la petizione Si all’energia rinnovabile, no alla speculazione energetica! si firma qui.
Il progetto di centrale eolica proposto dalla San Nicola Energia s.r.l. è l’ennesimo che si vorrebbe realizzare nella Tuscia, ormai letteralmente devastata da una transizione energetica priva di pianificazione e di controllo.
Altre diciotto “torri” eoliche, alte 235 metri (129,6 MW di potenza), nel paesaggio storico fra Tuscania e Viterbo.
Di seguito il comunicato stampa di AssoTuscania, associazione ambientalista con cui il GrIG collabora concretamente da tempo.
Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)
FERRAGOSTO, PAESAGGIO MIO NON TI RICONOSCO!
NO AL MEGA IMPIANTO EOLICO NEL TERRITORIO DI TUSCANIA E VITERBO: UN PROGETTO INCOMPATIBILE CON IL PAESAGGIO, I BENI CULTURALI, LA BIODIVERSITÀ E LA SALUTE PUBBLICA
Alla vigilia di Ferragosto, AssoTuscania, grazie al prezioso supporto e lavoro del Coordinamento Ambientale Tuscia (CAT), ha presentato le osservazioni contro un nuovo progetto industriale che minaccia di devastare ulteriormente il territorio.
Si tratta della proposta di installazione di 18 torri eoliche, ciascuna alta 235 metri, di cui 6 nel territorio di Tuscania – tra la Strada Martana e la Strada della Trinità – e 12 nel territorio di Viterbo, appena oltre il confine. Quest’area è già stata dichiarata non idonea dalle delibere del Comune di Tuscania, a testimonianza della gravità dell’impatto previsto, che verrebbe ulteriormente moltiplicato dalle 12 torri confinanti nel comune di Viterbo.
Il CAT, a cui aderisce anche AssoTuscania insieme a numerose e storiche associazioni e comitati territoriali, è impegnato da circa due anni a contrastare l’assalto delle grandi industrie delle energie rinnovabili. Questo territorio, che coinvolge la bassa Maremma toscana, l’Alta Tuscia e l’Umbria confinante, sembra essere diventato un vero e proprio “triangolo delle Bermude” per le Fonti di Energia Rinnovabile (FER), in quanto oggetto di assalti devastanti e di speculazioni colossali da parte di lobby energetiche e multinazionali.
Finalmente sta emergendo una rete interregionale per coordinare azioni comuni di contrasto, coinvolgendo amministrazioni comunali, forze politiche, società civile e cittadini.
Auspichiamo che anche il Comune di Tuscania aderisca a questa rete, perché solo con un fronte coeso potremo ottenere visibilità e ascolto da Regioni e Governo.
Siamo contenti che anche la Giunta comunale di Tuscania e le forze di opposizione, rappresentate dalla lista “Tuscania delle idee”, abbiano accolto il nostro invito ad aderire alle osservazioni. Solo unendo tutte le voci che desiderano un futuro realmente sostenibile, possiamo contrastare l’assalto delle grandi industrie mirate esclusivamente al profitto e ai contributi del PNRR.
La Tuscia è già satura di impianti di energie rinnovabili, ospitando quasi l’80% di quelli presenti nell’intera Regione Lazio, come attesta la Regione stessa nella D.G. 171/2023. La situazione è tale che le richieste di autorizzazioni, in totale assenza di criterio e di rispetto, arrivano a sovrapporsi, e ad esempio il nuovo impianto eolico si inserirebbe in un’area già impattata da un altro impianto composto da 16 torri eoliche.
Le richieste ormai aggrediscono ogni area agricola disponibile, con il risultato che il cumulo di torri eoliche (ne sono previste complessivamente circa 220) renderebbe irriconoscibile l’area compresa tra il lago di Bolsena e la costa (già scempiata dal fotovoltaico) e le aree toscane e umbre confinanti.
Le nostre osservazioni, pubblicate sul sito del MASE – Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica – e su http://www.assotuscania.it, forniscono un’analisi approfondita delle gravi conseguenze che questo progetto comporterebbe. Le torri eoliche proposte avrebbero un impatto devastante sul paesaggio e metterebbero in pericolo la fauna locale, aggravando una situazione già critica in un territorio come la Tuscia viterbese, già campione d’Italia per consumo di suolo (fonte ISPRA) e sul quale incombe anche la minaccia della realizzazione del Deposito Nazionale di scorie nucleari!
Ecco alcuni punti chiave delle nostre osservazioni, che vi invitiamo a leggere integralmente che in pagine, foto e mappe descrive in modo dettagliato le argomentazioni contrarie e le fonti normative e giuridiche che le appoggiano:
- Mancanza di coinvolgimento pubblico: Non è stata rispettata la normativa che prevede il coinvolgimento dei cittadini nelle fasi preliminari del progetto. Quando e come la popolazione è stata informata e resa partecipe di scelte così critiche?
- Saturazione della Provincia di Viterbo: La provincia ha già superato abbondantemente la quota di produzione di energia rinnovabile stabilita per il 2030, come riconosciuto dalla Regione Lazio nella DGR 171 del 12 maggio 2023.
- Territorio non idoneo: L’area interessata a Tuscania è già stata dichiarata non idonea dalle delibere comunali, e la Tuscia ha contribuito in modo significativo alla percentuale di impianti FER in Lazio, con una diffusione capillare di pannelli fotovoltaici, geotermici e impianti eolici. Quasi 7000 ettari interessati dagli impianti fotovoltaici e agrivoltaici!
- Impatto ambientale devastante: L’impianto avrebbe gravi conseguenze sulla flora, la fauna e la biodiversità, con ripercussioni anche sulle aree protette vicine, come il lago di Bolsena e il fiume Marta, siti della Rete Natura 2000.
Di fronte a una situazione così drammatica, cosa possiamo fare?
Ecco alcune nostre proposte, già avanzate in precedenza:
- Elaborare un Piano Regolatore Generale: Tuscania deve dotarsi di uno strumento amministrativo solido per tutelare il paesaggio e programmare un futuro sostenibile declinato nei diversi aspetti, economici, sociali, culturali
- Istituire un tavolo di lavoro con la Sovrintendenza: È necessario ampliare i vincoli paesaggistici e coinvolgere attivamente i cittadini attraverso un’informativa continua e capillare.
- Unirsi ad altri Comuni: Dobbiamo schierarci con quei Comuni che chiedono rispetto per un territorio già saturo di impianti rinnovabili.
- Ricostituire la Consulta Ambientale: Questo strumento di dialogo, trasparenza e informazione deve essere aggiornato e utilizzato per coinvolgere le realtà associative e rappresentative del territorio.
Infine auspichiamo che il Coordinamento Ambientale della Tuscia (CAT) si rafforzi ulteriormente con l’aggregazione di altre Associazioni o Comitati sensibili alla tutela ambientale e del territorio.
Lavoriamo insieme per uno sviluppo sostenibile!
Diciamo SI alla transizione green, ma NO all’annientamento del paesaggio, dell’agricoltura, dei beni culturali e del turismo.
Ufficio stampa AssoTuscania
(foto AssoTuscania, S.D., archivio GrIG)