La Soprintendenza per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Cagliari ha di fatto fermato – con un parere sospensivo (nota prot. n. 45447 del 29 dicembre 2022) – il taglio di circa 190 alberi previsto dal Comune di Cagliari nei prossimi mesi.
Infatti, una volta esaminato il “Piano di Manutenzione delle Alberature della Città di Cagliari” riferibile all’“intero ambito urbano della città, comprendente … anche contesti di particolare valore paesaggistico e storico culturale nonché identitario per la comunità coinvolta”, ha espresso “diverse criticità sull’efficacia, esaustività e completezza del piano proposto: l’elaborato appare, infatti, maggiormente un lavoro analitico sulla condizione dello stato di salute delle singole alberature esistenti (supportato solo su una parte degli esemplari, da una campagna di diagnosi elaborata su approfondite analisi strumentali) e incentrato, come appare per larga parte di essi, su una stima a vista di ogni esemplare , senza che si rappresentino dettagliatamente azioni di intervento sostitutivo nel caso stimato di gravità massima che implica l’eliminazione dell’esemplare arboreo”.
La Soprintendenza rimarca il fatto che il piano comunale proposto sia “più o meno invasivo (taglio di una quota consistente di esemplari in un particolare ambito urbano) senza che si proponga un idoneo intervento compensativo in relazione al proposto … taglio di alberature”.
Nel caso concreto “la manutenzione così pianificata” assume “i connotati di un intervento sensibilmente trasformativo di un par un intervento sensibilmente trasformativo di un particolare ambito urbano (viale, piazza, parco) urbano (viale, piazza, parco)”.
Molto nette le considerazioni della Soprintendenza cagliaritana, quasi un vero e proprio manifesto della gestione paesaggistica del patrimonio arboreo in area urbana:
“in considerazione della importanza storica di alcune delle alberature che compongono particolari contesti urbani della città, della contestuale contestuale presenza di vincoli paesaggistici nelle aree in oggetto e della incombente, prioritaria necessità di garantire la sicurezza pubblica dal rischio crolli, seppure non sia ammissibile il ricorso ad analisi strumentali eseguite indiscriminatamente su tutti gli alberi del sistema verde cittadino in assenza di giustificazioni adeguatamente motivate, si ritiene:
che la sola analisi visuale, Valutazione Speditiva o di livello 1, che consiste in una ispezione visiva di un albero condotta al fine di identificare evidenti difetti e specifiche condizioni stazionali, per sua stessa natura rapida e poco approfondita, non sia un presupposto sufficiente per la eliminazione di uno o più esemplari arborei in contesti di particolare pregio dal punto di vista paesaggistico e/o sui quali gravino vincoli ai sensi del D. Lgs. 42/2004;
che la sola Valutazione Ordinaria o di livello 2, che consiste in una ispezione dettagliata, anche con semplici strumenti, dell’albero e della stazione in cui esso vegeta e nella redazione di una relazione tecnica riguardante le informazioni acquisite, pur definendo con maggiore dettaglio le condizioni vegetative e fitosanitarie, anche avvalendosi dell’uso di strumenti quali calibri, inclinometri e relascopi. e pur consentendo la valutazione delle parti accessibili all’occhio, quali il colletto, il tronco e i rami, non sia parimenti sufficiente per valutare la necessità dei citati interventi di eliminazione di eliminazione in quanto le porzioni dell’albero al di sotto del piano di campagna o quelle in quota, in quanto non visibili, generalmente sfuggono a questo tipo di valutazione e devono essere sottoposte a valutazione più avanzata; oste a valutazione più avanzata;
Si impone pertanto che:
in considerazione della importanza storica delle alberate, della presenza di vincoli paesaggistici nelle aree in oggetto e della necessità di garantire la sicurezza pubblica, sia necessario, qualora si ravvisino delle propensioni al cedimento, effettuare una effettuare una Valutazione Avanzata o di livello 3, in grado di fornire un’informazione dettagliata, che si avvalga di strumentazione specifica, valutando di volta in volta le tecniche più adatte, tra le quali ispezioni in quota, valutazione di eventuali carie mediante uso di apposita strumentazione (strumenti penetrometrici e sonici, tomografie), studi dell’apparato radicale mediante scavo in prossimità del colletto, monitoraggi delle variazioni di inclinazione, prove di trazione statica e dinamica e che la suddetta Valutazione venga corredata da una relazione tecnico – agronomica che attesti la necessità della eliminazione degli esemplari arborei come unica misura capace di salvaguardare la incolumità di persone e cose e che comprenda persone e cose e che comprenda anche la dettagliata rappresentazione delle misure di sostituzione degli esemplari arborei o compensative dell’intervento esemplari arborei o compensative dell’intervento.
