Pareri contrastanti sulla campagna Enit da 9 milioni di euro con la Venere-influencer

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L’ Italia si prepara all’ estate con una campagna da 9 milioni di euro che porta in tour la Venere di Botticelli che esce dal dipinto per essere declinata in location d’eccezione italiane, questa volta vestita in modo moderno e sorprendente.

Prima tappa negli Emirati Arabi in occasione di Atm Dubai dall’ 1 al 4 maggio dove in oltre 500 metri quadrati verrà esportata l’eccellenza dell’italianità. Enit sta sperimentando per la prima volta la nuova comunicazione lanciata ieri, che prevede anche l’uso del nuovo logo di ITALIA.IT con la bandiera italiana a forma di finestra spalancata sul mondo.

La campagna voluta e realizzata dal Ministero del Turismo e Enit, sarà inserita all’interno dell’allestimento a Dubai con i due soggetti più culturalmente vicini al mercato, ovvero il soggetto di Venere a Venezia, che indugia con lo smartphone ma che ha un outfit elegante, e LA Venere a Roma, in bici, con dietro il Colosseo.

Si inneggia lo splendore italiano con il claim “Open to meraviglia” per questa campagna nata da un’idea del Gruppo Armando Testa ambientata nei luoghi rappresentativi delle bellezze del Bel paese in itinerari a tappe sulla base delle visite che la Venere compirà nei Comuni e nelle Regioni che decideranno di aderire alla campagna digitale, che vivrà nel profilo Instagram venereitalia23, nel sito Italia.it e nelle altre piattaforme social.

La campagna toccherà i principali hub aeroportuali e ferroviari internazionali in particolare, d’ Europa, USA, Centro e Sud America, Cina, India, Sud Est Asiatico e Australia. La presenza di un QR code localizzato per Paese, permetterà un forte richiamo a italia.it. Inoltre dei 9 milioni ben 4 milioni saranno investiti sull’ecosistema digitale con campagne crossmediali sempre al fine di sviluppare traffico sul portale italia.it.

I commenti

Sgarbi: travestita così “roba da Ferragni”

“Vestita da ciclista, con la scritta Open to meraviglia” è “un paradosso”, ha tuonato il sottosegretario alla Cultura, convinto che “la pubblicità all’Italia la fanno le opere d’arte, senza bisogno di travestirle”.
“Giacché la Venere è nuda sarebbe stato meglio vederla così, senza bisogno di traverstirla in quel modo: è una roba da Ferragni”, ha continuato Sgarbi, ripreso da Ansa. “Anche così funziona lo stesso”.
“Lo ha deciso un grafico e io non voglio contraddire troppo i miei colleghi. Ma sul piano della lingua, la contraddizionè è invece loro: Open to meraviglia? Che roba è? Che lingua è? “.
Per poi concludere: “penso solo che a volte ciò che di meglio si può fare è non fare niente”.

Toscani: Banale e triste, siamo un Paese di provincia’

La Venere del Botticelli ritratta nella campagna di promozione del ministero del Turismo italiano “è il classico esempio di campagna che vuole piacere a tutti e non piace a nessuno. Una serie di banalità messe insieme, la Venere, la Ferragni. Tutto ciò che cerca il consenso crea mediocrità, e questo ne è un esempio: per cercare il consenso hanno creato mediocrità”. Il parere espresso all’Adnkronos non è di un cittadino qualunque ma di Oliviero Toscani, uno dei più grandi esperti italiani di campagne pubblicitarie, che commenta così la campagna di promozione dell’Italia organizzata dal ministero del Turismo e dall’Enit con protagonista la Venere di Botticelli, ritratta come una influencer in abiti moderni tra i luoghi più belli del Paese, tra i quali il Colosseo.

“Il gusto non c’entra, qui è questione di cultura -spiega Toscani- È una campagna poco intelligente, il classico risultato dell’agenzia di pubblicità dove il livello della creatività è molto basso, perché le fanno scegliere i politici, che cercano il consenso a tutti i costi”. Entrando nel merito della raffigurazione botticelliana scelta dal ministero, il creativo osserva: “Si fa sempre ricorso al passato, perché noi italiani non siamo capaci di vedere il futuro. In Italia si guarda sempre al passato. E’ la provincia profonda, siamo un paese di provincia, altro che Made in Italy”.

E per non lasciare adito a dubbi, Toscani spiega ancor meglio il concetto con un esempio: “E’ la classica campagna di agenzia commerciale triste. E come quando i ricchi si fanno arredare le case: fanno tutto uguale. Hanno tutti gli interni uguali, l’arredamento è uguale, tutti vanno negli stessi posti, in Sardegna nello stesso angolo. E questo ammazza totalmente l’unicità e la creatività”.

Strinati: Si può fare, Botticelli è stato un influencer

Botticelli con la sua grande produzione artistica è stato un influencer della sua epoca e, in questo senso, “anche la Venere lo è stata”. Lo storico dell’arte Claudio Strinati approva la campagna di promozione dell’Italia organizzata dal ministero del Turismo e dall’Enit con protagonista la Venere di Botticelli ritratta appunto come una influencer in abiti moderni tra i luoghi più belli d’Italia tra i quali il Colosseo.

“La legge – spiega Strinati all’AdnKronos – consente di utilizzare immagini d’arte anche a fini promozionali e pubblicitari. Sono del parere che ciò che va ossequiato è la norma. Il fatto, poi, che l’immagine non piaccia rientra nella libertà di giudizio. E’ chiaro che ognuno è libero di giudicarla: c’è chi la può trovare bellissima, c’è chi la può trovare bruttissima e inappropriata. Non c’è una legge che impone il buon gusto. Scandalizzarsi perché una legge viene applicata è un errore”.

Va anche detto, spiega Strinati, “che Botticelli era esattamente quello che oggi chiamiamo un influencer, cioè creò il gusto e il mercato dell’arte. Quindi prendere l’immagine di un’opera realizzata da un grande influencer del passato non è affatto un’aberrazione perché in realtà la Venere è stata una influencer”.

Nardella: campagna scontata, banale e macchiettistica

“La campagna turistica ideata dal ministero della Santanché? A me non è piaciuta molto. Avevo detto alla ministra di incontrarci, potevamo pensare a promuovere Firenze e l’Italia in modo meno scontato e banale, un po’ macchiettistico. La Venere con la pizza insomma…” Lo dice a Rai Radio1, ospite di ‘Un Giorno da Pecora’, il sindaco di Firenze Dario Nardella, intervistato da Giorgio Lauro e Geppi Cucciari. Nelle immagini in questione la Venere, tra l’altro, è anche vestita: “Il nudo fa parte della storia dell’arte classica”, ricorda Nardella. Che voto darebbe a questa campagna promozionale? “Non è il massimo – ha risposto – diciamo che gli darei cinque meno meno”

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