La bufala del Kebab con carne di topo nel Regno Unito

1 year ago 37

A volte tornano in circolazione vecchie narrazioni, come quella del Kebab che contiene carne di topo, gatto e chissà cos’altro. Repubblica aveva rilanciato a suo tempo la “news” nel maggio 2014, ma quell’articolo oggi non è più online. Si può recuperare solo tramite copia cache. I blog che stanno venendo condivisi rilanciando oggi questa narrazione risalgono ugualmente al 2014 e non fanno altro che un copia-incolla dall’articolo di Repubblica, come potete verificare confrontando i testi qui e qui. Ma al di là del presunto plagio, vediamo qual è la fonte originale della storia e perché risulta priva di fondamento.

Per chi ha fretta:

  • L’idea che vi fosse stato un allarme per il kebab nel Regno Unito, in quanto «contiene carne di topo, gatto e cane» è stata rilanciata dopo 10 anni.
  • In realtà i titoli altisonanti dell’epoca riguardavano delle congetture espresse da un membro del Governo dell’epoca.
  • Ci sono state realmente delle indagini, ma riguardavano la presenza accertata di maiale, manzo, pollo o tacchino al posto dell’agnello.
  • Alcuni campioni non erano identificabili per via del processo di lavorazione.
  • Curiosamente alcune fonti come la BBC si preoccuparono piuttosto di assicurare che non fosse stata trovata carne di cavallo.

Analisi

All’epoca c’era maggiore diffidenza verso il kebab, così come per altri cibi etnici che cominciavano a spopolare, facendo concorrenza a catene di fast food occidentali, che invece non sembrano suscitare altrettante preoccupazioni. La narrazione in oggetto riguarda un vecchio articolo di Repubblica, ma tutti i media riportarono la narrazione, rifacendosi al Telegraph. Al di là del titolo «Il kebab? Contiene carne di topo, gatto e cane. Allarme dall’Inghilterra», il testo semplicemente riportava delle affermazioni attribuite all’allora vice ministro britannico Nick Clegg durante un’intervista radiofonica.

Nella narrazione Clegg “diventa” «il Governo britannico» che esprimeva preoccupazione riguardo al kebab, perché avrebbe potuto contenere carne di animali come cani, gatti e topi. Il tutto a partire da studi condotti dalla Food Standards Agency (FSA), che però parlava di carni di origine non identificata. Per esempio, ingredienti come l’agnello si sono rivelati contenere maiale, manzo, pollo, tacchino o altre carni «non identificate», che non significa quindi “abbiamo identificato carne di topo, gatto o cane”.

Un’indagine ha dimostrato che su 60 kebab in vendita come agnello, ben 17 contenevano una miscela di diverse carni, mentre 5 presentavano una carne non identificabile. Inoltre, uno studio che ha analizzato 145 campioni di kebab ha rivelato che 43 di essi non erano preparati esclusivamente con carne d’agnello. Nel virgolettato attribuito a Clegg leggiamo sue personali congetture: «certo che mi preoccupo se stanno vendendo kebab di ratto. Penso che le autorità sanitarie dovrebbero iniziare a lavorare su questo».

Nel 2014 c’era maggiore disinvoltura nel condividere testi copia-incolla.

Kebab con carne di topo, cane e gatto?

Il Telegraph nel dare un contesto alle affermazioni di Clegg riportava di «studi» della FSA assieme all’associazione di consumatori Which?:

L’analisi di 60 piatti di agnello ha rilevato che 29 erano “sospetti”. 17 contenevano carni diverse, sette non contenevano alcun agnello e cinque avevano carne che non poteva essere identificata. Lo studio della FSA su 145 pasti di agnello ha rilevato che il 30% conteneva carni canaglia.

Ma se leggiamo altre fonti, che hanno riportato la notizia qualche giorno prima, come il Guardian, scopriamo che la storia è andata in maniera un po’ diversa, oltre a basarsi su campioni molto piccoli:

La Food Standards Agency ha chiesto un nuovo ciclo di test sugli agnelli da asporto, dopo che l’organismo di vigilanza dei consumatori Which? ha scoperto che quasi la metà degli alimenti acquistati dai ristoranti di Londra e Birmingham erano adulterati con carni più economiche. L’indagine di Which? ha testato 60 curry di agnello da asporto e kebab macinati e ha scoperto che 24 di essi contenevano altre carni come manzo e pollo. Dai test è emerso che sette dei campioni non contenevano alcun agnello. Non è stato possibile identificare la carne in cinque campioni perché era stata altamente lavorata.

Leggiamo come riportava la notizia la BBC, la quale rassicura i cittadini britannici del fatto che non sia stata trovata alcuna traccia… di cavallo, animale che nella cultura locale sarebbe aberrante mangiare, tanto quanto cani, gatti e topi:

I proprietari di piatti da asporto dovranno affrontare un nuovo programma di test, dopo che un cane da guardia ha scoperto che quasi un terzo dei piatti da asporto di agnello controllati contenevano una carne diversa. La Foods Standards Agency (FSA) ha scoperto che 43 campioni su 145 di agnello da asporto – solitamente curry o kebab – erano descritti in modo errato. La FSA ha affermato che 25 campioni contenevano solo carne di manzo, che è più economica dell’agnello. Sono stati trovati anche pollo e tacchino, ma nessun campione conteneva carne di cavallo.

Si narra per esempio di un precedente scandalo, scoppiato un anno prima, riguardante la vendita nei supermercati di lasagne con carne di cavallo sempre oggetto di indagine da parte della FSA. Ci sembra palese quindi, che in caso di tracce di carni considerate tabù, i media e le Agenzie governative non si facciano problemi a renderlo noto.

Conclusioni

È vero che l’Agenzia competente per indagare sulla sicurezza alimentare nel Regno Unito aveva individuato campioni di kebab contenenti carni diverse da quelle dichiarate, ma le fonti più autorevoli riportano che si parlava di maiale, manzo, pollo o tacchino, mentre si fa riferimento anche a carni che non sarebbe stato possibile identificare subito per via del processo di lavorazione. Ci si preoccupa di precisare che non è stata trovata carne di cavallo, ma non di topo, cane o gatto. Do quasi 10 anni non ci risulta che il kebab sia stato proibito nel Regno Unito in quanto vi sarebbe il pericolo che contenga chissà quali ingredienti.

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