Recentemente nel Governo è emerso un qualche disappunto, per usare un eufemismo, riguardo ai controlli della Corte dei conti sull’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Un’efficace programmazione dei fondi connessi al Next generation EU, che unitamente al bilancio a lungo termine dell’Unione Europea (2021-2027), attualmente costituisce il punto di riferimento fondamentale per consentire all’Italia e agli altri Paesi europei di uscire positivamente dalla perdurante crisi economico-sociale aggravata dagli effetti della pandemia di coronavirus Covid-19, dagli esiti dei cambiamenti climatici e dalle conseguenze della guerra in Ucraina.
La Corte dei conti, in base agli impegni presi in sede comunitaria, esercita il controllo sulla gestione, svolgendo in particolare valutazioni di economicità, efficienza ed efficacia circa l’acquisizione e l’impiego delle risorse finanziarie provenienti dai fondi di cui al PNRR. Conseguentemente riferisce almeno semestralmente al Parlamento sullo stato di attuazione del PNRR (art. 7, comma 7, del decreto-legge n. 77/2021 convertito con modificazioni nella legge n. 108/2021), svolgendo in particolare valutazioni di economicità, efficienza ed efficacia circa l’acquisizione e l’impiego delle risorse finanziarie provenienti dai fondi di cui al PNRR.
A tal fine, in attuazione dell’art. 22, comma 2, del decreto-legge n. 76/2020 convertito nella legge n. 120/2020, ha istituito il Collegio del controllo concomitante presso la Sezione centrale di controllo sulle amministrazioni dello Stato. L’obiettivo del controllo concomitante è quello di intervenire in itinere durante l’attuazione di un piano, programma o progetto, esercitando un’azione acceleratoria e propulsiva dell’azione amministrativa e assicurando, al contempo, il corretto impiego delle risorse rimesse alla gestione pubblica.
A che punto siamo? Riusciremo a completare i programmi e a spendere bene i relativi soldi pubblici?
Pare che sussista più di qualche difficoltà, sempre per usare un eufemismo, secondo quanto riportato dalla Corte dei conti nella Relazione semestrale sullo stato di attuazione del PNRR al 31 dicembre 2022 (marzo 2023). In tale occasione ha adottato ventisei delibere, per complessivi 23 miliardi del PNRR e per complessivi 2 miliardi del PNC.
La Corte dei conti in proposito all’attuazione del PNRR ha osservato, in relazione agli obiettivi concordati a livello europeo e quelli individuati a livello nazionale, che “risultano tutti conseguiti i 55 obiettivi del secondo semestre 2022. In esito a tale avanzamento 38 iniziative hanno esaurito gli obiettivi europei per le stesse fissati: si tratta di 31 riforme, segnando un progresso del 49 per cento sul totale di categoria, e 7 investimenti, pari ad oltre il 3 per cento del complesso … Dette 38 misure non possono naturalmente considerarsi ultimate, in quanto le stesse potrebbero necessitare di step realizzativi ulteriori, rispetto agli obiettivi concordati in sede europea. Per i 52 obiettivi nazionali, la ricognizione effettuata dalla Corte dei conti evidenzia un tasso di conseguimento più basso (62 per cento, n. 32); a fine anno, le attività inerenti a 7 target risultavano solo avviate, 5 target figuravano ancora in via di definizione, mentre per ulteriori 8 obiettivi emergevano ritardi rispetto alla scadenza programmata”.
Allo stato, emerge in particolare che finora sono stati spesi 25,7 miliardi di euro (nel 2023 soltanto 1,2 miliardi, il resto nel 2022), con un avanzamento del Piano pari al 13,4% del plafond disponibile (191,5 miliardi). La Corte dei conti ha constatato una vischiosità di attuazione e segnalato che tre missioni del PNRR (digitalizzazione, transizione energetica e infrastrutture) registrano stati di avanzamento pari al 16%, mentre nel caso delle missioni 4 e 5 (istruzione e inclusione) la progressione del Piano è ferma al 5%, nel caso della missione 6 (salute) l’avanzamento dei programmi di spesa è fermo all’1%.
In seguito, con due delibere del 3 maggio 2023 (n. 17/2023/CCC e n. 18/2023/CCC) il Collegio del controllo concomitante ha esaminato l’attuazione degli investimenti riguardanti la Sperimentazione dell’idrogeno per il trasporto stradale (M2C2 I.3.3) e l’Installazione di infrastrutture di ricarica elettrica (M2C2 I.4.3), mettendo in luce alcune forti criticità riguardanti il raggiungimento dei relativi traguardi previsti per il semestre in corso.
A questo punto, il manovratore s’è sentito disturbato e ha deciso di presentare due emendamenti da inserire nella proposta di legge sulla pubblica amministrazione e il PNRR attualmente all’esame delle Commissioni permanenti Affari Costituzionali e Lavoro della Camera dei Deputati: il primo riguarda proprio il controllo concomitante della Corte dei conti sul PNRR, il secondo riguarda la scandalosa proroga del già scandaloso scudo erariale, ormai in vigore da 3 anni.
