Mentre proseguono le indagini e vengono raccontati i dettagli di come sarebbe stata uccisa Giulia Cecchettin, l’opinione pubblica si sta spostando dal tema del femminicidio verso altri argomenti, cavalcati in particolar modo da ambienti religiosi come da quelli complottisti, passando per il clickbait di certi ambienti social che sfruttano l’omicidio della ragazza per ottenere un seguito.
Le accuse di satanismo
Elena Cecchettin, la sorella di Giulia, è diventata particolarmente nota a seguito delle sue critiche nei confronti del vicepremier Matteo Salvini, contestato nell’essere più severo nei confronti degli immigrati accusati di omicidio piuttosto che di un ragazzo bianco e italiano. A seguito di un intervento a Dritto e Rovescio (Rete4, Mediaset), in molti si sono soffermati non sulla definizione data a Filippo Turetta («figlio della cultura dello stupro»), ma sulla felpa che indossava: nera con una stella a cinque punte, spacciata per satanista.
«E poi quella felpa con certi simboli satanici aiuta a capire molto» scrive in un post Facebook del consigliere regionale veneto Stevano Valdegamberi. Bastava leggere la scritta per comprendere il contesto: si tratta di una felpa riportante la parola “Thrasher” dell’omonima rivista di skate. Troviamo diversi prodotti con lo stesso disegno alla voce “Skategoat”, nome usato anche dallo skateboarder professionista Leandre Sanders.
Il capro espiatorio nello skate
Già nove anni fa veniva discusso il significato della presenza di Bafometto, l’idolo pagano con la testa da caprone, e se c’era un collegamento con il satanismo. Ma basta guardare alla parola per comprendere il motivo della presenza dell’animale. Skategoat è un termine utilizzato nell’ambito dello skateboard per definire una “scusa”, un “capro espiatorio” che si incolpa quando non si riesce in un trick. Capro espiatorio in inglese si dice scapegoat, da lì il gioco di parole con skate. Si spiega così perché sul logo è presente una capra, ma c’è dell’altro e lo spieghiamo nel capitolo qui sotto.
La rivista Thrasher e la “ribellione” Metal
Presso il sito Royal College of Art è presente uno studio sulla rivista americana di skate e sui simboli utilizzati. Il logo viene visto esternamente come promozione del culto satanico, ma l’ideale della rivista è di un «simbolo di sfida» e una «messa in discussione delle regole, delle pressioni della società, della curiosità e dell’accettazione dei valori degli altri». Di fatto, le immagini di Bafometto apparivano negli album dei gruppi Heavy Metal, un genere musicale che è stato spesso associato al satanismo. Artisti come il britannico Ozzy Osbourne, frontman dei Black Sabbath, risultano essere molto trasgressivi suscitando polemiche nei gruppi religiosi, nonostante lui stesso (John Michael Osbourne) fosse un credente praticante della Church of England e che pregasse prima di ogni spettacolo.
Elena e la musica
Scorrendo il profilo Instagram di Elena Cecchettin (@siderealfire), in molti hanno pensato a una “fanatica del culto satanico”. In realtà, gran parte degli abiti che mostra nelle foto riguardano la musica. In un post del 27 giugno 2023 indossa una maglietta con scritto Venezia Hardcore Fest, la stessa che troviamo in un post dell’omonimo account del festival. In un’altra foto mostra una maglietta molto riconoscibile, quella dei Nirvana con la scritta Nevermind. Tra gli abiti che indossa fa una citazione a quello indossato da Kurt Cobain dei Nirvana in un concerto del 1991. Proseguendo troviamo una maglietta della cantante Nicole Dollanganger per la quale pubblica un’altra foto in cui si veste come nella copertina dell’album Natural Born Losers.
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