Questo per consentire la decisione oggettiva fra abbattimento e conservazione di un albero a causa della sua elevata propensione al cedimento; infatti, essa è possibile solo dopo una Valutazione Avanzata essa è possibile solo dopo una Valutazione Avanzata che supporti la effettiva ed efficace valutazione del rischio, per la sua rilevante incidenza sulla sicurezza collettività”.
Pertanto, per la Soprintendenza “il piano dovrà essere corredato, a fronte del dato analitico sulla condizione di salute del particolare esemplare, da una corrispondente proposta di intervento manutentivo che possa andare dalla potatura controllata all’intervento fitosanitario di cura dell’esemplare; nei casi, invece, di taglio dell’alberatura per eccessiva criticità sullo stato di salute o o sul rischio crollo, si dovrà ad esso contrapporre la proposta di intervento che contempli l’idonea sostituzione dell’esemplare con uno nuovo”.
Inoltre, “il Piano in generale dovrebbe contenere, fatti salvi gli interventi di mera manutenzione sugli esemplari giudicati sani, gli indirizzi generali sull’assetto del verde della città:: se da una valutazione analitica dovesse risultare che un certo filare di alberi è soggetto a particolari sofferenze dovute a concause relative all’ambiente, alla conformazione delle aiuole esistenti, all’eccessiva conformazione delle aiuole esistenti, all’eccessiva impermeabilizzazione del suolo o alla incompatibilità di un certo genere di piante in un particolare contesto, l’intervento di eliminazione/sostituzione dovrebbe contenere, oltre ai dati suddetti su tipo, età e portamento del nuovo esemplare, la possibilità anche dell’eradicazione con pane di terra dell’esemplare ancora recuperabile e la sua allocazione in un nuovo contesto, più adeguato al benessere della pianta (parco esistente, viale dotato di aiuole compatibili per ampiezza, area libera costituenda un nuovo spazio verde, etc.)”.
La Soprintendenza ha chiesto, quindi, “una revisione del Piano … con la possibilità di introdurre elaborati integrativi che consentano una più approfondita disamina degli interventi sul verde cittadino”, con previsione di adeguate compensazioni nel momento in cui dovessero rendersi necessari tagli di alberi, e ha ricordato che “per ogni intervento sulle alberature che possa incidere sensibilmente su un particolare contesto della Città, si dovrà seguire il procedimento autorizzativo ordinario previsto dal Codice dei nto autorizzativo ordinario previsto dal Codice dei Beni Culturali, sia per gli ambiti di tutela paesaggistica che di tutela sul Patrimonio Culturale”.
Sospesi, in definitiva, gli imponenti interventi di tagli arborei previsti, inibiti i tagli in assenza di autorizzazione paesaggistica.
L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) esprime il suo plauso per la decisa presa di posizione della Soprintendenza cagliaritana a tutela dei valori ambientali, paesaggistici, storico-culturali del patrimonio arboreo cittadino.
L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) aveva inoltrato (16 ottobre 2022) una specifica istanza di accesso civico, informazioni ambientali e adozione degli opportuni provvedimenti in relazione al progetto “PON METRO – Città Metropolitane 2014-2020 – Asse 6 – Ripresa verde, digitale e resiliente (REACT EU FESR) – Azione 6.1.4. Operazione CA6.1.4.b.2 – Realizzazione di nuove aree verdi, di recupero e potenziamento di aree verdi degradate e del patrimonio arboricolo e arbustivo cittadino – Intervento principale”, recentemente approvato con deliberazione Giunta municipale Cagliari n. 193 del 3 ottobre 2022.
