Ci segnalano i nostri contatti il complotto più stravagante di ogni tempo: quello per cui la missione cinese non ha trovato la bandiera dell’Apollo.
Quindi, secondo chi ha postato l’accorato appello, l’allunaggio non esiste (ma esiste quello cinese, quantomeno).
In realtà è esattamente come dichiarare che il Molise non esiste perché, atterrati nel Nevada, si è cercata in lungo e in largo la Cattedrale di Termoli non riuscendo a trovarne traccia nella Strip di Las Vegas.
Semplicemente la missione lunare Chang’e 6 era sull’altra faccia della Luna.
La missione cinese non ha trovato la bandiera dell’Apollo perché era dall’altra parte
La prima di sei bandiere fu piantata nel 1969: essa però cadde, ma altre cinque bandiere rimangono.
Tutte quante però rimangono sul lato “visibile” della Luna, ovvero quello visibile dalla Terra. Dato che come tutti sanno, nel moto con cui la Terra e la Luna orbitano attorno al loro baricentro, quest’ultima mostra alla Terra sempre lo stesso emisfero, quello esplorato fin’ora dalle missioni del Programma Apollo.
Chang’e 6 ha mandato i Taikonauti (astronauti in cinese) ad esplorare il lato nascosto, per essere precisi l’emisfero sud della Luna, all’interno del grande bacino del Polo sud-Aitken, allo scopo di raccogliere almeno 2 chilogrammi di materiale tra carotaggi e raccolta di regolite superficiale.
Parliamo di un satellite con un raggio di 1.737,4 Km, e di una missione il cui scopo è esaminare un intero emisfero (o quantomeno una sua parte) allo scopo di valutare le differenze tra il lato “nascosto” ed esplorato solo a partire da Chang’e 4 del 2019 e il lato “visibile”.
Appunto, esattamente come lamentarsi di non riuscire a vedere il Colosseo arrivati davanti alla Statua della Libertà e dedurre quindi che l’Italia non è mai esistita.
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