Appena finito il match, il primo dell’era repubblicana, tra una presidente del consiglio donna e la segreteria del Pd,fioriscono i commenti nei capannelli di deputati e di giornalisti che affollano all’inverosimile – ed era tempo che non accadeva – il mitico salone dei “passi perduti” a Montecitorio. “Un po’ scontato, ci sarebbe voluto da entrambe qualche guizzo in più” – sussurrano con aria di sufficienza i più vaccinati ai trascorsi della politica. “Si sono beccate solo per mettere in chiaro la loro diversità. Ma ci vuol altro per capire di che pasta siano fatte” – sussurrano i neofiti del nuovo corso che si aspettavano battute che sarebbero diventate subito “virali” sui social. E altri invece, con stile democristiano nel sangue, preferiscono sfilarsi dai capannelli per prendere un caffè perché, signori miei, partire con il piede sbagliato è un rischio che non vogliono proprio correre.
Insomma l’aria che tira è che lo scontro tra le due leader sia solo al primo round e quindi è meglio non esporsi troppo. Il fatto certo è che il “terzo” protagonista della tenzone – il Conte dei 5Stelle- pare rimasto invece in ombra perché la Schlein è stata furba a scippargli quel “salario garantito” che per tutti i – e sono fior di milioni – lavoratori non assunti dalle grandi aziende, resta il più appetitoso miraggio di questa alquanto atipica legislatura. Come appare chiaro che Giorgia e Elly cominceranno, round dopo round, a darsele di santa ragione su tutti i temi anche con colpi sotto la cintura. La prima utilizzando tutti gli strumenti che ha a disposizione per occupare, quasi manu militari, tutte le stanze dei bottoni – Rai compresa – che contano, la seconda “presidiando” di persona tutte le piazze dove potrà fomentare il malcontento. E non è caso che Elly, per opporsi allo stop imposto dalla destra alla legge che riconosce tutti i diritti anche ai figli nati da genitori dello stesso sesso, abbia deciso di partecipare al “presidio” allestito davanti alla prefettura di Milano, proprio il luogo da cui partirono Mussolini e i suoi gerarchi per fuggire in Svizzera.
Per non parlare poi di quel che Elly potrà fare per “presidiare” anche gli scioperi e le manifestazioni che Cigl, Cisl e Uil, di nuovo uniti, avrebbero intenzione di organizzare contro la riforma fiscale che la destra intende varare in Parlamento. Quanto basterà per capire di che pasta saranno davvero fatte le due leader. Per ora il toto scommesse pare che stia girando a favore di Giorgia ma domani chissà.
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