Manutenzione infrastrutture RFI: quarto sciopero in quattro mesi

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Con quello di oggi le ferroviere e i ferrovieri della manutenzione infrastrutture di RFI sono al quarto sciopero di protesta su quattro mesi, contro l’accordo di settore del 10 gennaio 2024. Un’adesione che si colloca nello stato di agitazione nazionale di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori del gruppo FSI.

Un fatto che segna la prima convergenza della vertenza contro l’accordo del 10 gennaio dentro quella più generale per un rinnovo contrattuale che risolva le questioni centrali dei bassi salari e dell’aggravata sofferenza lavorativa delle ferroviere e dei ferrovieri dell’esercizio operativo.

Una sofferenza dovuta a politiche aziendali di forzatura sugli orari di lavoro e di riposo, intrise di logica produttivistica e di messa a mercato del tempo libero delle lavoratrici e dei lavoratori interessati, e che creano un disagio oltre i limiti dell’accettabile che incide direttamente sulle condizioni di salute e sicurezza.

C’eravamo dunque anche oggi a riaffermare la determinazione a proseguire e allargare la lotta contro il catastrofico accordo nazionale del 10 gennaio e contro le sue ricadute imposte a tradimento dalle compagini sindacali territoriali, firmatarie, nelle scorse settimane, di accordi applicativi in diverse DOIT.

Proprio contro queste firme, contro la palese volontà di lavoratrici e lavoratori, è stata rivolta la partecipazione allo sciopero di oggi, espressa direttamente nei tre presidi che si sono svolti a Napoli, Roma e Venezia in cui delegazioni di lavoratori hanno data voce alla resistenza e tenuta della lotta in corso.

Una protesta in cui, oltre alla denuncia dell’attacco alle loro condizioni di lavoro e di vita, i lavoratori hanno ribadito la rivendicazione del diritto alla democrazia sindacale e al rinnovo delle loro rappresentanze (RSU/RLS), decadute da sei anni e normativamente delegittimate a firmare accordi con validità per tutti i lavoratori interessati.

Abbiamo dati frammentari sull’adesione allo sciopero di oggi ma dalla prima ricognizione si conferma una diffusa tendenza al mantenimento dell’impegno di lotta, con riscontri di buona tenuta su diversi impianti di varie DOIT come appunto Napoli, Roma, Venezia.

Su questi dati, USB riconferma il pieno sostegno alla grande lotta delle lavoratrici e dei lavoratori delle ferrovie, con particolare attenzione, in questa fase, alla vertenza 10 gennaio, su cui oggi nei presidi abbiamo annunciato l’avvio delle azioni di supporto legale per la denuncia d’illegittimità delle attuali rappresentanze sindacali unitarie e dunque degli accordi da queste già sottoscritti a livello territoriale.

La lotta deve proseguire fino alla definitiva rottamazione del progetto10 gennaio e al rinnovo delle rappresentanze dei lavoratori con cui riaprire una reale contrattazione, nazionale e aziendale, che abbia al centro il recupero delle tutele per la salute e la sicurezza, per la dignità economica e professionale per le lavoratrici e i lavoratori della manutenzione infrastrutture, come per tutte le ferroviere e tutti i ferrovieri dell’esercizio ferroviario.

A chi oggi ha sottovalutata l’opportunità offerta da questa giornata diciamo: adesso iniziamo pure a parlare dello sciopero del prossimo 3 giugno; non mancherà di sicuro il nostro solito apporto di proposta politico-sindacale per il prosieguo della lotta.

 

Democrazia sindacale e rivendicazione di diritti e tutele per tutte e tutti!

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