Sarah Bernhardt era il più eclettico dei personaggi della Belle Epoque. Classe 1869, al secolo Henriette Rosine Bernard, per chi la conosceva “La Divina” e la “Voce d’oro” ha compiuto diverse opere mirabili nella storia.
Tra cui recitare in teatro per l’ultima volta priva della gamba sinistra, di cui lei stessa aveva richiesto con forza l’amputazione a causa di gravi dolori patiti in conseguenza di un infortunio.
Ma andiamo con ordine.
Sarah Bernhardt, la diva della Belle Èpoque
Protetta del Duca de Morny, fratellastro di Napoleone III, Sarah cominciò la sua carriera letteralmente col botto. Giovanissima calcò i palcoscenici della Salle Richelieu, il teatro della Comédie Française, venendone scacciata per ben due volte.
Nella prima per aver preso a sberle una attrice veterana, la seconda come autopunizione per aver accettato un ruolo senza tempo per prepararsi, giurando a se stessa che la sua carriera non avrebbe più conosciuto un fiasco.
E mantenne la parola.
Partita per l’estero registrò un cilindro sonoro per Thomas Alva Edison, all’epoca alle prese con una sua nuovissima invenzione chiamata il Fonografo, tornò in madrepatria per dirigere il Théâtre de la Renaissance, e successivamente il Théâtre des Nations, senza però disdegnare l’impegno civile e politico (fiancheggiò Émile Zola nel suo celeberrimo “J’Accuse”) arrivando nella sua lunghissima carriera dal teatro di posa al cinema muto (altra immensa invenzione della sua epoca).
Anticipando di un secolo le avventure di Lady Oscar ella portò a teatro L’Aiglon, opera teatrale dedicata alla figura di Napoleone II avocando per se stessa il ruolo principale, quindi interpretando con un immane successo sul palco il personaggio duca di Reichstadt, figlio di Napoleone, rivestita in eleganti abiti maschili. Gli stessi che avrebbe usato peraltro nella sua prolifica carriera di scultore per non essere ostacolata dagli abiti muliebri.
Orgogliosamente bisessuale in un’epoca in cui il poeta della sua generazione (solo quindici anni li separavano) Oscar Wilde pagò cara la sua scelta, ebbe un solo figlio dal nobile belga Charles-Joseph Eugène Henri Georges Lamoral de Ligne e relazioni con Gustave Doré e Georges Clairin, e attori come Mounet-Sully e Lou Tellegen (più qualche gossip che la legava a Victor Hugo), un secondo matrimonio con l’attore Aristides Damala, con cui visse separata a causa della dipendenza da morfina dello stesso ma supportò fino agli ultimi giorni ed una lunga convinvenza con la pittrice Louise Abbéma, nonché Ida Rubinštejn e Anna de Noailles.
Prima di Eleonora Duse, fu la musa ispiratrice e legata al Vate Gabriele D’Annunzio: e del resto, se la stravagante dimora ricca di animali esotici di Sarah Bernhardt non fosse un ulteriore segnale, i due condividevano molte cose, tra cui genio, sregolatezza e un inesauribile amore per il mondano che non disdegnava la partecipazione alla vita pubblica e sociale.
La perdita della gamba
Durante la recita teatrale della Tosca, la Bernhardt si era ferita al ginocchio destro. Provò nel corso del 1914 un periodo di immobilizzazione e lungo riposo, ma l’età ormai avanzata aggravata dagli effetti della tubercolosi ossea di cui soffriva resero la guarigione impossibile.
Nel 1915 scrisse quindi un ultimatum al suo amante, il chirurgo Samuel Pozzi: se lui non avesse provveduto ad amputarle la gamba, lei si sarebbe sparata nella gamba offesa non lasciando altra scelta a qualunque medico intervenuto se non l’amputazione.
Pozzi si arrese, e mandò il giovane chiurgo Maurice Denucé: con una certa soddisfazione fu la stessa Bernhardt a telegrafare all’amante vantandosi di essere sopravvissuta e di aver necessitato il minimo richiesto della dose di anestetico cosigliato: provò diverse protesi, ma le gambe di legno dell’epoca le erano insoddisfacenti, così per il resto dei suoi giorni si spostò su un baddacchino, recitando in ruoli dove le era possibile interpretare personaggi seduti, adagiati su triclini o su baldacchini.
Nello stesso anno dell’incidente fu nominata Cavaliere dell’Ordine della Legion d’Onore, per aver diffuso la lingua francese in tutto il mondo.
Nota a margine, come per tutte le reliquie sante e laiche, nel 2008 vi fu chi giurò di aver trovato la gamba amputata della Bernhardt. Trovando però una gamba sinistra, non la destra.
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