Capita sempre più spesso che vecchie bufale già smentite vengano riciclate da un Social network a un altro, per poi tornare – mediante effetto pizza – negli ambienti originali, come la fantomatica storia dei giornalisti italiani che avrebbero confezionato servizi fake sulle mascherine in Olanda, tornata su Tik Tok per poi venire condivisa nuovamente su Facebook a distanza di quasi tre anni, come l’analisi in cui trattavamo questa bufala.
Per chi ha fretta:
- Il filmato non mostra giornalisti italiani intendi a confezionare servizi fake in Olanda.
- L’autore del video aveva più volte dichiarato che non erano giornalisti italiani e che era una burla da lui inventata.
Analisi
Nella didascalia che accompagna la clip leggiamo quanto segue:
Per non dimenticare come i “professionisti” dell’informazione ci hanno manipolato.
Nell’ottobre 2020 la pagina Facebook Fronte Sovranista pubblicò un video in cui sosteneva che una troupe italiana di giornalisti, definiti «attori di regime», avesse girato un finto servizio sull’utilizzo delle mascherine ad Amsterdam, in Olanda. Il video ottenne solo 167 condivisioni, ma ci furono chi ottenne risultati migliori. L’utente Alessandro infatti pubblicò lo stesso video, ma senza il watermark della pagina sovranista, riportando la stessa accusa. Riuscì quindi a ottenere oltre 1200 condivisioni. Nello stesso giorno, il video fu condiviso anche dalla pagina Stop alle scie chimiche ottenendo oltre 500 condivisioni. Il problema è che la fonte originale era una burla del suo stesso autore. Non è una nostra interpretazione: lo scrisse lui stesso nel suo profilo Facebook nel post pubblicato il 29 settembre 2020. Da allora, come riportato nel nostro articolo dell’epoca, l’autore continua a rispondere divertito ai commenti di chi prende sul serio la sua burla, spiegando il contesto più probabile delle immagini:
No ma che italiani, stavano girando qualche pubblicità o qualche scena di un film o un cortometraggio, non erano giornalisti e sicuramente non erano italiani.
Conclusioni
Ancora una volta una burla pubblicata in rete facendo il verso ai complottisti è stata presa sul serio dai medesimi – non una, ma diverse volte -, nonostante le smentite dello stesso autore siano online da anni.
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