In questi giorni sono sorte in Sardegna molte polemiche a seguito della diffusione della notizia secondo cui il Tirso in questi giorni starebbe scaricando a mare 2 metri cubi al secondo, flusso idrico che è stato assimilato a un grave sperpero in un periodo di non-abbondanza delle scorte idriche in alcuni invasi sardi (in qualche caso a causa degli scarichi autunnali per laminazione delle piene o lavori straordinari).
In realtà, quei 2 metri cubi al secondo rappresentano una portata davvero esigua rispetto a quella media del maggior fiume sardo, stimata in circa 16 metri cubi al secondo.
Un flusso idrico probabilmente prossimo al c.d. deflusso minimo vitale, ossia quello necessario – e obbligatorio per legge – a mantenere vitale, appunto, l’ecosistema del fiume. In altre parole, la quantità minima d’acqua che deve essere rilasciata a valle di un invaso per non causare gravi scompensi all’ambiente fluviale.
Peraltro, anche in termini assoluti, 2 metri cubi al secondo sono un dato davvero irrisorio rispetto alle perdite che si registrano nelle reti idriche sarde, pari a oltre la metà del flusso in uscita dagli invasi verso le reti idriche.
Sarebbe davvero auspicabile una maggiore attenzione da parte dei mezzi di informazione per evitare che anche questioni tecniche specifiche finiscano nel calderone del sensazionalismo, con tutti i risvolti negativi in termini di conoscenza delle tematiche ambientali da parte della cittadinanza.
Juri Iurato, Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)
da L’Unione Sarda, 22 marzo 2024
Le cicale del Tirso: quell’acqua versata. L’editoriale del direttore.
Due metri cubi al secondo (duemila litri), 120 al minuto, 7.200 all’ora, 172.800 al giorno, un milione 200 mila metri cubi alla settimana finiscono in mare.
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Si accentua la polemica per gli sversamenti dal Tirso. La Regione potrebbe decidere di attivare gli impianti per incanalare l’acque verso il Flumendosa.
A.N.S.A., 22 marzo 2024
(foto S.D., archivio GrIG)