No alla speculazione energetica!

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Domus de Maria, Chia, foce del Rio Chia e Torre costiera

La petizione Si all’energia rinnovabile, no alla speculazione energetica! si firma qui.

Il 2 ottobre 2024 a Cagliari si è tenuta una vivace e partecipata manifestazione popolare in occasione della consegna al Consiglio regionale sardo della proposta di legge popolare denominata Pratobello ’24 (“Proposta di legge urbanistica della Regione Autonoma della Sardegna – Norme urbanistiche in applicazione dell’articolo 3, lettera f, dello Statuto Autonomo della Sardegna (Legge Costituzionale 3 del 26 febbraio del 1948) – disposizioni normative urbanistiche relative all’insediamento di impianti fotovoltaici industriali a terra e eolici terrestri con recepimento di principi e obblighi di tutela e valorizzazione contenuti in programmi sovranazionali, nazionali e regionali”) sottoscritta da ben 210.729 cittadini.

Un segnale politico senz’altro di grande rilievo contro ogni forma di speculazione energetica, sebbene sul piano strettamente tecnico-giuridico il testo proposto appaia portatore di alcuni elementi critici analoghi alla legge regionale Sardegna n. 5/2024, già impugnata dal Governo davanti alla Corte costituzionale.

centrale eolica a mare

Infatti, l’art. 3 (divieto di insediamento) della proposta di legge d’iniziativa popolare ripropone sostanzialmente la moratoria sine die vietata dall’art. 20, comma 6°, del decreto legislativo n. 199/2021 e s.m.i. e da conforme giurisprudenza costituzionale. 

La necessità di una corretta transizione energetica connessa a un’efficace e concreta tutela del territorio è in ogni caso una necessità riferibile a tutta l’Italia, non solo alla Sardegna, così come il fenomeno deleterio della speculazione energetica riguarda tutta l’Italia, non solo la Sardegna e per questo il GrIG propone una moratoria nazionale finalizzata a una pianificazione energetica e territoriale che evidenzi le reali necessità e sancisca la salvaguardia del Bel Paese.

In proposito, Fabrizio Quaranta, ricercatore e socio GrIG, ha fatto un’ampia riflessione e avanza un vero e proprio decalogo.

Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

Tarquinia, necropoli etrusca

Amando profondamente la Terra, l’ambiente, l’agricoltura, la cultura, la bellezza paesaggistica, minacciate seriamente dall’arrembante, confessionale e dogmatica speculazione energetica, ecco un piccolo DECALOGO che, riassumendone le ragionate laiche motivazioni contrarie, possa essere a portata di mano e usato agevolmente per contrastare efficacemente i luoghi comuni che fanno da paravento e alibi alle nefandezze devastatorie di un rinnovabilismo senza regole:

1) sono infatti loro che non hanno capito (o meglio fingono) che i cambiamenti climatici non sono un problema locale, né tantomeno localmente risolvibile, ma GLOBALE: il processo di immissione di CO2 in atmosfera ha già ben precisi grandi responsabili e proseguirà in ascesa per decenni a causa soprattutto delle rivendicazioni socioeconomiche dei cd. Paesi emergenti (BRICS). Che (anche legittimamente, contro “l’invidiato e ricco Occidente“) non hanno nessuna intenzione di decarbonizzare il proprio impetuoso sviluppo e non dismettono certo le centrali a combustibili fossili, anzi le incrementano;

2) di riflesso, i possibili risparmi di CO2, artificiosamente promessi dalle centinaia di devastanti progetti senza pianificazione di torri eoliche e lugubri paramenti funebri fotovoltaici a terra previsti dalla famelica e rapinosa speculazione energetica in Italia, ridurranno in maniera impercettibile e infinitesimale la già irrisoria percentuale imputabile all’Italia (dallo 0.9% allo 0.8%?) di immissione di CO2 (come il prurito di un moscerino sulla pelle di un elefante).

E se, sciaguratamente per tragica, nefasta, mortifera ipotesi, si finisse per riempire di altissime e affastellate torri eoliche e di pannelli fotovoltaici l’intera superficie italiana, l’effetto positivo sul riscaldamento globale sarebbe irrilevante e i suoi terribili effetti non sarebbero cmq scalfiti.           

  La nostra totale conversione verso le energie pulite potrebbe forse avere un mero valore simbolico ed esemplare, indicando al mondo un possibile percorso virtuoso, nella illusoria speranza che se ne accorga e si converta: mera follia romantica, mentre invece concretamente già con la realizzazione dei progetti presentati si avranno devastazioni con costi ambientali e sociali altissimi che

India, Deserto del Thar, centrale fotovoltaica Bhadla Solar Park. Vogliamo arrivare a questo?