Il progetto complessivo risulta interamente finanziato da fondi comunitari (3,5 milioni di euro) con il programma PON METRO Città metropolitane 2014-2020 (qui i progetti cagliaritani) e tuttora completamente inattuato.
Coinvolti il Ministero della Cultura, il Ministero della Transizione Ecologica, la Soprintendenza per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, informati la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari, la Procura regionale della Corte dei conti per la Sardegna e i Carabinieri del Nucleo di tutela del patrimonio culturale.
In particolare, nel progetto emergono alcuni interventi comportanti abbattimenti di alberi ad alto fusto:
* Viale Calamosca, 131 alberi, di cui 53 esemplari di Pino d’Aleppo e Pino domestico classificati in classe di propensione al cedimento D (gravità estrema) e C (gravità moderata), che richiedono interventi di messa in sicurezza, alleggerimento e potatura;
* Viale Diaz (lati della strada e spartitraffico centrale), 118 alberi e 21 cespugli. Dei 118 alberi presenti 7 esemplari di Pino d’Aleppo sono stati classificati in classe di propensione al cedimento D (gravità estrema), destinati al taglio e conseguente sostituzione. Tre alberi risultano essere già abbattuti. I restanti 111 alberi saranno interessati da interventi di alleggerimento e potatura;
* Via Borgo S. Elia, tratto compreso tra viale San Bartolomeo e via Schiavazzi, 89 alberi, con 72 esemplari di Pino d’Aleppo classificati in classe di propensione al cedimento C (gravità moderata) e richiedono interventi di messa in sicurezza;
* Viale Buoncammino, lato destro, su 31 alberi viventi nelle aiuole 8 sono classificati “gravità estrema”, 3 sono già stati tagliati, mentre gli altri richiedono interventi di messa in sicurezza (cavatura e trasporto presso il vivaio comunale con contestuale sostituzione per 6 Jacaranda mimosifolia e sola potatura di alleggerimento per 2 esemplari della stessa specie. In questo caso l’autorizzazione ex art. 21 del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i. è già stata rilasciata al Comune di Cagliari dalla Soprintendenza A.B.A.P. di Cagliari con nota prot. n. 10393 del 26 marzo 2021, con il taglio di alcuni esemplari di Pino d’Aleppo già effettuato in data 7 settembre 2020, mai sanzionato, per quanto si è a conoscenza.
Il Viale Buoncammino, il Viale Calamosca, il Viale Diaz, la Via Borgo S. Elia appaiono, inoltre tutelati con vincolo storico-culturale (artt. 10 e ss. del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.), mentre il Viale Buoncammino e il Viale Calamosca sono tutelati anche con vincolo paesaggistico (artt. 136 e ss. del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.), quindi qualsiasi intervento dev’essere preceduto dalle specifiche vincolanti autorizzazioni, in carenza sono previste sanzioni penali e amministrative e possono essere integrati estremi di danno al patrimonio pubblico.
Non si può tralasciare, inoltre, il fatto che le verifiche appropriate sullo stato di salute e la stabilità degli alberi non possono limitarsi alla metodologia V.T.A. (Visual Tree Assessment), ma ad essa deve seguire una successiva analisi più approfondita, per esempio mediante la tomografia ultrasonica tri-dimensionale, che consenta di verificare nel concreto eventuali lesioni e statica.
Ora, nero su bianco, è anche la Soprintendenza a chiederlo.
Così come le necessarie e preventive valutazioni ed eventuali autorizzazioni paesaggistiche e culturali, come la legge prevede.
Il rinvio a giudizio davanti al Tribunale di Cagliari (udienza 19 aprile 2023) di quattro funzionari pubblici e di società di gestione del verde pubblico per il taglio di alcuni Pini d’Aleppo in Viale Buoncammino (settembre 2020) in assenza di autorizzazione paesaggistica dovrebbe far riflettere.
