Ci segnalano i nostri contatti un post X che contiene le risultanze di un “recente studio su Lancet” che dimostrerebbe che il rischio di miocardite dopo il vaccino è simile a quello dell’infezione “wild type”, anzi sarebbe più lieve ma permanente.
Si tratta di una interpretazione arbiraria e sviata dello studio suddetto.
Questo grafico sul rischio di miocardite dopo il vaccino è presentato in modo fuorviante
Basterebbe anche solo guardare l’immagine per capirlo, o quantomeno il fatto che l’immagine parli di “effetti presunti” contro gli effetti accertati dell’infezione “wild type”.
Il paper scientifico presenta studi preliminari relativi a casi di miocardite insorti dopo il vaccino, pervenendo alle suddette conclusioni
“Mid-term clinical outcomes of C-VAM at a median follow-up of 178 days (IQR 114–285 days) were reassuring. No cardiac deaths or heart transplantations were reported until the time of submission of this report.”
Ovvero
“Gli esiti clinici della miocardite su una mediana di 178 giorni (scarto interquartile dai 114 ai 285) sono rassicuranti. Nessun infarto o necessità di trapianto sono stati riscontrati al momento del deposito di questo report”
Ovviamente il testo scientifico, come molti paper preliminari, raccomanda di proseguire gli studi, pervenendo comunque alle stesse conclusioni di ogni altro studio al riguardo (ad esempio qui e qui) e le medesime conclusioni cui eravamo già arrivati anni fa.
Già nel 2021 pubblicammo gli studi di AIFA e altri enti pronti a smentire la cosiddetta “emergenza miocarditi”, e nel rapporto costi-benefici il potenziale sospetto di una miocardite transitoria batte i devastanti esiti di una miocardite da COVID.
È anche falso dichiarare che COVID19 causa miocarditi con “guarigione completa”. Secondo uno studio del Cardio Center del Niguarda
Secondo la ricerca, quasi nel 40% dei casi [di miocardite indotta da COVID19] il quadro clinico è risultato particolarmente grave. Nel 20% i pazienti sono deceduti o hanno avuto necessità di un supporto meccanico al circolo per via delle loro condizioni, questo nonostante si trattasse di una popolazione giovane con un’età mediana di 38 anni.
Sappiamo che esistono anche forme di miocardite insorte a seguito della vaccinazione. “In questi casi meno del 5% dei pazienti ha avuto un decorso grave”, conclude Marco Metra, Direttore della Cardiologia di Brescia e ultimo autore del lavoro.
Quindi, le presunte forme di miocardite da vaccino “persistenti” sono assai più rare e sporadiche delle miocarditi indotte da COVID19, tali da recare danni gravi e permamenti nel 20% degli afflitti in giovane età e buone condizioni fisiche prima dell’infezione.
Conclusioni
Lo studio presentato viene posto in una maniera inesatta e potenzialmente fuorviante. Evidenze cliniche dimostrano che le miocarditi indotte dal contagio COVID19 non si risolvono “senza conseguenze”, ma con esiti gravi e rischio potenziale di danni e invalidità permamenti di gran lunga superiore alla possibilità di una reazione avversa da vaccino, più rara ma comunque studiata ed esaminata secondo i canoni medici.
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