In Italia il metaverso è in costruzione ed è poco conosciuto dalla maggioranza delle persone. Ci sono 231 progetti censiti di extended reality e 1,4 milioni di connazionali che accedono a mondi virtuali. Ne ha sentito parlare l’86% degli utenti internet tra 18 e 75 anni, ma appena l’8% conosce il tema “per davvero”.
Sono alcuni risultati della ricerca dell’Osservatorio Realtà Aumentata e Metaverso della School of Management del Politecnico di Milano, presentato da Marta Valsecchi, Valeria Portale, direttori dell’Osservatorio, e Riccardo Mangiaracina, responsabile scientifico.
Tutto da definire
Il vero e proprio metaverso è ancora tutto da definire. Per fare chiarezza tra le molteplici definizioni, l’Osservatorio ha sintetizzato gli elementi chiave tra le fonti disponibili e ha definito il Metaverso come “un ecosistema immersivo, persistente, accessibile a tutti, interattivo e interoperabile, composto da mondi virtuali interconnessi tra loro in cui le persone possono socializzare, lavorare, effettuare transazioni, giocare e creare asset, accedendo anche tramite dispositivi immersivi”.
Una realtà che deve essere modulabile e consentire il possesso di asset e la rappresentazione tramite avatar. Il Metaverso così definito ancora non esiste, ma si iniziano ad intravedere contorni e caratteristiche.
Aziende attente
Su scala mondiale, continua l’analisi, oggi sono presenti 212 diversi mondi virtuali, ma non esiste ancora un universo digitale pienamente interoperabile.
C’è però l’attenzione delle aziende: si contano 445 progetti a livello internazionale con sperimentazioni in particolare nel campo del commercio al dettaglio (37%) e dell’intrattenimento (27%).
Sono 60 (il 13% del campione) i progetti portati avanti da aziende con sede italiana per lo più nel mondo della moda e del commercio al dettaglio.
Tra i 231 progetti censiti in Italia 126 riguardano la gestione dei consumatori e 105 i processi aziendali. Nella prima categoria, il 34% riguarda il settore turismo e arte con la possibilità, ad esempio, di visitare virtualmente musei (come la Galleria degli Uffizi) o offrire contenuti interattivi (come i giochi ai Musei Reali di Torino).
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