Legambiente: “La sentenza restituisce al territorio casalese, e all’Italia tutta, un rinnovato senso di giustizia”.
L’imprenditore svizzero Stephan Schmidheiny è stato condannato a 12 anni di reclusione per omicidio colposo aggravato. Lo ha deciso la Corte d’Assise di Novara al termine di oltre 7 ore di camera di consiglio. Il magnate è stato condannato anche alla pena accessoria di 5 anni di interdizione ai pubblici uffici. Il risarcimento totale fissato dalla Corte è pari a oltre 86 milioni.
“Finalmente il responsabile della strage silenziosa consumatasi per decenni a Casale Monferrato ha ufficialmente un nome e cognome – dichiarano Stefano Ciafani, Presidente nazionale di Legambiente, Giorgio Prino, Presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, e Vittorio Giordano, Presidente del Circolo Legambiente “Verdeblu” di Casal M.to – La sentenza restituisce al territorio casalese, e all’Italia tutta, un rinnovato senso di giustizia dal quale ripartire con maggior serenità per completare il percorso di bonifica e cura di un territorio che ancora sta facendo i conti con gli effetti nefasti dell’inquinamento da amianto e dove ogni anno ancora si ammalano oltre 50 persone”.
Schmidheiny era accusato di omicidio volontario con dolo eventuale per la morte di 392 persone decedute per amianto a Casale Monferrato e dintorni. L’imprenditore aveva gestito lo stabilimento Eternit di Casale dal 1976 al 1986.
“Legambiente ed AFEVA (Associazione Familiari e Vittime Amianto) hanno seguito tutte le udienze del processo – continuano Ciafani, Prino e Giordano – non possiamo che esprimere soddisfazione per essere arrivati ad una sentenza in cui si stabiliscono precise responsabilità”.
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