Il conflitto tra Israele e Palestina è tornato a intensificarsi, e con esso la diffusione di notizie false in merito all’una o all’altra nazione. Tra queste c’è quella del boicottaggio di Israele basato sui codici a barre, secondo cui, tramite la stringa di numeri dei prodotti nei supermercati sarebbe possibile capire se questi sono stati realizzati nello Stato ebraico o meno. Nello specifico, il codice a barre dei prodotti israeliani inizierebbe, secondo chi condivide i manifesti del boicottaggio, con le cifre 729. In realtà, però, la serie di cifre non vuol dire che è prodotto è fatto in Israele.
Per chi ha fretta
- Circola un volantino su cui appaiono numerosi marchi internazionali di prodotti che secondo la narrazione proverrebbero da Israele.
- Chi lo sostiene lo fa citando le prime tre cifre del codice a barre: 729.
- In realtà il 729 indica dove il prodotto ha ottenuto la registrazione del codice a barre, non dove è stato creato o da dove proviene.
- Quindi, il numero non non vuol dire che è prodotto è fatto in Israele.
Analisi
Vediamo uno screenshot di una delle condivisioni del boicottaggio. Nella descrizione si legge:
«Anch’io boicotto, sempre sottolineando che il popolo ebreo e’ cosa diversa da Israele. I popoli non c’entrano nulla con chi li governa. Questo sia chiaro».
Il post originale appare con la descrizione: «Consigli per i non acquisti».
Nell’immagine dei prodotti da non acquistare appaiono anche quelli di marchi notoriamente statunitensi – McDonald’s, Coca-cola, Levi’s – ma anche italiani – Galbani, Buitoni – svizzeri e francesi. Tutti sarebbero accomunati da una cosa: il loro codice a barre inizia con le cifre 729, che teoricamente indicherebbero la provenienza israeliana di questi prodotti.
Perché il 729 nel codice a barre non vuol dire che il prodotto è fatto in Israele
Le cose, però, non stanno così. A spiegarlo è GS1, l’organizzazione internazionale responsabile della creazione e del mantenimento degli standard sui codici a barre. Nella pagina dedicata vediamo che 729 è effettivamente il codice corrispondente a Israele, ma non perché quello sia il Paese di provenienza dei prodotti. «Le prime cifre del codice a barre GS1 (EAN – European Article Number) indicano in quale paese del mondo l’azienda proprietaria del marchio di quel prodotto ha ottenuto il suo prefisso aziendale GS1, da cui ha generato quel codice a barre per il suo prodotto». Approfondiamo ancora in questa pagina, dove il concetto viene ribadito: «Ad esempio, i codici a barre GS1 che iniziano per: 800, 801, 802, 803, e così via fino a 839 dicono che il brand owner di quel prodotto ha ricevuto i sui codici a barre da GS1 Italy, ma non dicono né che l’azienda è italiana né che il prodotto è italiano».
Conclusioni
Circola un volantino su cui appaiono numerosi marchi internazionali di prodotti che secondo la narrazione proverrebbero da Israele. Chi lo sostiene lo fa citando le prime tre cifre del codice a barre: 729. In realtà il 729 indica dove il prodotto ha ottenuto la registrazione del codice a barre, non dove è stato creato o da dove proviene. Quindi, il numero non vuol dire che è prodotto è fatto in Israele.
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