Torino, 24/04/2024 - Extinction Rebellion ha occupato il cortile delle Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo nel giorno dell’assemblea degli azionisti, per denunciare i massicci finanziamenti della banca in progetti legati a petrolio e gas. Con loro drappi neri e palloncini colorati legati ad un mappamondo, mentre uno striscione riporta “Intesa Sanpaolo: quanti palloncini per volare via dal fossile?”
Nel pomeriggio di oggi, a Torino, una ventina di persone legate a Extinction Rebellion hanno occupato le Gallerie d’Italia di Piazza San Carlo, museo di Intesa Sanpaolo, dove hanno steso a terra drappi neri e esposto un mappamondo a cui sono stati legati molti palloncini colorati. Appeso anche uno striscione con scritto “Intesa Sanpaolo: quanti palloncini per volare via dal fossile?”.
I palloncini sono un riferimento al film di animazione “Up”: «Questi palloncini dovrebbero portare la Terra e chi la abita fuori dal mare di petrolio finanziato da Intesa» spiega Matilde «ma nella realtà sono come le misure adottate finora: inutili per sventare il caos ecoclimatico verso cui ci stiamo andando a schiantare». La protesta si svolge nello stesso giorno dell’assemblea degli azionisti di Intesa e a pochi giorni dall’inizio del G7 Clima, Energia e Ambiente che si terrà proprio a Torino. L’obiettivo è denunciare i massicci finanziamenti di Intesa Sanpaolo nei progetti di estrazione, esplorazione e commercio in petrolio e gas, su cui i governi del G7 – tra cui l’Italia – stanno investendo.
«Per quanto Intesa Sanpaolo si dichiari una banca green, i numeri dicono un’altra cosa: è la banca fossile italiana per eccellenza» dichiara Rossella. Come riportato nell’ultimo report di ReCommon, dal 2016 a oggi, Intesa Sanpaolo ha destinato all’industria fossile oltre 22 miliardi di dollari, risultando nella lista delle prime 40 banche a livello mondiale che finanziano l’espansione di multinazionali che operano nel settore. Oltre alle conseguenze ambientali, diversi progetti finanziati dalla banca sono considerati controversi per gli impatti sociali nelle aree interessate: è questo il caso del Rio Grande LNG, in Texas, dove il rilascio di sostanze tossiche potrebbe avere gravi conseguenze su una situazione già tragica a livello sanitario nella regione; o il Coral North di Eni, in Mozambico, dove la popolazione vive in una spirale di crisi e violenza, anche legata alla disponibilità delle risorse. Quest’ultimo, attualmente in fase di approvazione, rientra inoltre tra i progetti così detti “bombe climatiche”, ovvero con un potenziale di emissione di oltre un miliardo di tonnellate di CO2.
«Oggi, gli azionisti di Intesa si stanno riunendo a porte chiuse, con un ingente dispiegamento delle forze dell’ordine che impedisce a chiunque di avvicinarsi» continua ancora Matilde, in riferimento all’assemblea in corso al Grattacielo Sanpaolo. «Mentre si allestiscono zone rosse per separare i decisori politici ed economici dalla cittadinanza, a rimanere senza difese sono la Terra e le persone comuni che la abitano, che sprofondano in una zona rossa climatica ed ambientale». Il riferimento è alla zona rossa annunciata per il G7 che si terrà a Venaria Reale dal 28 al 30 aprile.
Le Gallerie d’Italia stanno attualmente ospitando l’esposizione fotografica “La grande saggezza” di Cristina Mittermeier, in collaborazione con il National Geographic, proprio sul tema della salvaguardia ambientale. «Un paradosso, visto che sono proprio le politiche finanziarie di banche come Intesa Sanpaolo che stanno causando la devastazione degli ecosistemi qui esposti» conclude Rossella.
Extinction Rebellion
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