3) cambieranno irreversibilmente i connotati al nostro (fu) Bel Paese, visto che la ben più avida e organizzata speculazione energetica ha esplicitamente intenzione di consumare e devastare quanto si era salvato da 70 anni di speculazione edilizia e selvaggia cementificazione:

– il suolo e suoi insostituibili e preziosi servizi ecosistemici;

– la già insufficiente e ulteriormente decrescente SAU (superficie agraria utilizzabile), in particolare le già scarse terre fertili di pianura, malgrado

–  un’agricoltura che già oggi fornisce pericolosamente meno del 50% dei fabbisogni alimentari del Paese, ancor meno per 2 prodotti icona del made in Italy, grano duro (pasta) e olivo, protagonisti oltretutto del più bel Paesaggio italiano;

– i campi, i pascoli e i prati pascoli che, malgrado le continue sottrazioni di un’urbanizzazione incontrollata, sono ancora il cuore dei sistemi di regimazione idraulico-agraria su cui da secoli si basa la salvaguardia del fragile territorio italiano e quinta ancestrale e ineludibile del più struggente Paesaggio

– i boschi, soprattutto limitrofi agli ancor integri crinali appenninici, ultime oasi di selvaticità, ma presi di mira per lucrare su pochi aliti di vento;

pannelli fotovoltaici con consumo di suolo agricolo
pannelli fotovoltaici su parcheggi per autoveicoli, senza alcun consumo di suolo agricolo

– aree sottoposte a vincolo idrogeologico che vengono offese, forse compromesse, da enormi colate di cemento per le fondazioni di enormi e impattanti grattacieli eolici, orrendi per km;

– le coste, ancora maestose perchè non deturpate dalla speculazione edilizia e dalla squallida omologazione delle strutture “balneari”;

– la salute, il diritto al silenzio notturno dei residenti che invece sono costretti a subire questa invasione coatta e violenta;

– la biodiversità animale e vegetale, contratta, svilita, annullata dalla trasformazione di variegati ambienti agronaturalistici in squallide periferie industriali. Nella nuova normativa europea sul ripristino della natura (Nature Restoration Law), la difesa degli ecosistemi, della biodiversità e del suolo rappresenta una condizione imprescindibile per contrastare il cambiamento climatico;

– la decimazione dell’avifauna più rara e preziosa, flagellata dalle pale di altissime torri eoliche;

– la deturpazione di quel che resta di un condiviso, pubblico, storico, struggente paesaggio identitario;

– la banalizzazione, marginalizzazione, se non l’aggressione irrispettosa al limitrofo patrimonio culturale e architettonico (Barumini, Saccargia, Tuscania, Sorano, Pitigliano…);

– la fine del sostentamento ai redditi delle aree interne legato alla valorizzazione di itinerari di turismo ciclopedonale lento e del variegato indotto agroalimentare per la scomparsa della

 – grande bellezza italiana, invidiata e ricercata nel mondo, dalla “inevitabile” “urgente” “trasformazione senza se e senza ma” in immense squallide omogenee distese di periferie industriali inguardabili e inavvicinabili

– che eroderà e finirà per soffocare il coraggioso, tenace contrasto allo spopolamento delle comunita’ locali

Filippine, Isola di Luzon, baia di Bangui, centrale eolica sulla spiaggia (AFP Photo/Ted Aljibe – Il Corriere della Sera)Vogliamo arrivare a questo?

4) dopo il coraggioso decreto che lo vieta, ma ancora non rassegnati a coprire e devastare la Terra agricola per km con i lugubri paramenti funebri fotovoltaici, i predatori della speculazione energetica, millantano meraviglie con l’agrivoltaico, ricorrendo a fantasiose tesi pseudoscientifiche pur di continuare a tappezzare le superstiti campagne. L’agrivoltaico è infatti un’altra presa in giro, ennesima rapina che devasta il paesaggio e sfrutta l’agricoltura come attività di facciata per impossessarsi di terreni fertili e consumare altro suolo.

Le colture mediterranee adattate da millenni non hanno certo bisogno di ombreggiamenti, anzi svolgono la fondamentale attività di fotosintesi e quindi accumulo di composti organici soprattutto nei mesi primaverili-estivi.  I cereali ad aprile- maggio, nelle strategiche fasi di levata e spigatura, hanno bisogno di molta luce, mentre l’ombreggiamento ridurrebbe gli accumuli e favorirebbe tra l’altro la fusariosi e quindi lo sviluppo di micotossine cancerogene. Mentre a giugno – luglio una buona insolazione serve a garantire maturazione e perdita di umidità delle cariossidi e quindi un buon profilo igienico-sanitario per la conservazione. Non a caso poi che da secoli le colture orticole o comunque più “ricche” si proteggono eventualmente dai freddi invernali con le serre, ma nessun genio ne ha mai ridotto la produttività nella buona stagione, favorendo anche qui malattie crittogamiche.

