Una “molecola antitumore” in grado di spingere al suicidio le cellule tumorali. Questa è la scoperta di cui si apprende in video virale in questi giorni, nel quale un uomo che si autodefinisce giornalista racconta come due ricercatori precari dell’Università di Urbino siano riusciti a creare la molecola antitumore «modificando il maltolo, una sostanza contenuta nel malto, nella cicoria, nel cocco e nel caffè». Viene citato un comunicato, che secondo chi parla nel video sarebbe stato volontariamente occultato dalla stampa per tutelare le grandi case farmaceutiche. In realtà la molecola non è una cura per il cancro e la sua efficacia non è stata provata o testata sugli esseri umani e non ne è nato un farmaco.
Per chi ha fretta:
- Circola un video secondo cui due ricercatori italiani avrebbe scoperto una molecola che distrugge le cellule tumorali che non verrebbe distribuita e di cui non si parlerebbe, per avvantaggiare le case farmaceutiche.
- Due ricercatori dell’Università di Urbino hanno effettivamente scoperto una molecola durante le loro ricerche.
- Ma al momento non l’hanno testata sugli esseri umani.
- E hanno smentito che al momento si possa parlare di «cura contro il cancro».
Analisi
Di seguito vediamo uno dei post che riprende il video. Nella descrizione si legge:
«Notizia bomba: due ricercatori precari dell’università di Urbino, Mirco Fanelli di Falconara e Vieri Fusi fiorentino hanno scoperto la molecola antitumore, che spinge al suicidio le cellule malate, guarendo i malati… come mai si tace … È evidente no? Nulla può andare contro le multinazionali … Una singola molecola – il maltolo – con attività antineoplastica nel malto, nella cicoria, nel cocco con attività antitumorale…».
Video e bufala datata
Il video circola già da anni, almeno dal 2015, mentre la storia che racconta è sul web almeno dal 2013. Tuttavia, la versione data dal filmato non è del tutto esatta. Tutto è partito nel 2010, quando due ricercatori all’Università di Urbino – Vieri Fusi e Mirco Fanelli – hanno effettivamente scoperto una molecola in grado di spingere all’autodistruzione programmata le cellule tumorali. In gergo specifico: con proprietà antineoplastiche. «Queste caratteristiche potrebbero essere utilizzate per lo sviluppo di nuove terapie perché inibiscono e combattono lo sviluppo dei tumori», si leggeva nel 2010 su IFG Uniurb. La proprietà delle molecole, però, non sono mai state testate sugli esseri umani da Fusi e Fanelli per mancanza di fondi. I risultati si riferiscono a prove effettuate sui topi.
«La molecola non è una cura per il cancro»
Questa è la verità. Ma la molecola non è un farmaco. Il resto del video, che tratta della scoperta come di una cura per i tumori già somministrabile agli esseri umani, veicola informazioni false. A tal proposito, nel 2017 è intervenuto Fusi, contattato di IFG Uniurb, dichiarando circa l’autore del video: «È una persona cattiva. Uno che non si è reso conto di cosa voglia dire dare speranze a chi ha un malato terminale in casa. Per colpa sua ricevo ancora richieste di persone disposte a fare da cavia per colpa di quel video bufala».
La molecola non è un farmaco
Ma già nel 2013 il collega Fanelli aveva preso le distanze da chi parlava di cura contro il cancro. «Ci tengo a precisare che le molecole che abbiamo brevettato non devono essere considerate la soluzione nella lotta contro il cancro. Siamo in una fase sperimentale che sta dando ottimi risultati ma ancora lontana dalla sperimentazione clinica. Mi duole dover disilludere le persone che mi chiamano chiedendomi se possiamo sperimentare le nostre molecole sulle persone a loro vicine affette da tumore», aveva dichiarato.
Conclusioni
Circola un video secondo cui due ricercatori italiani avrebbe scoperto una molecola che distrugge le cellule tumorali che non verrebbe distribuita e di cui non si parlerebbe, per avvantaggiare le case farmaceutiche. Due ricercatori dell’Università di Urbino hanno effettivamente scoperto la molecola. Ma al momento non l’hanno testata sugli esseri umani. E hanno smentito che al momento si possa parlare di «cura contro il cancro».
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