uranio impoverito lo scorso 20 luglio 2016 (qui il verbale integrale).

Sono finanziati e previsti gli interventi di bonifica ambientale, ma finora sono stati parziali e si è lontani dall’ottimismo manifestato dall’allora presidente dell’I.S.P.R.A. Bernardo De Bernardinis secondo cui l’ambiente veniva tutelato in condizioni ottimali. 

Sì, non ci sono state speculazioni immobiliariben presenti sulle coste di Teulada, ma le bonifiche ambientali sono state solo avviate.   

Sono da completare.     Ora, non fra cento anni.

E, magari, un po’ di giustizia non guasta.

Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

[1]  I due poligoni militari, infatti, interessano i due siti di importanza comunitaria (S.I.C.) “Isola Rossa e Capo Teulada” (codice ITB040024) e “Torre Veneri” (codice IT9150025), appartenenti alla Rete Natura 2000, che tutela le aree naturali rilevanti ai sensi delle normative comunitarie per la salvaguardia degli habitat e dell’avifauna selvatica (direttive n. 92/43/CEE e n. 2009/147/CE).   Le attività addestrative militari – come qualsiasi attività che possa arrecare danno ai siti protetti – devono essere assoggettati alla procedura di V.INC.A. per minimizzarne gli impatti e introdurre misure di compensazione ambientale, come indicato anche dal codice dell’ordinamento militare (decreto legislativo n. 66/2010 e s.m.i.), procedure che riguardo altri poligoni appaiono regolarmente effettuate.

poligono militare di Capo Teulada

A.N.S.A., 16 giugno 2023

Poligono Teulada, 5 generali a processo per disastro ambientale.

Davanti ai giudici del tribunale di Cagliari il 25 gennaio 2024.

da Il Fatto Quotidiano, 16 giugno 2023

“Disastro ambientale” a Capo Teulada, a processo 5 ex capi di Stato Maggiore della Difesa.

Cormorano (Phalacrocorax carbo)

da L’Unione Sarda, 16 giugno 2023

Disastro ambientale al poligono di Teulada, cinque Capi di Stato maggiore a processo.

La Procura aveva accertato lo stato di devastazione della “Penisola Delta”, un’area di tre chilometri quadrati dove, dal 2008 al 2016, furono sparati 860mila colpi di addestramento. (Francesco Pinna)

Il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Cagliari, Giuseppe Pintori, ha rinviato a giudizio i cinque generali, tutti ex Capi di Stato maggiore, finiti sotto inchiesta con l’ipotesi di disastro nell’ambito dell’indagine sugli effetti di anni di esercitazioni nel poligono di Teulada.

Disattendendo le richieste del pubblico ministero Emanuele Secci, titolare del fascicolo, che aveva sollecitato il non luogo a procedere, il Gup ha ordinato che sia celebrato il processo, fissando la data al 25 gennaio del prossimo anno davanti al secondo collegio penale del tribunale di Cagliari.

Nel corso delle indagini la Procura aveva accertato lo stato di devastazione della “Penisola Delta”, un’area di tre chilometri quadrati dove, dal 2008 al 2016, furono sparati 860mila colpi di addestramento, con 11.875 missili, pari a 556 tonnellate di materiale bellico. Ma al termine dell’inchiesta il pm titolare del fascicolo aveva chiesto l’archiviazione, ottenendo dal Gip Alessandra Tedde l’ordine d’imputazione coatta.

Nel corso dell’udienza preliminare, ritenendo comunque di non avere gli elementi per poter reggere un’accusa in giudizio, il magistrato della Procura aveva chiesto di prosciogliere i cinque generali.

Dovranno invece comparire davanti ai giudici per rispondere del disastro Giuseppe Valotto, 76 anni di Venezia; Claudio Graziano, di 69, di Torino, poi a capo del Comitato militare dell’Unione europea; Danilo Errico, anche lui 69enne residente a Torino; Domenico Rossi, 71 anni di Roma, e Sandro Santroni, di 72, di Ancona.

Accolte dunque le richieste delle parti civili che avevano rinnovato al giudice la richiesta di far celebrare un dibattimento per stabilire le eventuali responsabilità del disastro. 

(foto A.N.S.A., S.D., archivio GrIG)

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