Di tanto in tanto riappaiono post relativi a delle strisce pedonali tridimensionali disegnate in una piccola città Islandese. Niente di complesso, ma un delicato effetto ottico.
Che non si tratta di immagini create con AI, almeno una volta, ma un progetto sperimentale dell’ormai lontano 2017, un mockup creato con caro vecchio disegno in CAD seguito da una sperimentazione locale, con permessi ottenuti in un paio di settimane.
E qualche piccolo strascico nel mondo, per poi diventare una delle mille curiosità di questo pianeta.
Le strisce pedonali in 3D in Islanda: dove, perché, come?
Gautur Ívar Halldórsson, manager della dita di disegno stradale Vegmálun GÍH ha preparato i bozzetti ispirandosi a simili progetti, ancorché più amatoriali, diffusi in India.
Sin dai bozzetti in CAD è chiaro che si tratta di niente di più di quello che un madonnaro nostrano già fa: un disegno che crea un’illusione tridimensionale vista dall’angolo di visuale dell’altezza media di un essere umano, ovvero di un essere umano seduto su una automobile, dando l’idea di un oggetto solido e spingendo l’automobilista a rallentare inconsciamente temendo un impatto.
Altri progetti simili sono stato lanciati nello stesso periodo in Kansas, ma dopo un paio di anni sono già spariti dall’orizzonte.
I limiti sono evidenti: i bozzetti sono eterni, le strisce pedonali fisiche si logorano, e stimolare l’automobilista all’inchiodata è subottimale rispetto a mantenere il rispetto dei limiti costante.
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