Il 29 luglio potrebbe arrivare il via libero allo sfruttamento dei giacimenti sui fondali oceanici in acque internazionali e un quadro di regole comuni globali per le attività di deep sea mining. Attività controverse perché resta in larga parte ignoto l’impatto sugli ecosistemi. Intanto, alcune imprese italiane si sono mosse da anni per sondare il terreno. Mentre molte altre aziende, la cui catena di fornitura si intreccerà inevitabilmente con i metalli estratti dai fondali, sembrano ignorare il tema nei loro report di sostenibilità
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