Lo scudo erariale, previsto dall’art. 21, comma 2, del decreto-legge n. 76/2020 convertito nella legge n. 120/2020 e successivi differimenti di termine temporale (art. 51, comma 1, lettera h, della legge n. 108/2021), dispone che “fino al 30 giugno 2023 la responsabilità dei soggetti sottoposti alla giurisdizione della Corte dei conti in materia di contabilità pubblica per l’azione di responsabilità di cui all’articolo 1 della legge 14 gennaio 1994, n. 20, è limitata ai casi in cui la produzione del danno conseguente alla condotta del soggetto agente è da lui dolosamente voluta. La limitazione di responsabilità prevista dal primo periodo non si applica per i danni cagionati da omissione o inerzia del soggetto agente”.
In parole povere, fino al 30 giugno 2023 chi combina pasticci o veri e propri disastri per sua colpa grave non ne risponde. Ne risponde solo per dolo.
Via libera agli incapaci, insomma.
La norma piace così tanto che l’intenzione governativa sarebbe quella di prorogarla.
I dati espressi dal Procuratore generale della Corte dei conti Angelo Canale sono eloquenti, “archiviamo il 98% delle denunce, contestando solo casi di colpa grave, evidente e inescusabile … 30 citazioni l’anno in materia di appalti su oltre 150mila procedure negoziali”.
E’ evidentemente ancora troppo per chi non vuole lacci e lacciuoli, ma non si rende conto che il rischio di perdere decine o centinaia di miliardi di euro a causa dell’incapacità di spenderli bene è sempre più reale.
Sarebbe un danno gravissimo per l’Italia e gli Italiani, ma al manovratore interessa?
Stefano Deliperi, Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)
Corte dei conti, Relazione sullo stato di attuazione del PNRR al 31 dicembre 2021 (marzo 2022);
Corte dei conti, Relazione semestrale sullo stato di attuazione del PNRR al 30 giugno 2022 (agosto 2022);
Corte dei conti, Relazione semestrale sullo stato di attuazione del PNRR al 31 dicembre 2022 (marzo 2023).
A.N.S.A., 29 maggio 2023
Pnrr: in arrivo emendamenti sulla Corte dei Conti nel dl Pa.
L’associazione dei giudici contabili esprime ‘sconcerto e stupore sulle possibili limitazioni’.
Il governo, a quanto si apprende da fonti della maggioranza, sta lavorando ad una serie di emendamenti da inserire nel decreto sulla P.a per semplificare l’attuazione del Pnrr.
Il provvedimento è all’esame delle commissioni Affari Costituzionali e Lavoro della Camera.
Tra gli emendamenti, ce ne sarebbe uno che riguarda il “controllo concomitante” da parte della Corte dei Conti e uno sulla proroga del cosiddetto scudo erariale che limita la possibilità di contestare il danno erariale solo ad alcuni casi più rilevanti.
La replica dei magistrati contabili
“L’Associazione Magistrati della Corte dei conti manifesta sconcerto e stupore in merito alle possibili e prossime iniziative del Governo, riportate dagli organi di stampa, volte a ridurre gli ambiti di competenza della magistratura contabile sul fronte del controllo concomitante e a prorogare di nuovo e inopinatamente il cosiddetto ‘scudo erariale’, introdotto nel 2020, ormai in scadenza”. Lo afferma in una nota l’Associazione Magistrati della Corte dei conti in seguito alle notizie riportate da diversi mezzi di comunicazione.
“L’Associazione, in accordo con i vertici della Corte dei conti, ha sempre mostrato disponibilità al dialogo affinché potessero essere introdotte riforme meditate, frutto di una pacata riflessione, per adeguare le forme di controllo, anche giurisdizionale, alle sfide attuali e, allo stesso tempo, garantire che le risorse pubbliche, soprattutto se di provenienza comunitaria, siano ben spese, nell’interesse di tutti i cittadini”.
“Il controllo concomitante – notano i magistrati contabili – è stato istituito ai sensi dell’articolo 22 del dl n. 76/2020 con il chiaro intento di accelerare gli interventi di sostegno e di rilancio dell’economia nazionale e non di esserne un freno. La norma temporanea dell’art. 21 dello stesso decreto (‘scudo erariale’) ha aperto uno spatium di impunità che va a vantaggio del funzionario infedele e di chiunque sperperi le risorse pubbliche”.
“L’Associazione ribadisce sin d’ora con forza la preoccupazione per tali possibili iniziative estemporanee, gravemente lesive del principio di autonomia e indipendenza della magistratura, e ripropone l’invito al Governo ad istituire un tavolo di confronto sulle riforme, ritenendo che lo sviluppo del Paese passi attraverso la costruzione di un percorso di legalità, nel quale ciascuno è chiamato a svolgere il proprio ruolo, nel rispetto delle reciproche attribuzioni”, conclude la nota.
(foto da mailing list sociale, S.D., archivio GrIG)