Siamo nel 2012: la Marvel crea un supereroe per incoraggiare un bambino. Il colosso del fumetto ormai in capo a Disney ha da sempre avuto una forte attenzione per il lettore: basti pensare ai “no prize” elargiti dal compianto Stan Lee per chiunque lo contattasse con curiosità e sfoggio di attenzione per le sue creazioni.
Ma nel 2012 non è un piccolo lettore, ma una madre a scrivere: la madre di un bambino di 4 anni.
La Marvel crea un supereroe per incoraggiare un bambino
Il bambino soffriva di una malattia genetica causa di sordità, e per questo doveva indossare un vistoso apparecchio acustico. Con l’insofferenza tipica di un bambino il piccolo aveva cominciato a disprezzare quel congegno, ripetendo che i supereroi non dovebbero indossare “orecchie blu”.
Questa volta non è stato quindi un fan a scrivere, ma una madre, che ha trovato dall’altro capo delle poste l’editore e autore Bill Rosemann, artista delle arti visive e convinto di poter aiutare.
Rosemann ha così ricordato l’esistenza di eroi con “orecchie blu”, o quantomeno apparecchi acustici, come lo stesso Occhio di Falco, che nei fumetti ha per molto tempo combattuto con danni all’udito subiti durante la sua lotta al crimine.
Inoltre l’assistente editore Nelson Ribeiro e l’artista di produzione Manny Medros hanno creato un eroe in cui il piccolo potesse immedesimarsi, l’eroe “Blue Ear”, ovvero “Orecchio Blu”.
Nella narrazione creata da Marvel gli eroi indossano davvero le “orecchie blu”, e Blue Ear, ex enfant prodige assistente di Occhio di Falco, continua con un gruppo di altri eroi che da bambini erano stati bambini con disabilità a combattere il crimine, usando un apparecchio acustico ad alta tecnologia che gli consente di percepire cose che sfuggono al normale udito umano.
Nella metanarrazione Blue Ear si vede solo nelle tavole regalate al bambino perché semplicemente, come tutti gli eroi dell’immaginazione “vive tra una tavola e l’altra”, combattendo il crimine mentre i suoi colleghi appaiono nei fumetti e fermandosi di tanto in tanto per istruire i giovani eroi e fornire loro supporto, aiuto e incoraggiamento.
Come ha fatto col suo piccolo fan.
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