MELONI E SAIED DOPO BERLUSCONI E GHEDDAFI

1 year ago 62

di Gilbert Achcar

Molti, compresi i media, sono stati colti alla sprovvista dalla visita lampo [in Tunisia, N.d.R.] di domenica scorsa di una delegazione europea di alto rango, tra cui la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, il primo ministro italiano Giorgia Meloni e il suo omologo olandese Mark Rutte. La visita ha incluso un party fotografico nel giardino del palazzo presidenziale tunisino di Cartagine su uno sfondo verde e blu, il colore del giardino che si affaccia sul mare. Le immagini mostrano la delegazione europea sorridente, mentre la Meloni sembra flirtare con il presidente tunisino Kais Saied, per riuscire a strappare un raro sorriso a un uomo abituato all’immobilità degli idoli. La Meloni aveva fatto visita al presidente tunisino pochi giorni prima che arrivasse la delegazione per spianare la strada a quanto annunciato durante la visita.

Ciò che aumenta la sorpresa è che i media occidentali, negli ultimi due anni, sono stati pieni di aspre critiche alle misure arbitrarie del presidente tunisino, compreso il suo imprigionamento di Rached Ghannouchi con pretesti inconsistenti (a proposito, è notevole che coloro che vedono la critica dei media occidentali alla sfida del presidente turco Erdogan alle libertà nel suo paese come posizione “occidentale” perché non ha niente a che fare con la democrazia, non dicano la stessa cosa della critica dei media occidentali a Said.) Certo, che la Meloni si trovi a suo agio con l’autoritario presidente tunisino non è affatto sorprendente, anzi, è del tutto naturale, visto che il primo ministro italiano è a capo di un partito affiliato all’eredità del fascismo e fiero di suo fondatore, Mussolini. Per quanto riguarda i rappresentanti dell’Unione Europea che camminano sulle sue tracce, può sembrare sorprendente a prima vista, ma la nebbia si dirada rapidamente quando si guardano il motivo e le circostanze della visita.

La Meloni, con le sue radici fasciste, non è molto diversa dalla destra europea conservatrice e liberale rappresentata da von der Leyen e Rutte sulla questione che ha provocato la visita, ovvero l’immigrazione dal Marocco e dall’Africa sub-sahariana verso i Paesi dell’Unione Europea. Tutte le correnti della destra europea, dall’estrema destra a quella conservatrice e centrista, e anche alcuni gruppi della corrente socialdemocratica, convergono alla ricerca di modi per arginare l’ondata di immigrazione, soprattutto dopo la partenza verso l’Europa da tutte le parti dell’Africa passando per la Libia o la Tunisia, oltre all’immigrazione tunisina in particolare, via mare. Il Mediterraneo è diventato la fonte più importante per i migranti in cerca di asilo, lavoro, o entrambi, dopo l’alto numero di profughi asiatici provenienti dall’est attraverso la Turchia o il Mediterraneo orientale sono diminuite.

L’Italia è il primo paese di arrivo della maggior parte degli immigrati, in virtù della geografia, soprattutto le sue isole vicine alle coste del Nord Africa, in particolare la Sicilia, che è vicina alla Tunisia, e Lampedusa, la più vicina, in cui si concentrano i profughi che arrivano via mare. Il numero di arrivi dall’Africa sul territorio italiano è aumentato di sette volte nei primi cinque mesi di quest’anno rispetto all’anno precedente, raggiungendo quota 26.500. La priorità politica di Meloni era la questione dell’immigrazione, come si addice a un leader politico di estrema destra che ha fatto una campagna contro immigrati e rifugiati. E ha ottenuto dall’Unione Europea un provvedimento per attivare la condivisione degli arrivi tra Paesi europei, ma anche una decisione più importante per consentire il rimpatrio forzato nei Paesi da cui provenivano o in altri, purché “sicuri” .

Il corteggiamento della Meloni nei confronti di Saied rientra nel quadro dei suoi incessanti sforzi affinché l’Unione Europea e il Fondo Monetario Internazionale forniscano urgenti prestiti e aiuti alla Tunisia per porre rimedio al collasso economico che la minaccia. La Tunisia è un Paese insicuro e non è legale rinviarvi i richiedenti asilo, anche se ne possiedono la cittadinanza. Certo è che ciò che ha spinto il resto dell’Unione Europea ad accompagnare la Meloni nella sua impresa, e ha spinto von der Leyen e Rutte ad unirsi a lei al Palazzo di Cartagine e i tre a dichiarare l’intenzione di aiutare economicamente la Tunisia, è stato il panico per il previsto arrivo attraverso il Mediterraneo di ondate di profughi della guerra sudanese in cerca di asilo in Europa.

Scommettono sul presidente tunisino affinché collabori con loro nel rimpatrio dei migranti africani in Tunisia, e da lì nei paesi sub-sahariani da cui sono originari o di passaggio. Qais Saied ha dato garanzie in tal senso con il clamoroso discorso che ha pronunciato quattro mesi fa, incolpando gli immigrati dall’Africa nera e accusandoli di cospirare per cambiare la composizione demografica della Tunisia, con parole per nulla diverse dai discorsi dell’estrema destra europea cui appartiene di diritto la Meloni.
Il presidente del Consiglio italiano ha pianto calorosamente i giorni prima del suo predecessore in carica e del suo alleato di estrema destra Silvio Berlusconi, che l’ha preceduta sulla stessa strada quando ha concluso nel 2008 un accordo vergognoso con un altro dittatore arabo, Muammar Gheddafi. Quell’accordo prevedeva che l’Italia, di fronte agli arrivi via mare sulle sue coste dalla costa libica, glieli restituisse forzatamente, a condizione che il governo libico li espellesse a sud del Sahara. L’affare ha funzionato: il numero di arrivi via terra dal continente africano in Italia è sceso dai 36mila del 2008 ai 4.300 di due anni dopo. All’epoca fu duramente condannato dall’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, António Guterres, che ricoprì tale carica tra il 2005 e il 2015, prima di essere eletto Segretario Generale delle Nazioni Unite e assumere quest’ultima carica a partire dal 2017.

13/06/2023

Traduzione dall’arabo a cura della Redazione di Rproject utilizzando traduttori automatici.

Qui il testo originale tratto da www.alquds.co.uk

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