Quando il Giappone fu bombardato con le prime bombe atomiche si scoprì un dettaglio inquietante, comparso dopo le esplosioni.
In rete, cercando nuclear shadow, è possibile trovare alcuni esempi delle “ombre nucleari” di cui stiamo parlando, ad esempio questa:
In realtà quella che si vede viene appunto chiamata “ombra nucleare” ma non è un’ombra, bensì il negativo di qualcosa che stava tra il gradino e l’esplosione. Per capirci meglio, il gradino nella parte più scura è del colore di cui era prima che scoppiasse la bomba, mentre la parte chiara è di quel colore perché il materiale (presumibilmente cemento o pietra) di cui il gradino è fatto è stato “sbiancato” dalla luce e dell’energia generate dall’esplosione della bomba, lasciando del suo colore originale solo la parte che è stata protetta da qualcosa che le stava di fronte e le faceva da scudo, in questo caso una persona.
Anche questa qui sotto è un’ombra nucleare:
Il problema è che in rete, su svariati siti è invece possibile trovare questa immagine:
Spacciata per quello che non è: un’ombra nucleare. Quello che vedete qui sopra non è altro che un lavoro in digitale, creato con POV-Ray, un software di manipolazione delle immagini gratuito. L’autore dell’opera anni fa descrisse minuziosamente la fonte d’ispirazione e il procedimento seguito per realizzare l’immagine. Vederla circolare per quello che non è disturba, perché sappiamo che a furia di condividere le cose per quello che non sono si creano false verità. Più gente la vede circolare con una descrizione che la colleghi a Hiroshima più gente si convincerà che si tratta appunto di uno scatto che arriva da là, e questo è sbagliato.
Chissà, magari da oggi qualcuno di voi, se si troverà di fronte quello scatto spacciato per qualcosa che non è, si ricorderà di questo piccolo articolo e provvederà a sbufalare il falso.
maicolengel at butac punto it
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L'articolo Le ombre nucleari e la post-verità proviene da Butac - Bufale Un Tanto Al Chilo.