Il Presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti (Lega) non demorde, accusa Ministeri e Tribunali per non essersi accodati a quella che ormai è divenuta la sua crociata contro l’Orso.
Subissato di critiche e repliche, fra cui quella dell’ex Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, prosegue imperterrito.
Il tragico decesso di Andrea Papi, lo sportivo ucciso da un Orso bruno (Ursus arctos) in circostanze tuttora non chiarite a Caldes, in Val di Sole, il 5 aprile scorso, sembra proprio un pretesto per regolare i conti e far fuori “non importa come“ la metà della popolazione di Orso bruno (Ursus arctos) nelle montagne del Trentino.
Pare proprio lo “schema mentale dell’uomo del Paleolitico”, come lo definisce l’antropologo e divulgatore d’origini trentine Duccio Canestrini.
E in tale schema mentale appare nuotare a suo agio l’on. Sergio Berlato, deputato europeo e politico di lungo corso (FdI), noto per avere fondamentalmente un unico interesse politico, la caccia, compresi i risvolti più beceri..
Fra le sue perle politiche, la balla della reintroduzione dei Lupi.
Già questa lo qualifica.
L’Orso bruno (Ursus arctos) è specie particolarmente protetta (art. 2 della legge n. 157/1992 e s.m.i.,), nonché ricadente nella necessità di protezione rigorosa (allegato IV della direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali, la fauna e la flora): in proposito, è vietata qualsiasi forma di cattura o uccisione o disturbo (art. 8 del D.P.R. n. 357/1997 e s.m.i.).
Tuttavia, l’Italia è e rimane uno Stato di diritto e il Paleolitico è finito da un bel pezzo.
Il T.A.R. Trentino – Alto Adige/Südtirol, Sezione unica di Trento, con decreto presidenziale n. 19 del 14 aprile 2023, su ricorso di L.A.C. e L.A.V., ha sospeso l’efficacia dell’ordinanza contingibile e urgente n. 1 dell’8 aprile 2023 con cui il Presidente della Provincia autonoma di Trento aveva disposto l’eliminazione del plantigrado fino all’udienza collegiale dell’11 maggio 2023.
Volete anche voi che leggete far qualcosa di sensato e utile e dare un dispiacere a chi non riesce a esser diverso dall’Homo paleoliticus?
Più di 27 mila cittadini hanno già aderito alla petizione popolare proposta dall’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) contro la possibilità di adottare piani di abbattimento di qualsiasi specie di fauna selvatica in qualsiasi giorno dell’anno e in qualsiasi luogo, compresi aree naturali protette e centri abitati, introdotta nell’ordinamento dalla legge 29 dicembre 2022, n. 197 (art. 1, commi 447-448) “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2023 e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025”.
Firmiamo e facciamo firmare la petizione per la salvaguardia della fauna selvatica.
La petizione No al Far West calibro 12 in Italia si firma qui
Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)
qui Sono gli Orsi a esser “problematici” o sono gli uomini a esser “problematici”? (blog GrIG, 13 aprile 2023)
da Dagospia, 12 aprile 2023
La Zanzara (Radio 24), puntata dell’11 aprile 2023
“GLI ORSI PERICOLOSI VANNO ABBATTUTI. IO, CACCIATORE, SONO PRONTO A DARE UNA MANO” – L’EURODEPUTATO DI FRATELLI D’ITALIA SERGIO BERLATO ALL’ATTACCO A LA ZANZARA SU RADIO 24: “IL RAGAZZO UCCISO IN TRENTINO? HO SENTITO CHE È COLPA SUA. CHI LO DICE È PAZZO O IGNORANTE – LA REINTRODUZIONE DI ORSI E LUPI È DA PAZZI SCRITERIATI, GENTE DA LEGARE. STIAMO TRASFORMANDO GLI ANIMALI COME LE VACCHE IN INDIA: SACRE E INTOCCABILI. 25 APRILE? IO FESTEGGIO SAN MARCO…”
L’eurodeputato di Fratelli d’Italia Sergio Berlato all’attacco sulla questione orsi a La Zanzara su Radio 24: “Gli orsi pericolosi vanno abbattuti, è una cosa di buon senso. Io, cacciatore, sono pronto a dare una mano per abbatterli. La reintroduzione di orsi e lupi è da pazzi scriteriati, gente da legare. Stiamo trasformando gli animali come vacche in India: sacre e intoccabili. 25 Aprile? Io festeggio San Marco, è una festa rossa”.
“Ho sentito che è colpa del ragazzo se è successo – dichiara Sergio Berlato a La Zanzara su Radio 24 – chi lo dice o è un pazzo furioso o un ignorante. Abbattere quell’orso? Sicuramente sì, lo dicono tutte le persone di buon senso. Chi è dotato di intelligenza sa che gli animali aggressivi vanno abbattuti, non c’è altra soluzione. A meno che qualche animalista non se lo voglia adottare e portarselo nel giardino di casa… glielo cediamo volentieri. Come ben sappiamo gli orsi non mangiano gli animalisti, sono abituati a mangiare tante porcherie ma non certo fino a quel punto lì. Mangiato carne d’orso? Sì all’estero, carne buona”.
“Quello che è successo in Trentino – continua Berlato – è legato al fatto che qualche pazzo furioso ha utilizzato risorse pubbliche per reintrodurre i grandi carnivori: orsi e lupi. Qualcosa da pazzi scriterati, gente da legare. Succederà anche con i lupi: li stiamo trasformando in animali come le vacche in India, sacri ed intoccabili”.
