1 year ago
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Elon Musk scende in campo ancora una volta per difendere la controversa decisione di imporre il pagamento per la certificazione dell’account su Twitter, con la famosa spunta blu.
“Utilizzando un solo computer da casa e l’intelligenza artificiale, si possono creare 10.000 o 100.000 account Twitter falsi”, ha detto l’imprenditore. “Questo è il motivo per cui bisogna stringere le maglie della certificazione e fare in modo che per ottenere la spunta blu servano un numero telefonico verificato e una carta di credito”.
“La mia previsione è che qualsiasi cosiddetto social network che non lo faccia fallirà”, ha aggiunto.
Washington dice no
Dalla sua creazione nel 2009, la spunta blu è diventata un elemento distintivo che ha aiutato la piattaforma a diventare un forum affidabile per i giornalisti e gli attivisti. Ma per Musk era il simbolo di un sistema classista.
Nel giorno in cui scade l’ultimatum, e i profili che non hanno pagato perderanno il simbolo, si rafforzano però le posizioni di quanti contestano il sistema. Tra questi la Casa Bianca.
In una nota interna, ha scritto il sito Axios, il direttore della strategia digitale Rob Flaherty ha comunicato che Washington non pagherà per la certificazione degli account dei membri dello staff. La spunta blu – è la sua convinzione – più che essere una garanzia di ufficialità, diventerebbe solo un’indicazione per capire chi ha pagato e chi no.
Non è chiaro invece cosa succederà per gli enti governativi americani.
E diverse redazioni sembrano intenzionate a seguire la stessa strada.
Twitter nei mesi scorsi aveva parlato dell’introduzione di spunte di altri colori per indicare l’origine di un account – ad esempio se appartiene a un governo. Ma non è da escludere che possa fare delle eccezioni: nei giorni scorsi il New York Times ha diffuso una notizia sull’intenzione del social di lasciare la spunta blu ai 500 più grandi investitori pubblicitari e alle 10mila organizzazioni più seguite.
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