Mestre: le prime risposte sulle 22 vittime del pulman precipitato dal Cavalcavia Vampa il 3 ottobre 2023

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Dopo quasi 8 mesi dalla strage che ha visto un pullman precipitare dal cavalcavia Vempa, a Mestre, che provocò la morte a 22 persone due dei quali bambini, e 18 feriti, le indagini hanno fatto emergere la rottura dello sterzo del mezzo e la vetustà del guard rail, talmente consumato da non riuscire a reggere l'urto dell'autobus precipitato il 3 ottobre 2023.

Tra le vittime l’autista Alberto Rizzotto, 40 anni, residente in provincia di Treviso.

Arrivano oggi i primi risultati delle superperizie disposte dalla Procura della Repubblica di Venezia sull'autobus precipitato dal cavalcavia di Mestre, quindi, hanno fatto emergere che un'anomalia meccanica, in particolare ad un perno dello sterzo, avrebbe impedito all'autista di recuperare il mezzo nella fase dello sbandamento.

Per la tragedia sono indagati tre funzionari del Comune di Venezia e l'amministratore delegato de "La Linea", la società che ha in gestione il servizio su quella tratta.

Le immagini delle telecamere interne all'autobus, inoltre, documentano che il pullman viaggiava normalmente sul cavalcavia, quando ha iniziato a scarrocciare sulla destra a causa della rottura di un giunto dello sterzo, battendo più volte e seminando pezzi sulle barriere, per poi precipitare.

Si comincia a far luce, finalmente, su quello che la USB Lavoro Privato ha da subito definito l'ennesimo omicidio sul lavoro, in cui le prime indagini confermano la scarsa sicurezza e le difficili condizioni di lavoro dei dipendenti del trasporto locale e degli utenti.

In attesa di conoscere l'esito definitivo delle indagini, la USB continua a ritenere necessaria l'introduzione del reato di omicidio sul lavoro per tutti i responsabili di società pubbliche e private che non rispettino le normative sulla sicurezza sui luoghi di lavoro, ma anche il mantenimento in house dei servizi attraverso l'eliminazione degli affidamenti in appalto, che mettono al centro interessi economici privati a danno dei diritti dei lavoratori e dei cittadini, tagliando sul costo del lavoro e sulla sicurezza.

Oggi il nostro ricordo va alle 22 vittime compreso il collega Alberto Rizzotto, per il quale continueremo a chiedere verità e giustizia.

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