L’ultima volta che abbiamo parlato di InfoWars e Alex Jones è stato per i pagamenti miliardari che l’imprenditore e personaggio assai attivo nel mondo dell”Informazione Alternativa” è stato condannato a pagare per aver negato la strage di Sandy Hook definendola una false flag, una finzione dei “potenti”. Un iniziale pagamento di quattro milioni di dollari, diventati cinquanta e che sono arrivati al miliardo in poco tempo, incrementato di un ulteriore mezzo miliardo tanto per gradire.
L’imprenditore a questo punto ha dichiarato bancarotta per evitare le conseguenze permanenti di un risarcimento in grado di gettare finanziariamente in ginocchio anche il più solido dei creditori, ma on è tenuto in conto l’astuzia di The Onion, sito satirico canadese tutt’ora attivo con notizie come Trump annuisce assente mentre Elon Musk ripete incessantemente per dieci volte di fila suggerimenti sui videogames.
L’ultima beffa per Alex Jones: sito di satira compra InfoWars all’asta
Con una notizia pregna non di comicità, ma graffiante satira, i gestori di The Onion rivendicano orgogliosi l’idea di comprare il marchio di Alex Jones e renderlo oggetto del loro scherno, deridendolo con l’ultima beffa prima dell’acquisizione finale come
Uno strumento inestimabile per il lavaggio del cervello e il controllo delle masse. Con un mix astuto di paranoia delirante e dubbi life hack per l’alimentazione antiaging, [InfoWars] si è prodigato per rendere la vita di tutti più lunga e inquietante: un obiettivo lodevole. Quel sito è un vero unicorno, in grado di ispirare contemporaneamente il sostegno pubblico ai miliardari e alimentare l’indignazione per uno stato federale inetto che può assassinare JFK ma non può nemmeno mandare un uomo sulla Luna.
Non solo le vittime riconosciute della diffamazione di Infowars, i parenti delle vittime della sparatoria sono stati favorevoli, ma hanno accettato risarcimenti inferiori a quanto riconosciuto dai giudici per l’apposito scopo di consentire a The Onion l’atto conosciuto come cybersquatting, ovvero di potersi appropriare del nome e dei loghi di un sito che non appartiene più ad Alex Jones per oscillarglielo davanti come eterno ricordo e memoriale della soccombenza processuale.
Nessuna buona azione, e in questo caso azione giudizialmente riconoscita come negativa, sarà impunita: The Onion ha di fatto piazzato una pietra tombale su Infowars.
Ammesso che Alex Jones, che ha confermato su X la perdita di InfoWars voglia tortnare, dovrà farlo ripartendo da zero. Non ha più accesso al sito, al nome di dominio, ai social media, all’intero archivio notizie, ai loghi, alle attrezzature e agli studi di registrazione, proprietà del sito satirico che si è già impegnato a fornire spazi sul nuovo Infowars ad associazioni per il controllo e la limitazione del possesso e detenzione di armi da fuoco.
Ovviamente l’imprenditore ha già criticato la sentenza e l’asta giudiziare come “ingiuste”, un “bavaglio alla libertà di parola” e auspica di poter rientrare in possesso delle proprietà perse: al momento una ipotesi lontana (nonostante voci di un intervento degli avvocati di Elon Musk…) che lo costringerà all’ipotesi iniziale di raccogliere soldi per ricominciare da zero, deriso dal fantasma dell’InfoWars che fu.
Si presagisce un futuro in cui l’unica ragione di esistenza del nuovo Infowars sia schernire la vecchia versione.
Ben Collins, CEO di The Onion, commenta così:
“Perché alla fine della fiera, potevamo essere noi o Alex Jones a continuare a gestire questo sito senza sosta, lui impunito per quello che è stato fatto a queste famiglie e noi pronti a farne nulla più che un sitarello sciocco e idiota, e abbiamo deciso per seconda ipotesi”
Uno dei genitori delle giovanissime vittime ha invece commentato con orgoglio
“Il mondo deve sapere che avere una piattaforma non significa essere al di sopra delle responsabilità: la liquidazione dei beni di Alex Jones e la fine di Infowars è la giustizia che abbiamo atteso a lungo e per cui abbiamo lottato”
E così finisce l’avventura di Infowars: con una enorme risata.
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