 In ogni caso gli orrendi, lugubri paramenti funebri addirittura sopraelevati massacrano anche di più il paesaggio e relativo turismo locale per km e km, indebolendo ulteriormente le comunità locali e la loro sopravvivenza allo spopolamento. Ennesimo episodio della rapina ambientale in corso ad opera della speculazione energetica, a favore delle imprese elettriche, non certo dell’agricoltura. Nessun agricoltore gestisce infatti ‘sto schifo, spesso lo subisce per ricatto della disperazione degli scarsi redditi a fronte di enormi fatiche. E negli anni rimarranno purtroppo appesi e funzionanti quei pannelli, ma le pretestuose colture sottostanti, ormai inutili, scompariranno.

Le “superfici agricole non utilizzabili” sono poi un altro furbesco grimaldello per riuscire ad aggirare le regole ed invadere anche le superstiti campagne. In pochi anni sono stati “abbandonati” 500 000 ettari di grano duro (alla faccia della pasta 100% grano italiano) e 100 000 ettari di splendidi oliveti (alla faccia dell’extravergine locale che fa tanto bene al cuore e al paesaggio interno). Ma solo per una ridotta remunerazione dei prodotti agli agricoltori, non certo per inidoneità dei terreni alla coltivazione. Già una timida ripresa dei prezzi per l’olio EVO ha infatti ridato coraggio e speranza e quindi rimesso in coltivazione qualche migliaio di ettari di uliveti già “dismessi” ma ancora non oltraggiati dai predatori energetici.

centrale fotovoltaica

5)  ingolositi dall’ assenza del rischio d’impresa, con i costi supinamente restituiti dallo Stato (a regime gli aiuti in favore delle imprese energetiche saranno di 35 miliardi di euro “mediante un prelievo dalle bollette elettriche dei consumatori finali “ (furbescamente attraverso poco comprensibili voci), sono continuamente presentati un’overdose di progetti pronti ad assaltare il territorio italiano, quello ancora libero e sano: al 30 giugno 2024 le istanze di connessione di nuovi impianti FER presentate a Terna erano quasi 6 000!, pari a 340 GW di potenza, rispetto ad un obiettivo  FF55 già ambizioso di 70 GW al 2030, cinque volte tanto!

E tardiva e palesemente ipocrita è la precisazione che solo una parte verrà effettivamente realizzata (in mancanza di programmazione, chi decide le priorità nel Far West arraffatorio senza regole ed etica?). La logica deduzione è: se non tutti i progetti saranno realizzati, perché non scremarli a monte con procedure e pianificazione rigorosa invece di genuflettersi al metodo di una ingestibile roulette russa sul territorio dettata da loro stessi? In assenza di contrasto pubblico e comica autoregolamentazione, la sola provincia di Foggia è stata trasformata nella provincia degli orrori con 1650 grattacieli eolici.

E il SUD ha già subito un vero irreversibile martirio anche a causa di …” Interessi della criminalità organizzata continuano ad essere riscontrati nel settore delle energie rinnovabili, sia nelle fasi connesse all’ acquisto delle aree da destinare agli impianti sia nelle attività di progettazione, costruzione e installazione degli stessi. Seppur diffusi sull’intero territorio nazionale, rilevanti concentrazioni sono presenti in aree ad elevata intensità mafiosa...”_ Rapporto alla Commissione Antimafia del 31 luglio 2024 di Enzo Serata, direttore UIF Unità Informazione Finanziaria (antiriciclaggio) della BANCA D’ITALIA

…”Nel portafoglio della «società» di Mattia Messina Denaro il settore più «redditizio» sono gli impianti eolici, circa 1,5 miliardi sequestrati” … (La Stampa, 17 gennaio 2023)

centrale eolica

6)  Per cercare di sbarazzarsi di un importante organo dello Stato, vigilante sulla tutela del patrimonio pubblico, minacciato ora più che mai da questo barbaro assalto, vergognosi (e inconcepibili fino a pochi anni orsono), sono i reiterati attacchi alle Soprintendenze, tanto accanitamente delegittimate dagli sponsorizzati media sedicenti liberal-progressisti finto verdi, definite come burocrazia “principale ostacolo alle rinnovabili (testuale)

7)  Le rinnovabili forniscono energia in maniera intermittente, con drammatica assenza di fornitura in certe ore o interi giorni.  Nel migliore dei casi possono garantire energia per 2000 ore/anno…ma nell’anno ci sono 8760 ore. Le FER producono molto meno elettricità di quanto sbandierato e la producono tutta insieme, quando spesso si accavallano e non serve. Infatti non sostituiscono le centrali tradizionali ma le affiancano perché quando il sole e il vento non ci sono, bisogna ricorrere a gas e carbone.

