NO al DDL Sicurezza: comunicato congiunto di movimenti, associazioni e giuristi

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*Roma, 24/09/2024 – *La rete In Difesa Di, al fianco di chi difende i diritti umani ed ambientali nel mondo, esprime la propria contrarietà al DDL 1660

Il disegno di legge 1660, approvato il 18 settembre alla Camera dei Deputati, è un salto di qualità dell’atteggiamento repressivo che connota da molti anni la risposta delle istituzioni alla protesta, al dissenso e al disagio. Una tendenza che ha caratterizzato i governi e le maggioranze parlamentari che si sono succedute almeno dal 2001, con la ricorrente adozione di “pacchetti sicurezza”.

Il DDL 1660 si caratterizza, però, non solo per la stretta repressiva ma anche per la costruzione di quello che potremmo definire un vero e proprio “diritto penale del nemico”. E per ridisegnare alcuni istituti mutandone profondamente la natura.

Sono tante i segnali di questa volontà repressiva: dalla “norma anti donne rom” che consente l’incarcerazione anche delle donne in gravidanza e delle donne con neonato, alle nuove ipotesi di Daspo disposto dal questore o il cosiddetto “Daspo giudiziario” (che imporne per alcuni reati il divieto di accedere a determinati luoghi e subordina la concessione della sospensione condizionale della pena al rispetto di tale divieto), fino all’obbligo per i cittadini stranieri di esibire il permesso di soggiorno per poter attivare una utenza mobile, per fare “terra bruciata” intorno a loro.

A queste norme se ne aggiungono altre che intendono reprimere duramente le proteste e ridurre gli spazi di possibile espressione di dissenso, colpendo anche (e in alcuni casi specificamente) i movimenti ambientalisti. Un meccanismo che tende a demolire anni di conquiste democratiche nelle istituzioni totali e nei rapporti tra autorità e cittadini, e vuol far tornare indietro le lancette della storia di ottant’anni.

Un esempio vergognoso è il “nuovo” reato di rivolta carceraria e nei CPR (ma anche negli hot spot e nei centri di accoglienza per migranti), con il quale si puniscono non solo le rivolte violente (peraltro non meglio definite), ma pure gli atti di resistenza anche passiva all’esecuzione degli ordini impartiti. Si disegna un “nuovo” modello di detenuto (ma non solo, anche di migrante accolto in un centro) del tutto spersonalizzato, privato anche del diritto di utilizzare metodi non violenti e pacifici di contestazione e dal quale si pretende obbedienza “cieca e assoluta”.

Questa prima volta nella repressione della resistenza passiva rischia di divenire un precedente che può permettere, in futuro, di punire ogni forma di disobbedienza. È quel che è successo con il Daspo: nato negli stadi per reprimere gli ultras, è stato poi esteso agli ambiti urbani ed è oggi uno strumento di repressione amministrativa buono per tutte le forme di disagio e/o di dissenso.

Ancora, il Disegno di legge contiene una lunga serie di disposizioni specificamente destinate a reprimere il dissenso, spesso palesemente disegnate su uno “specifico” soggetto ritenuto da reprimere in modo particolare. Già con il decreto cd ecovandali, questa legislatura ci aveva abituato alla costruzione di reati sugli attivisti ambientalisti e sulle loro modalità di protesta. È evidente che si vuole specificamente colpire determinate proteste e determinati attivisti.

Le disposizioni del DDL 1660 attualmente in discussione, paiono poi voler disegnare un nuovo assetto nei rapporti tra il potere esecutivo e le forze di pubblica sicurezza, e la popolazione, e colpire ogni forma di dissenso, riducendo il cittadino ad un docile oggetto di controllo, in una società che si vorrebbe plebiscitaria. Chi si ribella è considerato un “soggetto estraneo” al modello di società, che deve essere punito. È un modello di società estremamente pericoloso ed estraneo ai principi costituzionali. Se il disegno di legge sarà approvato, siamo certi che molte delle sue norme saranno dichiarate incostituzionali. Nel frattempo però, avranno fatto germogliare nella società le malepiante politiche e culturali che le nutrono, oltre ad aver colpito le persone che ne saranno nel frattempo state vittime.

Comunicato congiunto della rete In Difesa Di con Extinction Rebellion, Ultima Generazione, Legal Team Italia, Osservatorio ​Repressione, Giuristi Democratici

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