No! Il farmaco AZT non simula l’Aids. Attenzione al post negazionista dell’Hiv

1 year ago 88

Potreste imbattervi su Facebook in un lungo post che sembra un collage delirante di varie argomentazioni sconclusionate che negano il virus Hiv e la malattia a esso collegata, ovvero l’Aids. Le fonti sono rispettivamente: «il mio ragionamento»; una puntata di Report a cura di Paolo Barnard sul business del medicinale Azt; le affermazioni del dottor Ryke Geerd Hamer, padre della Nuova medicina germanica, ovvero una pericolosa medicina alternativa. La confusione aumenta ulteriormente se consideriamo che l’autrice del testo per dare una parvenza di rigore scientifico esordisce con affermazioni critiche verso «questi Dott. anti vax» in quanto «parte integrante del sistema e anche loro fanno il gioco delle parti dei ruoli». Tra questi spicca sicuramente Luc Montagnier, reo di aver isolato il virus, «che di per se è una truffa in quanto non esiste così come non esiste il covid».

Per chi ha fretta:

  • L’Aids è una malattia mortale per chi non assume tempestivamente le terapie farmacologiche oggi a disposizione.
  • I pazienti positivi all’Hiv che danno retta a post dove si nega il virus e l’Aids, sostenendo che farmaci come Azt simulino la malattia, mettono in serio rischio la propria vita e quella di chi li circonda.
  • A seguito dell’approvazione dei primi farmaci antiretrovirali è possibile garantire oggi ai sieropositivi una vita relativamente sana e serena.

Analisi

Riportiamo di seguito la parte più rappresentativa e pericolosa del lungo flusso di congetture di cui si compone il post:

Quando le persone erano state convinte di avere l’HIV, veniva dato a queste vittime la AZT (il medicinale più tossico mai prodotto), scelto di proposito per metterle in una spirale di morte.

I morti da avvelenamento da AZT venivano poi usati dai media per tenere alto il numero di persone spaventate che avrebbero poi fatto la fila per il falso test, alle quali poi sarebbe stata prescritta la AZT, che alla fine avrebbe portato alla loro morte.

Quei morti da AZT furono messi in conto alla severità dell’Aids e non alla fatale medicina. A quel punto, era come spegnere un incendio con la benzina

Per approfondire il modo in cui l’Hiv è stato isolato da due team di ricerca che lavoravano indipendentemente e senza sapere l’uno dell’altro in America e Francia; e delle ragioni per cui i sieropositivi che negano l’Aids hanno una vita media sensibilmente più corta di chi assume i farmaci antivirali conducendo oggi una vita normale, potete leggere le nostre precedenti analisi:

Malattia inventata per il business del farmaco AZT?

Azt è l’abbreviazione del termine azidotimidina, nota altrimenti come come zidovudina (Zdv). Questo principio attivo è l’analogo nucleosidico della timidina. Viene usato ancora oggi come antiretrovirale per il trattamento dei pazienti con una infezione da Hiv. L’idea che questo farmaco avesse ucciso le persone risultate positive, simulando coi suoi eventi avversi l’Aids, circola da diverso tempo, come testimonia una analisi dei colleghi di Health Feedback risalente all’agosto 2021.

Secondo tale narrazione i morti attribuiti all’Aids degli anni ’80 e ’90 non sarebbero dovuti alla malattia – visto che si vuole negare l’esistenza stessa di Hiv -, bensì dal farmaco. È difficile non sentire assonanze con la più recente narrazione dei vaccini Covid che causerebbero una sorta di Aids da vaccino (Vaids), a cui si vorrebbero collegare i decessi altrimenti imputabili a SARS-CoV-2. Anche se curiosamente in questo caso parliamo realmente di una malattia inventata: non è mai esistita una immunodeficienza da vaccino.

Azt veniva già studiato dagli anni ’60 nelle terapie per contrastare il cancro. Funzionava inserendosi nel Dna interferendo nelle capacità delle cellule tumorali di moltiplicarsi, ma a quello scopo fu un fiasco. Il principio attivo “rinasce” come farmaco antiretrovirale nel 1987, quando l’Fda lo approva come primo farmaco anti-Hiv. Come tutti i farmaci ha degli effetti collaterali, che vanno commisurati con le terribili conseguenze dell’Aids. Prima non c’era altro. Oggi invece esistono diverse altre classi di farmaci, che – in buona parte combinati assieme alla Azt – permettono alle persone affette da Hiv di vivere una vita relativamente sana. Anche se oggi il farmaco viene spesso sostituito con altri che presentano minori effetti collaterali.

Conclusioni

Abbiamo visto che contrariamente a quanto viene sostenuto in questo genere di pericolose condivisioni, farmaci come Azt hanno salvato vite umane permettendo tutt’oggi ai pazienti affetti da Hiv di vivere una vita serena. Chi invece dà retta a tali narrazioni mette a repentaglio la propria vita e quella degli altri.

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