 E allora quanto territorio è stato invano sacrificato per un risultato modesto, di scarsa efficacia seppur di falsa propaganda. Inevitabilmente rimarranno le centrali a combustibile fossile per garantire una fornitura continua, altro che illusoria completa “imminente” sostituzione.

Appennino Umbro-Marchigiano, Monte dei Sospiri dopo la realizzazione della locale centrale eolica (2016)

8) Per qualsiasi obiettivo più o meno fantasmagorico di gigamegawattoni da rinnovabili (per continuare le pessime abitudini di capricci energivori?) bastano e avanzano 1 000 000 (un milione, non c’è errore) di ettari di TETTI E AREE GIA’ CONSUMATE, degradate, impermeabilizzate: lo affermano i dati scientifici del capillare monitoraggio (almeno 80 GWh facilmente raggiungibili entro il 2030) di ISPRA , ente terzo fra i più seri d’Italia, ma volutamente ignorato da stampa e media sedicenti “liberal-progressisti” e associazioni che comicamente e impudicamente ancora si millantano “ambientaliste”.

E nessuno protesterebbe e, anzi, sarebbe ottima occasione per riqualificare migliaia di km2 di edifici, capannoni e piazzali fatiscenti o brutte aree industriali dismesse.

Non c’è nessun bisogno di continuare nella follia suicida di consumare suolo, vera tragedia ambientale per chi vuol farsi chiamare ancora “ambientalista”

Ma non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, soprattutto se il guadagno è più grande e facile puntando a massacrare aree naturali e agricole, casomai espropriando qualche ostinato riottoso o ammaliando agricoltori stanchi di sacrifici, tanto poi i costi di questo frenetico LAND GRABBING di casa nostra, gli affaristi tinti di verde banconota li recuperano con gli incentivi pagati dalle nostre bollette.

Fenicotteri rosa (Phoenicopterus roseus) in volo e centrale eolica

9)  La Germania ha interrotto i nuovi progetti eolici e si trova ad affrontare costi miliardari per smaltire le turbine, non riciclabili e inquinanti.

E DA NOI CHI SI ACCOLLERA’ I NOTEVOLI COSTI DI SMALTIMENTO a fine ciclo?

 La stessa situazione si ripete nelle altre nazioni dell’Ue in cui sono interrotti gli incentivi europei/statali”. In altre parole, una volta terminati i sussidi, l’interesse delle aziende per l’eolico crolla, evidenziando una sproporzione tra i costi elevati e i benefici limitati di questa tecnologia.

“l’Europa si troverà colpita da una de-industrializzazione devastante, se si continua con l’imposizione delle regole Ue in merito all’energia.” Produzione industriale a luglio – 2,5 % (calo tendenziale annuale a – 5,3 % annuale (fonte il Sole 24).  Con la transizione energetica, il Green deal in Europa ha peggiorato la ns COMPETITIVITÀ. Per le imprese l’elettricità a MWh costa in EUROPA 300 €, contro gli 80€ di USA E CINA, i massimi responsabili del riscaldamento climatico 

10) E per finire, se veramente si volessero interrompere le nefaste conseguenze dei cambiamenti climatici, bisognerebbe avere il coraggio e la coerenza di RISPARMIARE, mirando a comportamenti più sobri e quindi cambiando abitudini e soprattutto capricci energivori, legati ad una fin troppo facile disponibilità di energia fossile (e nucleare) a basso prezzo che nessuno stratagemma rinnovabile potrà ormai più sostituire:

non è più tempo di case (e uffici, negozi, scuole) bollenti d’inverno e gelate d’estate (unica vera causa di black out elettrici in questi ultimi anni);

non è più tempo di abusare dell’auto privata in città, dove ci si muove molto meglio in bici, tantomeno di SUVVONI da 3 tonnellate, sedicenti ecologici perché elettrici ma da ricaricare a prezzo della devastazione del territorio;

non è più tempo di cibi fuori stagione che necessitano di serre, energia e trattamenti, tantomeno di continuare a buttarne circa 25 kg a testa ogni anno…

FERMIAMO LA FOLLIA DEVASTATORIA DELLA SPECULAZIONE ENERGETICA!

Fabrizio Quaranta, ricercatore e socio GrIG

centrale fotovoltaica

(foto AFP Photo/Ted Aljibe – Il Corriere della Sera, da mailing list ambientalista, S.D., archivio GrIG)

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