Saranno sicuramente positivi, validi e lodevoli, una volta realizzati, i nuovi interventi di forestazione urbana di Monte Urpinu-Via dei Conversi (6.400 piante, 6 ettari) e di Via San Paolo (7 mila piante su 4.7 ettari), con i finanziamenti del Ministero della Transizione Ecologica (oggi Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica), ma non può essere eliminato con leggerezza il patrimonio arboreo della città storica.
Il GrIG auspica un’adeguata valutazione degli interventi sul patrimonio arboreo e il più scrupoloso rispetto della legalità, necessario per la tutela dei nostri beni ambientali e culturali.
Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)
rivista Applied Sciences, 2021, 11, 1199.
Uso della tomografia ultrasonica tri-dimensionale per individuare il decadimento strutturale del fusto di un albero adulto di leccio (Quercus ilex L.) in Sardegna (Italia).
Silvana Fais (1,2), Michele Puxeddu (3), Francesco Cuccuru (1), and Nicola Cau (1)
(1) Department of Civil and Environmental Engineering and Architecture (DICAAR), University of Cagliari,Via Marengo 2, 09123 Cagliari, Italy, (2) Consorzio Interuniversitario Nazionale per l’Ingegneria delle Georisorse, Palazzo Baleani, Corso Vittorio Emanuele II, 244 – 00186 Roma, Italy, (3) BSc (Forestry), Via Darwin 11, 09126 Cagliari, Italy
Grazie all’intervento umano molte piante di leccio (Quercus ilex L.) sono state piantate nel verde pubblico e privato in Sardegna. Attualmente molti di questi alberi sono colpiti da attacchi fungini che producono cancri corticali e decadimento strutturale del fusto. Una metodologia operativa in campo non distruttiva che utilizza la tomografia ultrasonica supportata da fotogrammetria digitale è stata sviluppata e testata per individuare la presenza di eventuale decadimento della struttura interna del fusto di un albero adulto di leccio in Sardegna. Le metodologie ultrasoniche non distruttive sono comunemente usate per individuare le caratteristiche di elasticità e dinamiche di vari materiali (rocce, cemento, legno) tuttavia l’interpretazione dei dati è sempre molto complessa perché la propagazione delle onde elastiche dipende strettamente dall’eterogenicità, dalla porosità e dalle caratteristiche dei vari materiali indagati. La presenza di fratture o zone di decadimento strutturale e di cavità sono tutte potenziali problematiche dei materiali e quindi anche del legno del fusto di un albero; queste risultano caratterizzate da basse velocità ultrasoniche. In questo senso la velocità ultrasonica può essere usata come uno dei principali parametri diagnostici per individuare l’effettivo decadimento strutturale interno del fusto di un albero e definire anche la sua stabilità così come è stato fatto nel caso di studio esaminato per un albero adulto di leccio di 32 cm di diametro a petto d’uomo. In questo studio considerando le caratteristiche e le dimensioni dell’albero investigato e l’obiettivo dello studio, una tomografia ultrasonica tri-dimensionale è stata sperimentata a 24 Khz. Le misure ultrasoniche sono state sperimentate in situ usando un tester ultrasonico portatile (non-distruttivo) digitale (PUNDIT Lab plus) della Proceq (Schwerzenbach, Switzerland) con trasduttori piezoelettrici. Come dedotto dalle molte prove sperimentali condotte il tempo di attraversamento delle onde elastiche longitudinali è stato misurato attraverso stazioni di rilevamento lungo tutto il fusto. Il volume dei dati ultrasonici è stato processato mediante uno specifico software in grado di ottenere una rappresentazione tri-dimensionale della distribuzione della velocità delle onde longitudinali dentro il fusto. I risultati hanno dimostrato che la tomografia ultrasonica tri-dimensionale può essere un efficace e preciso strumento per una valutazione estremamente accurata del decadimento interno del fusto dell’albero studiato e per monitorarne lo stato di conservazione.
(simulazione fotografica GeenMe, foto per conto GrIG, E.R., S.D., archivio GrIG)