“Prima vengono i diritti dei lupi, poi quello dei nostri allevatori e agricoltori. Come avviene nel resto d’Europa – prosegue Berlato a La Zanzara – si fanno piani di gestione di contenimento, si gestisce a livello scientifico quanti animali possono stare in un territorio, quelli in più si abbattono. In Trentino la presenza massima tollerabile era di 50, ce ne sono più di 120, è intollerabile. Quelli in più vanno abbattuti”.
E’ pronto ad abbatterlo in prima persona? “Se penso al ragazzo sbranato – dice Berlato – anche chi è più amante degli animali viene preso dalla voglia di fare azione di contenimento. Io sono abilitato al prelievo selettivo, ho degli strumenti efficaci. Sono pronto se mi chiamano, come tante altre persone”
E poi sul 25 Aprile l’eurodeputato Berlato dichiara: “Io ho sempre festeggiato San Marco, sono Veneto e in Veneto il 25 Aprile siamo abituato a festeggiare San Marco. Rispettiamo anche questa festa della liberazione, è una festa rossa, ma spero che un giorno si possa festeggiare la liberazione da orsi e lupi”.
da Il Dolomiti, 13 aprile 2023
L’antropologo e divulgatore roveretano (che oggi insegna all’Università di Pisa) interviene sulla vicenda che riguarda l’uccisione del giovane runner e le conseguenti decisioni politiche prese in Trentino: ”L’orso fa l’orso, l’etologia e la giurisprudenza sono dimensioni diverse, perlomeno da quando si è smesso di processare e “giustiziare” cinghiali, bruchi e gatti nel Medioevo. Noi umani abbiamo la responsabilità di gestire la compresenza in maniera evoluta”.
ROVERETO. ”In natura la rappresaglia contro gli animali non ha senso, ed è sempre e comunque odiosa. Leggo che si vuole “fare giustizia” sul caso dell’orso omicida in Trentino. Ma è un’idea tutta umana di giustizia, e neppure di tutti gli umani per fortuna. Una sciocchezza”. Così Duccio Canestrini, noto antropologo roveretano che da anni si divide tra le università e il mondo della divulgazione, tra i primi in Italia a occuparsi di turismo responsabile. Per capire chi è Canestrini si può leggere l’Enciclopedia Treccani che gli ha dedicato una voce: ”Ha enucleato il concetto di homo turisticus come chiave di lettura per interpretare i comportamenti umani nei territori dell’alterità, fondando un’etica dell’incontro che sottopone al vaglio critico dei paradigmi antropologici i nuovi riti della modernità. Inviato della rivista Airone, documentarista per il programma Geo di Raitre, mediatore culturale in missioni umanitarie dell’Onu in Kurdistan e in Afghanistan, Canestrini ha alternato divulgazione e ricerca scientifica, individuando come settori privilegiati di studio l’uso culturale del corpo, le relazioni tra uomo e ambiente”.
Nato a Rovereto ha insegnato per anni antropologia del turismo all’Università di Trento e ora al Campus universitario di Lucca (Università di Pisa) ma con la sua terra di origine conserva un legame particolare e in qualche modo inscindibile. In queste ore è intervenuto sulla sua pagina Facebook scrivendo della questione orso e, soprattutto, commentando indirettamente la presa di posizione della politica provinciale che ha promesso ”vendetta” ai plantigradi decidendo senza troppo rifletterci che ce ne sarebbero 50 di troppo che andranno eliminati e l’abbattimento di 3 che erano già ”ricercati” (una, Jj4, si è rivelata essere l’orsa che ha aggredito e ucciso il 26enne di Caldes Andrea Papi).
”La cultura della montagna è cultura del limite – scrive Canestrini in un post -. La cultura della montagna (la cui assenza viene spesso rinfacciata ai cittadini che si pronunciano su scelte dissennate) è cultura della presenza e/o dell’andare con cautela. Cultura della sopravvivenza nella convivenza, senza arroganza. Non si uccidono (più) le vipere. Non si ammazzano un cavallo che scalcia o una mucca che incorna, eventi certo più frequenti di un orso che aggredisce (e ancora non sappiamo perché l’abbia fatto). Non si fa slalom con gli sci tra gli abeti di un pendio innevato, anche perché il rischio è di schiantarsi. Non si corre nei boschi così come – è stato osservato, non so se da un montanaro o da un cittadino – non si corre su un ghiacciaio o su un ghiaione. La cultura della montagna è conoscenza, rispetto, consapevolezza di dove ci si trova. Questa è antropologia, altro che le fucilazioni”.
E poi, in un altro post, questa riflessione: ”Logica tribale. In natura la rappresaglia contro gli animali non ha senso, ed è sempre e comunque odiosa. Leggo che si vuole “fare giustizia” sul caso dell’orso omicida in Trentino. Ma è un’idea tutta umana di giustizia, e neppure di tutti gli umani per fortuna. Una sciocchezza: l’orso fa l’orso, l’etologia e la giurisprudenza sono dimensioni diverse, perlomeno da quando si è smesso di processare e “giustiziare” cinghiali, bruchi e gatti nel Medioevo. Noi umani, ormai plenipotenziari sulla Terra – manager del genoma, degli ecosistemi e della tecnica – abbiamo la responsabilità di gestire la compresenza in maniera evoluta, non secondo schemi mentali da Paleolitico. Torno a dire, questa è antropologia, non la carabina punitiva”.
(foto da Dagospia, Provincia autonoma di Trento, S.D., archivio GrIG)