L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) ha inviato (27 settembre 2024) una specifica istanza per il diniego di autorizzazione in favore di un grande campo boe nel mare prospiciente Cala Granu, litorale di Arzachena (SS).
Sono stati coinvolti il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, il Ministero della Cultura, la Regione autonoma della Sardegna, i Comuni di Arzachena, La Maddalena e Golfo Aranci, l’Ente Parco nazionale dell’Arcipelago della Maddalena, la Direzione marittima di Olbia.
Il GrIG aveva già inviato (15 luglio 2022) opposizione al rilascio della concessione demaniale marittima per i notevoli impatti ambientali in una cala di contenute dimensioni (Cala Granu è lunga solo un’ottantina di metri).
Il progetto della Anchor Bay Benefit s.r.l. punta alla realizzazione di un campo boe di circa 236 mila metri quadri per l’ormeggio di tre unità da diporto (due aventi lunghezza di metri 130 e una avente lunghezza di metri 160) davanti a Cala Granu, con distanza di poco superiore a metri 200 dall’arenile e metri 100 dalla scogliera.
Il SUAPE di Arzachena ha indetto una conferenza di servizi per il 30 settembre 2024 e il 10 ottobre 2024 per il rilascio dell’autorizzazione definitiva.
In precedenza, il Servizio Demanio, Patrimonio e Autonomie Locali di Sassari e Olbia Tempio della Regione autonoma della Sardegna ha espresso il proprio nulla osta (nota prot. 4566 del 6 febbraio 2024) “alla presentazione della dichiarazione autocertificativa allo Sportello SUAPE del Comune di Arzachena, per l’acquisizione dei titoli necessari per la realizzazione dell’intervento e/o esercizio dell’attività.
Il Servizio Valutazione Impatti e Incidenze Ambientali della Regione autonoma della Sardegna ha espresso parere positivo (nota prot. n. 17432 del 7 giugno 2023) ai sensi dell’art. 5 del D.P.R. n. 357/1997 e s.m.i. per il periodo 15 giugno – 15 settembre in particolare con la seguente condizione:
“l’ormeggio sarà assicurato mediante la posa in opera di corpi morti, effettuata in corrispondenza di zone sabbiose prive di piante subacquee, mantenendo inalterato l’equilibrio creatosi nel tempo. Per garantire il minor impatto possibile, nella realizzazione degli ormeggi, si prevede che le catenarie e le cime d’ormeggio non striscino sul fondale, realizzando un sistema in tensione tramite un apposito galleggiante (jumper). I corpi morti che verranno utilizzati saranno del peso di circa 140 tonnellate. Le boe saranno rimosse durante la stagione invernale per evitarne l’usura, verificarne le condizioni, effettuare la necessaria manutenzione ed essere installate nuovamente ad inizio della successiva stagione turistica”.
Tuttavia, l’area di mare individuata rientra nella fascia di protezione esterna (D.M. Infrastrutture e Trasporti 2 marzo 2012)del parco nazionale dell’Arcipelago della Maddalena, che comprende anche l’Isola delle Bisce e le Isole di Li Nibani, e la posa in mare dei corpi morti per ancorare le boe è soggetta a specifica autorizzazione solo “ove ne sia dimostrata la compatibilità e l’innocuità ambientale” (art. 109 del decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.).
Le acque del parco nazionale dell’Arcipelago della Maddalena e la relativa area marina protetta, durante la stagione estiva, sono già oggetto di una vera e propria invasione di imbarcazioni di ogni tipo e in ogni tratto di mare, anche quelli di massima protezione, vista la scarsa efficacia di controlli e sanzioni e qualsiasi previsione di nuovi approdi non può che peggiorare l’overdose di turismo nautico foriero di inquinamento marino e di crescente antropizzazione in quella che dovrebbe essere un’area protetta
Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)
(foto Mauro Coppadoro, S.D., archivio GrIG)