Milano, 13/04/2024 - Vestiti da pagliacci in giacca e cravatta contestano l’appuntamento dei ministri dei Trasporti al limite della zona rossa, mentre uno striscione recita “G7: il circo itinerante”
Questa mattina, un gruppo di persone legate a Extinction Rebellion si è recato in Piazza del Duomo, a Milano, e travestite da pagliacci in giacca e cravatta, hanno dato vita a un circo itinerante. Mentre alcuni reggevano uno striscione rosso con la scritta “G7: il circo itinerante”, altre con parrucche colorate e nasi rossi, si muovevano accompagnate dal violoncello.
La protesta vuole richiamare i “grandi del mondo” che si stanno riunendo nella sede di Palazzo Reale a Milano per la Riunione Ministeriale sui Trasporti, seconda tappa del vertice a presidenza italiana, e denunciare l’inazione davanti alla crisi ecoclimatica e le modalità di scarso coinvolgimento della popolazione a favore di tavoli a porte chiuse. «L’emergenza climatica in cui stiamo vivendo necessita di un coinvolgimento dell’intera popolazione, per decidere insieme del nostro futuro» dichiara Lorenzo «mentre il G7 ci mostra come i governi e i loro tecnici, chiusi nei castelli d’Italia, protetti da zone rosse che li isolano dai cittadini, decidono per il futuro delle nazioni e del pianeta, con una comunicazione e un coinvolgimento della cittadinanza pressoché assenti».
Le emissioni dei trasporti europei e italiani sono aumentate di oltre un quarto dal 1990 ad oggi e, a differenza del resto dell’economia, non decrescono. Con questo ritmo, le emissioni del settore arriveranno a rappresentare il 44% delle intere emissioni europee nel 2030 [1]. L’agenda del G7 Trasporti è incentrata sulla sicurezza economica nei trasporti globali, e coinvolge progetti quali la TAV e il Ponte sullo Stretto volti a proteggere l’economia e il commercio internazionale. Grande assente è invece la transizione verso una mobilità sostenibile e pubblica, come denunciano gli attivisti in piazza cavalcando le loro bici: «Un modello incentrato sul trasporto privato e a combustione non è solo altamente inquinante, ma anche ingiusto e inaccessibile: le emissioni sono sbilanciate per le fasce ultra ricche, che possono permettersi grandi SUV o Jet privati» sottolinea Marcello. Si stima infatti che i viaggiatori aerei più assidi, i così detti frequent flyers, producano più della metà delle emissioni legate all’aviazione civile, nonstante siano meno dell’1% della popolazione mondiale.
«La maggior parte delle persone invece» continua Mang «sono dipendenti dall’automobile, non possono permettersi un’auto elettrica e non dispongono di alternative adeguate in termini di trasporti pubblici o mobilità dolce». Un tema, quello dei trasporti, che ha fatto discutere recentemente in Italia sulla riforma del codice della strada, che vede proprio oggi a Milano manifestazioni di denuncia verso la mancanza di sicurezza per i ciclisti in strada, o ancora sulle ‘Città 30’, le quali si stima riducano il rischio di indicenti mortali per pedoni e ciclisti di circa 8 volte rispetto ai 50km/h. «Queste modalità» conclude Mang «privano la cittadinanza di scegliere come muoversi, di adottare delle soluzioni collettive che risultino non solo meno inquinanti, ma anche più sicure, economiche e accessibili».
Extinction Rebellion
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