Nel distruggere la gabbia

1 year ago 50

di Giovanni Marenda

Nel distruggere la gabbia

Il CPR di Torino è stato chiuso, dopo 25 anni di “ininterrotta attività”. È stato chiuso dalla lotta delle persone recluse, dalla loro rabbia, dalla loro disperazione. Questo è un fatto politicamente fondamentale, che è passato forse in sordina nella narrazione mainstream sull’inagibilità della struttura di via Mazzarello 31. Un fatto che si inscrive e si rispecchia nella lunga storia di rivolte nelle prigioni per migranti in Italia, un fatto che va chiamato per nome: i detenuti hanno distrutto la loro gabbia, le hanno dato fuoco.Nonostante la celere, nonostante le “terapie” di sedativi [1], nonostante i tentativi dell’istituzione totale CPR di annientare il corpo e la mente. Questo dimostra – se ce ne fosse bisogno – l’irriducibile forza di chi in catene decide di ribellarsi insieme allə altrə, di liberarsi. E riapre un orizzonte di possibilità, facendo capire – soprattutto a chi sta fuori da quelle mura – che sì, i CPR possono essere chiusi. Si ...

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