Negli ultimi giorni sui social sta circolando la foto di un avviso, che non è chiaro dove sia stato affisso. Il messaggio si rivolge a tutti coloro che si sono visti offrire portachiavi, rivelatisi poi (secondo il testo) nient’altro che microchip che consentirebbero a temibili delinquenti di seguire i malcapitati fino a casa. Come fonte, viene citata genericamente la «Questura». Il messaggio non solo è privo di qualunque fondamento, ma è stato anche smentito dalla società indicata come sua autrice.
Per chi ha fretta:
- Circola sui social un avviso che mette in guardia su una presunta truffa legata ai portachiavi delle auto.
- Si tratta però di una bufala, che circola da anni.
- Non solo è stata smentita dall’Associazione indicata come firmataria nel post in circolazione, ma anche dalla Polizia di Stato.
Analisi
«ATTENZIONE: IN QUESTI GIORNI VENGONO DISTRIBUITI DEI PORTACHIAVI DA AGGANCIARE ALL’INTERNO DELLA VOSTRA AUTO; LE PERSONE VE LI OFFRONO GRATUITAMENTE PRESSO I PARCHEGGI O I DISTRIBUTORI DI CARBURANTE. NON ACCETTATELI… CONTENGONO UN MICROCHIP ALL’INTERNO DEI GADGET. QUESTI DELINQUENTI POI VI SEGUONO FINO A CASA E VENGONO A CONOSCENZA DEI VOSTRI MOVIMENTI PER EFFETTUARE INTRUSIONI E FURTI. SECONDO LA POLIZIA SI TRATTA DI BANDE DI RUMENI. DIVULGARE, PER LA SICUREZZA, ANCHE AI VOSTRI PARENTI. Fallo girare. (fonte: Questura)». Questo il testo dell’annuncio che è stato condiviso su Facebook da diversi utenti. In alto, leggiamo la firma del suo presunto autore: «Comunicato ASCOM».
La vaghezza dell’annuncio, la traballante credibilità delle fonti citate e l’estemporaneità della sua apparizione lasciano già dubitare del fatto che ci troviamo al cospetto di una minaccia reale. Ma la conferma definitiva arriva proprio dall’ASCOM Pordenone, Associazione di Imprenditori del Commercio, del Turismo e dei Servizi della Provincia di Pordenone, che sul suo sito ha pubblicato un’esplicita smentita in merito alla bufala. «Si tratta di una notizia assolutamente falsa», scrivono senza mezzi termini, ricordando inoltre che il «falso comunicato di Ascom circola almeno dal 2016». E che «la falsa notizia dei portachiavi-spia risale invece al 2015, quando l’account Facebook della Polizia di Stato aveva chiarito che non era in corso alcuna truffa simile a quella descritta in precedenza». Smentita effettivamente ancora presente sul social, con il monito: «Si tratta di una bufala! Evitate di divulgare e diffondere messaggi di questo tipo perché creano un inutile allarmismo e alimentano le catene sui Social. Pensateci prima di condividere messaggi di questo tipo».
«Questo non significa – puntualizza infine Ascom – che si debba sottovalutare qualsiasi tipo di pericolo, ma al contempo sottolineiamo come non si debba cadere nel tranello delle false comunicazioni circolanti in rete o inviate tramite SMS/WhatsApp ricordando di tenere come riferimento per qualsiasi notizia/informazione esclusivamente i canali ufficiali dell’Associazione (sito web, profilo Facebook e Instagram Confcommercio Ascom Pordenone)».
Conclusioni
L’avviso che invita a diffidare di donazioni sospette di portachiavi veicola una bufala e alimenta inutilmente l’allarmismo. L’avviso è infatti stato smentito non solo dall’Associazione indicata come sua autrice, ma anche dalla Polizia.
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