Il Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) ha inoltrato un atto di intervento (9 ottobre 2024) nell’ambito del procedimento di valutazione d’impatto ambientale (V.I.A.) relativo al progetto “Pizzone II” di realizzazione di un nuovo impianto di generazione energetica e pompaggio proposto da Enel Produzione s.p.a. sull’Appennino centrale (Abruzzo, Molise), nell’area del parco nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise.
Il progetto prevede più di 12 chilometri di nuove gallerie con diametro fino a 10 metri, due “caverne” artificiali intercomunicanti, il taglio di quasi 4 ettari di bosco, circa 1,2 milioni di metri cubi di roccia scavati e in gran parte destinati a “rifiuto speciale”, oscillazioni giornaliere superiori ai due metri dei livelli idrici dei Laghi di Montagna Spaccata e di Castel San Vincenzo, con indubbi effetti sugli ecosistemi, alterazione del regime idrico in aree naturali protette (vietato dalla legge n. 394/1991 e s.m.i.), il degrado degli habitat frequentati dal raro Orso bruno marsicano (Ursus arctos marsicanus) e da altre specie di fauna selvatica protetta, l’incremento del dissesto idrogeologico e un’inesistente vantaggio sul piano energetico, al modico costo di più di 500 milioni di euro.
Una follia, come ha messo nero su bianco nel suo parere negativo anche l’Ente Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.
Non solo.
Oltre a interessare aree tutelate con vincolo paesaggistico/ambientale (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) e numerose aree rientranti nella Rete Natura 2000 (Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise ed aree limitrofe, ZPS IT7120132; Parco Nazionale d’Abruzzo. ZSC IT7110205; Gruppo della Meta – Catena delle Mainarde, ZSC IT7212121; Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, EUAP0001; Cime del Massiccio della Meta, ZSC IT6050018; Pantano Zittola – Feudo Valcocchiara, ZSC IT7212126; Fiume Volturno dalle sorgenti al Fiume Cavaliere, ZSC IT7212128), con altissima probabilità il progetto interessa aree a uso civico.
Come noto, i terreni a uso civico e i demani civici (legge n. 1766/1927 e s.m.i., legge n. 168/2017, regio decreto n. 332/1928 e s.m.i.) costituiscono un patrimonio di grandissimo rilievo per le Collettività locali, sia sotto il profilo economico-sociale che per gli aspetti di salvaguardia ambientale (valore riconosciuto sistematicamente in giurisprudenza).
I diritti di uso civico sono inalienabili, indivisibili, inusucapibili e imprescrittibili (artt. 3, comma 3°, della legge n. 168/2017 e 2, 9, 12 della legge n. 1766/1927 e s.m.i.). I demani civici sono tutelati ex lege con il vincolo paesaggistico (art. 142, comma 1°, lettera h, del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.). Ogni atto di disposizione che comporti ablazione o che comunque incida su diritti di uso civico può essere adottato dalla pubblica amministrazione competente soltanto a particolari condizioni, previa autorizzazione regionale e verso corrispettivo di un indennizzo da corrispondere alla collettività titolare del diritto medesimo e destinato a opere permanenti di interesse pubblico generale (artt. 12 della legge n. 1766/1927 e s.m.i.).
Nel caso di specie, sono i cittadini residenti nei Comuni di Alfedena (vds. Comune di Alfedena, Piano di Assestamento Forestale, nov. 2021), di Castel San Vincenzo e di Pizzone (vds. deliberazione Giunta regionale Molise n. 674 del 16 dicembre 2013) gli unici titolari dei diritti di uso civico nei rispettivi demani civici (artt. 2, commi 3° e 4°, e 3, commi 1° e 2°, della legge n. 168/2017 e s.m.i.): la presenza di ampie aree ricadenti nel demanio civico di Pattada nel sito di progetto della centrale eolica rende impossibile la realizzazione del medesimo per carenza della titolarità giuridica delle aree stesse e per l’illegittimità della relativa radicale modifica territoriale che renderebbe non fruibili i relativi diritti di uso civico: infatti, il regime giuridico dei demani civici prevede la “perpetua destinazione agro-silvo-pastorale” (art. 3, comma 3°, della legge n. 168/2017), nonché “l’utilizzazione del demanio civico … in conformità alla sua destinazione e secondo le regole d’uso stabilite dal dominio collettivo” (art. 3, comma 5°, della legge n. 168/2017).
Il GrIG ha chiesto al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica di esprimere formale diniego alla compatibilità ambientale dell’impianto industriale energetico in progetto e ha informato, per opportuna conoscenza, il Ministero della Cultura, le Regioni Abruzzo e Molise, la Soprintendenza speciale per il PNRR, l’ l’Ente Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, i Comuni di Alfedena, Pizzone, Castel San Vincenzo e Montenero Valcocchiara.
Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)
(foto Raniero Massoli Novelli, S.D., archivio GrIG)