Rifiuti radioattivi in un’azienda | Prealpina.it

4 years ago 200

BOMBA ECOLOGICA

Rifiuti radioattivi in un’azienda

Il sindaco Campi rassicura: verifiche costanti da Arpa

Nel deposito di Gerenzano si trovano i materiali ferrosi radioattivi acquistati inconsapevolmente dall’Est da una ditta di Rovello Porro (foto Blitz)

Nel deposito di Gerenzano si trovano i materiali ferrosi radioattivi acquistati inconsapevolmente dall’Est da una ditta di Rovello Porro (foto Blitz)

«I rifiuti sono mantenuti in buone condizioni e controllati da parte di Arpa con scadenze fisse»: a garantirlo, in merito ai residui radioattivi stoccati in una ditta di Gerenzano, è il sindaco Ivano Campi, che ha tranquillizzato gli Amici della Terra Onlus, associazione ecologista di Varese, molto preoccupata da questa presenza.

BOMBE ECOLOGICHE

Il presidente del sodalizio, Arturo Bortoluzzi, aveva domandato chiarimenti in merito al servizio televisivo di Milena Gabanelli sulle discariche di rifiuti radioattivi, le cosiddette «bombe radioattive» sparse in tutto il nord Italia: i luoghi in cui sono stati stoccati i materiali contaminati. Fra questi, la giornalista aveva dato spazio a quello all’interno di una azienda di Gerenzano, con 320 tonnellate di rottami provenienti da un’azienda di Rovello Porro, dove un carico di alluminio radioattivo dell’Europa dell’Est nel 1990 venne inavvertitamente acquistato e stoccato nel cortile per essere trattato e rivenduto a importati aziende (fu accertato che in seguito alla pioggia nel Lura finirono acque radioattive, successivamente rilevate dalle centraline sul Po).

Il fatto all’epoca fece scalpore e richiamò anche l’attenzione dei media nazionali. La zona fu poi bonificata, ma dove finì quel carico era rimasto un mistero.

Arturo Bortoluzzi, presidente degli Amici della Terra, chiedeva dunque notizie sulla condizione dei luoghi e sulle acque limitrofe alla ditta. Stessa richiesta era stata formalizzata ad Arpa, l’Agenzia regionale per la Protezione ambientale.

IL DIFENSORE CIVICO

«Non avendoci risposto nessuno - ricorda Bortoluzzi - abbiamo ricorso al difensore civico regionale perché Amici della Terra Varese potesse ricevere una risposta d’interesse per la collettività, dando così applicazione alla legge che disciplina il diritto all’informazione. Questi, visionata la bontà della lettera da noi inviata, ha sollecitato il Comune a evadere la nostra richiesta».

A questo punto è pervenuta la risposta sia dell’amministrazione civica sia da Arpa Lombardia, che hanno tranquillizzato sulla non nocività dei materiali e sul loro costante monitoraggio. Il presidente degli Amici della Terra tiene a evidenziare «il lavoro efficiente svolto dal difensore civico, che non ha dimostrato tentennamenti nello svolgere la sua azione».

Resta l’amarezza per i tempi biblici in cui un’associazione ambientalista può ottenere risposte, ostacolando così il compito di controllo «datoci dalla Costituzione vigente e dal Ministero alla Tutela Ambientale».

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