Nel giro di due settimane tra settembre e ottobre 2024, altrettanti uragani si sono abbattuti sulla costa orientale degli Usa – Helene prima e Milton poi – portando piogge torrenziali, alluvioni e devastazione. Quando si parla di eventi meteorologici estremi di questo tipo, spesso nasce confusione tra i termini uragano, tornado, ciclone e tifone. Questi termini, pur essendo tutti associati a condizioni climatiche violente, definiscono fenomeni che sono caratterizzati da differenze nella loro natura, origine e zona geografica. Ma quali sono le differenze tra ciclone e uragano, uragano e tornado?
Cos’è e com’è fatto un ciclone
Il termine ciclone si riferisce a una grande area di bassa pressione in cui l’aria si muove in senso rotatorio attorno a un centro. L’occhio del ciclone si trova al centro della formazione meteorologica. È un’area relativamente calma con un diametro massimo di 30 chilometri. Tutt’intorno a esso, con un diametro in media di 500 chilometri si può sviluppare la tempesta vera e propria, con correnti calde che si sollevano dal mare e si trasformano in violente precipitazioni quando incontrano l’aria fredda in quota. I cicloni possono essere particolarmente violenti, con fulmini e venti la cui velocità supera i 200 chilometri all’ora. Quando la tempesta si sposta dal mare alla terraferma, la sua energia si esaurisce, ma spesso non prima di aver portato devastazione nelle città costiere. I cicloni possono manifestarsi in varie forme: le principali sono i cicloni tropicali e cicloni extratropicali.
I cicloni tropicali
Come suggerisce il nome, il ciclone tropicale si sviluppa nelle regioni calde degli oceani comprese tra il tropico del Cancro e il tropico del Capricorno, porta con sé forti venti e piogge torrenziali. Il ciclone extratropicale si sviluppa invece a Nord e a Sud dell’area compresa tra i due tropici. Secondo quanto indica l’enciclopedia Treccani, i presupposti per la nascita di un ciclone tropicale sono «temperatura delle acque marine superiore ai 26°C, intensa evaporazione, presenza di un’area centrale di bassa pressione circondata da zone a pressione più elevata e venti convergenti». Per questo, i cicloni sono tipici della fine dell’estate e dell’autunno.
I cicloni extratropicali
I cicloni extratropicali hanno un funzionamento simile, ma sono al contempo più ampi, con un diametro che varia tra i 1.500 e i 3.000 chilometri, e meno violenti. Tuttavia, negli ultimi anni, la loro forza sta incrementando, in seguito aumento delle temperature del mare dovuto al cambiamento climatico antropogenico. Non tutti i cicloni portano devastazione. Poiché il ciclone è sostanzialmente un’area di bassa pressione circondata da alta pressione, non è raro che ad essa siano associate precipitazioni nella norma, o anche nessuna precipitazione.
Differenza tra uragano, ciclone e tifone
La differenza principale tra uragano, ciclone e tifone sta nella loro localizzazione geografica. I tre termini, infatti sono tutti utilizzati per descrivere i cicloni tropicali, il nome varia a seconda di dove si formano.
- Uragano: quando si sviluppa nell’Atlantico settentrionale, spesso colpendo le coste americane, nel pacifico centro-settentrionale e Nord-orientale.
- Tifone: quando si forma nel Pacifico nord-occidentale, che bagna Cina e Giappone e i Paesi del Sud-Est asiatico.
- Ciclone: è il termine tradizionalmente usato per il fenomeno nell’Oceano Indiano e nel Pacifico meridionale.
Poiché sono molte le masse d’acqua che possono generare questi fenomeni meteorologici, esistono altri nomi che possono essere usati, anch’essi specifici per regione geografica. Due esempi sono:
- Willy-Willy: Quando colpiscono l’Australia.
- Medicane: Parola composta da «mediterranean» e «hurricane», per indicare i cicloni che si sviluppano nel Mar Mediterraneo.
Differenza tra tornado e ciclone
Discorso diverso è quello del tornado. Il termine indica un vortice d’aria di dimensioni e percorso molto più ridotti, ma con venti estremamente potenti che possono superare i 300 chilometri all’ora. I tornado si formano generalmente durante temporali violenti e in aree di bassissima pressione. Mentre un uragano o un ciclone tropicale può durare per giorni e percorrere lunghe distanze, un tornado è solitamente di breve durata e colpisce un’area limitata, spostandosi per qualche chilometro al massimo. Non è raro che un ciclone sia foriero della formazione di uno o più tornado. Il tornado è anche detto tromba d’aria, o tromba d’acqua, in base a dove si sviluppa. Alla luce di ciò, è scorretto parlare di «tornado Milton» o di «tornado Helene» per riferirsi ai fenomeni meteorologici visti negli Usa nell’autunno del 2024.
Immagine di copertina: in ordine da sinistra la Supercella tornadica di Montagnana (Roberto Gaianigo, 17/7/2009 – Wikipedia), l’Uragano Katrina (Jeff Schmaltz, MODIS Rapid Response Team, NASA/GSFC – Wikipedia) e un tornado in Oklahoma (1999, NOAA – Wikipedia).
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