Presa a pugni

1 month ago 12

“Trans”, “uomo”, “parodia”. Hanno definito una pugile algerina, Imane Khelif, in modi non solo sbagliati ma spesso palesemente usati per offendere. Senza sapere nulla, per partito preso. Lo hanno fatto cinicamente spettatori, politici, ministri, giornalisti, in tutto il mondo. Hanno colpito durissimo la pugile che letteralmente non ha fatto nulla di male e ha vinto contro un’italiana per ritiro di quest’ultima. Il comitato olimpico ha ammesso alle gare l’atleta perché soddisfa tutti i requisiti richiesti, é in regola. Perché quindi questa polemica? Non ci sono documenti ufficiali o referti medici pubblici (e meno male) quindi tutte le notizie che abbiamo derivano dalla stampa o da un comunicato della IBA, una federazione di pugilato esclusa e non riconosciuta dal Comitato Olimpico già dal 2019. Questa federazione parla di squalifica della Khelif perché non soddisfava i criteri richiesti per partecipare. Al contrario il Comitato Olimpico Internazionale ha accettato l’atleta perché i suoi criteri sono stati soddisfatti e lo ha confermato. Discorso chiuso quindi? No.

La polemica é stata feroce, cinica, aggressiva. Alla fine sembra diffondersi una notizia. L’atleta avrebbe una condizione di iperandrogensimo (aumento di ormoni maschili) per uno stato di “intersessualità”. Questo l’avrebbe resa tecnicamente“superiore” in maniera sleale. Nessuno di noi sa se questo é vero e d’altronde l’atleta non ha una corporatura eccessivamente prorompente o una superiorità tecnica sospetta (carriera normale con diverse sconfitte). La polemica quindi é su un’ipotesi. Cerchiamo di capire: cosa significa “intersessualità”? Per intersessualità si intende uno stato nel quale i caratteri sessuali primari (le gonadi) e secondari (genitali, peluria, mammelle, voce, muscolatura…) non sono attribuibili a un sesso unico. Sono condizioni rare e ne esistono diverse. Alcune diagnosticabili da adulti. L’individuo intersessuale può avere cromosomi maschili (XY) ma aspetto femminile, come accade nelle sindromi di Swyer e di Morris o avere genitali non completi. Anomalie di numero dei cromosomi sessuali o ormonali di vario tipo possono causare stati di intersessualità. Da non confondere intersessualità con omosessualità che riguarda l’attrazione sessuale. L’assegnazione del sesso avviene alla nascita, dall’aspetto dei genitali e questo é indipendente dal genere che si avrà da adulto. Dalla cronaca l’algerina sarebbe femmina alla nascita. 



Imane Khelif non è un maschio né un trans ma sarebbe una femmina con cromosomi maschili come da intersessualità. Questo la avvantaggerebbe nello sport perché più forte e potente alla media femminile per iperproduzione di testosterone (iperandrogenismo). Fatto non scontato. L’iperandrogenismo in più, oltre a non essere per forza un vantaggio sportivo (non è dimostrato dia vantaggi) può essere diminuito fino a rientrare nei limiti con farmaci appositi. Il Comitato Olimpico accetta la possibilità ed é ipotizzabile sia successo proprio questo. Non si tratta quindi di doping o vantaggio ottenuto artificialmente. Cosa si dovrebbe dire allora degli sportivi altissimi per acromegalia?



I casi di iperandrogenismo non sono nuovi nello sport. Uno su tutti Dutee Chand sprinter indiana plurititolata.  

Certamente il caso é interessante. Una persona con uno stato fisico non abituale dal quale potrebbe ricevere vantaggi sportivi, è ammissibile in una gara? Una persona intersex deve dimenticare lo sport agonistico? Senza aggredire le persone si può discutere di questa cosa?  

Una differenza biologica come tante e che sicuramente molti di noi abbiamo almeno in parte (si chiama “mosaicismo”). É da punire? E pochi hanno pensato alle conseguenze sulle ragazze coinvolte. Diventate in un attimo una cattiva e sleale, l’altra perdente e piagnona.


Storie volgari, alimentate da persone senza scrupoli che usano gli altri per i propri interessi e che poi condizionano l’opinione pubblica. La pugile algerina (ambasciatrice Unicef e con una bella storia personale) sta comunque ottenendo sostegno e incoraggiamento da tanti.


Alla prossima.


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