Milano, Sentenza di Cassazione con parolaccia incorporata: ovvero un bel “ca**o” sparato giusto alla fine della “parte motiva”. Tra la parte dove una sentenza spiega perché una decisione sarà presa e la decisione stessa
Passa in secondo piano l’oggetto della causa, il ricorso di un imputato per truffa ai danni dello Stato avverso la confisca di un’automobile (un’Opel Astra) dinanzi alla portata della parolaccia.
Milano, Sentenza di Cassazione con parolaccia incorporata: “P.Q.M. ca**o”
Nel confermare la svista ADNKronos attribuisce l’errore all’uso di un programma di dettatura vocale che avrà captato lo sfogo.
Tutto è possibile: forse è così, forse la “sciatteria” descritta da ADNKronos deriva da un autocompletamento, un dito che scivola su una tastiera sensibile, cosa anche essa ammissibile e nel reame delle possibilità.
Ma è l’interpretazione de Il Dubbio, nota rivista del settore giuridico, ad attirarci. Forse non un errore, ma uno sfogo. Un lapsus freudiano arrivato nella sentenza numero 35183 del 2022 emessa dalla Suprema corte di Cassazione, seconda sezione penale.
Una contrapposizione tra giudici oberati di lavoro, tra sentenze che nonostante i filtri che dovrebbero vagliare le sentenze ammissibili di gravame in appello e Cassazione continuano a impegnare i tribunali in grandissimo numero, e il “popolo della Rete” a casa pronto a berciare contro “i tempi lunghi della Giustizia” e gli “È ora di basta che la gente vuole giustizia subito e i tribunali si prendono tempo!”
Un rigetto enfatico, preceduto da un lapsus che esorcizza decenni del vizio Italiano di ingombrare i tribunali e accusare i giudici costretti a far fronte a tale marea di essere una “accolita di perditempo” barcamenandosi nella mole di lavoro richiestagli.
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