Le teorie del complotto sul terremoto in Turchia e Siria «provocato dalle antenne di HAARP»

1 year ago 95

Sono tante le condivisioni Facebook (per esempio qui, qui e qui) che diffondono la teoria del complotto su delle fantomatiche origini del sisma che ha colpito Turchia e Siria. C’è anche chi diffonde la narrazione del terremoto previsto con tre giorni di anticipo. Tutte si basano sul riciclo della vecchia tesi – cara soprattutto ai credenti nelle Scie chimiche -, secondo cui un sistema di potenti antenne situate in Alaska denominate Haarp, servirebbe agli americani per generare terremoti in giro per il mondo. Vediamo perché si tratta di una tesi priva di fondamento.

Per chi ha fretta:

  • L’impianto Haarp situato negli Stati Uniti non può generare i terremoti.
  • In nessun caso possiamo imputare alle onde elettromagnetiche la capacità di provocare sismi.
  • Nessuno è in grado di prevedere i terremoti, se non tirando a indovinare con annunci vaghi.

Analisi

Ne approfittano anche noti guru del complottismo, come Massimo Mazzucco, che scrive nel suo forum Luogocomune quanto segue:

Noi sappiamo già da tempo che le onde ELF possono penetrare in profondità nel terreno, causando sismi di notevoli dimensioni (v. video). E sappiamo anche che HAARP è in grado di emettere queste onde, e di farle rimbalzare sulla ionosfera, mandandole a colpire un qualunque bersaglio predestinato.

La trascrizione integrale del post da cui abbiamo tratto l’affermazione è stata condivisa anche su Facebook, e si accompagna ad un video, che riprende due minuti tratti dalla trasmissione Voyager, condotta da Roberto Giacobbo. Si vede una simulazione eseguita con un modellino, basata su un sasso che scivola sopra della sabbia, sollecitato (come suggerisce il filmato) dall’emissione di onde ELF. In che modo un sasso dovrebbe simulare fedelmente un sisma non viene spiegato.

Nella puntata integrale risalente al 2012 a un certo punto interviene l’ingegner Brooks Agnew (l’uomo visibile nello spezzone riportato da Mazzucco), il quale ritiene plausibile che le onde emesse da strutture come Haarp possano causare i terremoti. Agnew, laureato in ingegneria con un PhD in fisica, sembra essersi lasciato alle spalle la preparazione scientifica dandosi a pubblicazioni in totale antitesi col metodo scientifico. Noto sostenitore dell’Intelligent design (l’impianto pseudoscientifico del creazionismo) ha anche condotto ricerche sulla teoria della “Terra cava“.

Onde Elf e progetto Haarp: cosa sono?

Le onde Elf (Extremely low frequency) sono onde radio di banda compresa fra 3 e 30 Hz, utilizzate soprattutto nella comunicazione tra sommergibili nelle marine militari. Richiedono enormi antenne per venire emesse.

Sebbene HAARP non trasmetta segnali nella gamma ELF – spiega David Naiditch su Skeptic -, è possibile generare un segnale ELF piccolo ma utile attraverso il riscaldamento ionosferico. Secondo i funzionari di HAARP, questo segnale ELF “sarà più di undici milioni di volte più debole (più piccolo) del campo di fondo della Terra e circa un milione di volte più debole (più piccolo) del livello in cui i ricercatori hanno riportato effetti biologici in letteratura”. Il campo è così debole che può essere rilevato solo con strumenti sofisticati.

Ma cos’è esattamente Haarp? L’High Frequency Active Auroral Research Program venne costruito nel 1993 ed è rimasto in funzione fino a oggi, fatta eccezione per un periodo di pausa tra il 2013 e il 2015. Coi suoi «180 piloni d’alluminio alti 23 metri, disposti su un rettangolo di 12×15 elementi», come spiega l’astronomo Gianni Comoretto nella sua analisi per il Cicap (dove potete trovare tutte le fonti scientifiche in merito), l’impianto può emettere onde nella manda tra 2,8 e 10 MHz.

Il progetto non è segreto e in particolare esiste uno studio di impatto ambientale che è pubblicamente accessibile – continua Comoretto – . Parte delle ricerche sono di interesse militare e sono coperte da segreto, ma la maggior parte sono pubbliche e danno un’idea di cosa HAARP può o non può fare. Essenzialmente l’impianto invia onde radio nella ionosfera, riscaldandola leggermente e causando delle leggere ondulazioni (whistlers), analoghe ma più deboli di quelle causate dalla radiazione solare. In questo modo è possibile studiare come queste perturbazioni influenzino le comunicazioni radio.

L’idea di base è che le onde Elf occasionalmente provocate da Haarp possano modificare il campo magnetico terrestre e in questo modo causare i terremoti. Ma si tratta di mere congetture.

Qualcuno ha previsto il terremoto?

Qualcuno potrebbe obiettare facendo notare che qualcuno ha previsto con tre giorni d’anticipo il terremoto. Se non esiste modo di provocarli artificialmente, allora non dovrebbero nemmeno essere prevedibili. Infatti è così, come spiegavamo già in precedenti articoli, i terremoti non possono essere previsti, ma si può fare prevenzione nelle aree notoriamente soggette al rischio, in quanto sussistono condizioni geologiche ben precise e studiate.

Il “profeta” in questione è l’appassionato di terremoti olandese Frank Hoogerbeets (non un esperto come qualcuno vuole far credere), il quale il 3 gennaio aveva tweettato un messaggio piuttosto vago:

Prima o poi ci sarà un #terremoto di ~ M 7.5 in questa regione (Turchia centro-meridionale, Giordania, Siria, Libano).

Quel «prima o poi» lascia il tempo che trova. Come hanno spiegato degli esperti veri ai colleghi di Npr, «è un sito di attività frequenti: è dove convergono tre placche tettoniche […] La Turchia è una nota zona sismica. Conosciamo queste faglie, sappiamo che sono possibili terremoti di queste dimensioni». Insomma, è come se qualcuno avesse tweettato «prima o poi a Londra pioverà intensamente». Del resto Hoogerbeets ha una teoria tutta sua di come si generano i terremoti. Ritiene infatti che possano essere previsti studiando «il movimento dei pianeti nel nostro sistema solare».

Conclusioni

L’idea che i terremoti possano essere provocati con le onde elettromagnetiche provocate dall’impianto di antenne Haarp in Alaska non ha alcun fondamento. Del resto esistono già spiegazioni ben più plausibili di come si generano i terremoti di questa entità, che risiedono nei movimenti delle placche in cui si divide la crosta terrestre, che i geologi studiano da decenni.

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